14 novembre 2011

Le riforme a costo zero di Tito Boeri, Pietro Garibaldi (2 parte)

L'elenco delle proposte di Boeri e Garibaldi:

Il governo dell'immigrazione.
La transizione tra scuola e lavoro.
La contrattazione salariale e l'introduzione del salario minimo.
La macchina dello Stato e gli incentivi dei dipendenti pubblici.
La riforma del lavoro autonomo e degli ordini professionali.
Incoraggiare il lavoro di più persone nella stessa famiglia.
La riforma (l'ennesima) del sistema pensionistico.
L'intersezione fra mercato del lavoro e mercati finanziari.
La selezione della classe politica.
La costruzione di una costituency, un partito a favore delle riforme.


La riforma del lavoro autonomo e degli ordini professionali.nelle province dove le omonimie incidono maggiormente sulle iscrizioni agli all'albo dei commercialisti, l'evasione fiscale è più alta. Laddove le omonimie incidono maggiormente sulla selezione dei consulenti del lavoro, ci sono contenziosi lavorativi, spesso riflesso dell'incapacità di risolvere controversie per via extragiudiziale. Insomma, sembrerebbe proprio che la trasmissione ereditaria dei posti nelle professioni corrisponda ad un trasferimento di rendite ai danni degli utenti, famiglie e imprese. Con la benedizione degli ordini ..” [pagina 71]

Gli ordini professionali non devono più mettersi a difesa delle posizioni consolidate dai loro iscritti, chiudere le porte a nuovi ingressi, opporsi alle liberalizzazioni (come la rivolta degli avvocati parlamentari, capitanati da La Russa, questa estate contro la manovra): il loro compito è controllare il rispetto dei codici deontologici e la qualità dei professionisti iscritti (evitare i casi dei finti medici, dei finti dentisti ..).

Alla riforma di Bersani del 2006 questo governo ha risposto con la contro riforma Alfano: ma oggi è importante che queste liberalizzazioni avvengano negli ordini (medici, avvocati, commercialisti, notai) per stimolare la concorrenza e i cittadini.
Dunque, eliminare il vincolo dei compensi minimi, il numero chiuso e le commissioni per i concorsi (per l'iscrizione agli albi) che alla fine sono composte da persone che esercitano la professione e che dunque hanno tutto l'interesse a limitare possibili concorrenti.

"9312 persone ingiustamente escluse. È uno spreco di capitale umano ingente che davvero non possiamo permetterci."
Sono gli effetti perversi dei test come sono oggi concepiti.
Basterebbe permettere di accedere a una graduatoria nazionale e consentire di scegliere la sede. [pagina 76]
Boeri e Garibaldi si occupano poi dei concorsi per medici (una professione che nel futuro potrebbe vedere un vuoto nella domanda di nuovi medici). Perchè obbligare chi fa il concorso ad inizio carriera a iscriversi in una sola università, quando poi ognuna di queste ha un punteggio minimo diverso? Meglio sarebbe avere una graduatoria unica nazionale, e poi ogni studente sceglie dove andare. Perchè tagliare la strada ai meritevoli?
Incoraggiare il lavoro di più persone nella stessa famiglia.
"Il nostro è l'unico paese in cui le donne - sommando le ore di lavoro remunerato e quelle spese tra le mura - lavorano più degli uomini."
Sostituire le detrazioni per coniuge a carico con incentivi al lavoro: è una mini riforma dell'Irpef quella che hanno in mente i due economisti. Per incentivare l'occupazione femminile e permettere a tutti e due i coniugi l'accesso al mondo del lavoro. In questo modo la famiglia diviene un vero e proprio ammortizzatore sociale (se uno dei due coniugi perde il lavoro, almeno l'altro continua a lavorare).

La riforma (l'ennesima) del sistema pensionistico.
"In Svezia le pensioni più ricche crescono in termini reali solo se l'economia cresce più dell'1,5 per cento all'anno... Un intervento che permetterebbe di ottenere risparmi sostanziali."

Oggi non è tempo di fare battaglia in difesa delle pensioni come fa la Lega: già oggi le pensioni di anzianità per i più giovani non sono garantite. Si difendono solo quelle della generazioni che, negli anni passati, anche per motivi di opportunità politica, ha goduto di norme più favorevoli.
Occorre passare al metodo contributivo, e creare delle fasce di età per la pensione tra 61 e 69 anni. Chi vorrà andare in pensione prima, ci andrà con meno contributi e viceversa per chi aspetterà di più (che avrà una pensione più pesante).
In questo modo si potrebbe superare la questione delle pensioni di anzianità (che verrebbero tolte) e l'asimmetria per le pensioni di donne e uomini.
In Italia oggi con la pressione fiscale al 45% abbiamo tasse svedesi e servizi italiani. Col sistema contributivo, almeno potremmo risparmiare soldi per abbassare la pressione fiscale per le aziende che potrebbero tornare ad assumere.

L'intersezione fra mercato del lavoro e mercati finanziari."Nel sistema bancario italiano le banche sono proprietarie delle società di gestione del risparmio dei clienti... La nostra proposta è quella di separare non solo la gestione ma anche la proprietà."

Una delle strade per rilanciare l'occupazione (incentivi a parte, della cui efficacia sarebbe bene discurtere), riguarda la modalità di accesso al credito delle piccole imprese italiane.
Imprese per la maggior parte piccole, troppo piccole per accedere in modo agevolato al credito delle banche che prediligono i giganti, e con problemi di cattivo management, perchè spesso la loro direzione rimane in famiglia (e non sempre in figli si dimostrano buoni amministratori).

Ecco allora le proposte per migliorare l'accesso al credito: abolire il tetto massimo del tasso di prestito del denaro dalla legge contro l'usura, troppo basso che ha alla fine costretto ai piccoli di rivolgersi agli usurai di fiducia.
Vietare alle banche di possedere azioni di imprese non nel settore finanziario (le partecipazioni incrociate) che portano a casi di conflitti di interesse.
Sulle fondazioni bancarie (che hanno avuto il merito di favorire il passaggio delle banche pubbliche al mercato): incentivare gli investimenti di queste sul territorio, per favorire la creazione delle infrastrutture che proprio le imprese necessitano; creare una authority di controllo, nominata dalla politica ma slegata dal ministero del tesoro.
Infine, separare la gestione bancaria dalla gestione del risparmio (le Società di gestione risparmio, Sgr): chi affida i propri risparmi alle banche, deve essere certo che non esistano conflitti di interesse nel come vengano investiti.


La selezione della classe politica.

Abbiamo troppi politici, che non sono stati capaci di contenere il debito negli anni 80 (Sacconi, Amato, De Michelis, Pomicino, Andreotti ..), non hanno saputo rilanciare l'economia negli anni con la congiuntura favorevole e hanno reagito in ritardo e male quando è arrivata la crisi. Gli autori stimano in 20 miliardi questo costo (miliardi bruciati nel tira e molla di questa estate sulla manovra).

La proposta? Diminuire i parlamentari, per selezionarli meglio:
"Abbiamo un parlamentare ogni 60.000 abitanti, contro uno ogni 250.000 altrove. Potremmo permetterci di avere solo 250 parlamentari, che vorrebbe dire una riduzione permanente dei costi di oltre cento milioni all'anno."

Meno parlamentari, il loro stipendio indicizzato col il reddito pro capite del paese e divieto di cumulo di incarichi (le attività parlamentari dei deputati avvocati, per esempio).
Chi fa politica, lo fa per il paese e basta, non per arricchirsi. Anche le loro pensioni dovrebbero essere passare al metodo contributivo (tanti contributi paghi, tanto prendi).
Sciogliere le province e sostituirle con l'assemblea dei sindaci (già pagati).
Modificare la legge elettorale, per re inserire le preferenze: aumentare la concorrenza dei politici modificando i collegi elettorali per togliere i collegi sicuri.

Infine lo spoil system: serve per avere un apparato amministrativo non ostile, ma crea problemi di efficienza negli uffici per l'alta rotazione, diminuisce la fedeltà dei dirigenti (che non possono farsi un'esperienza in un settore, se sanno che al prossimo cambio di governo perdono la poltrona).

Il compromesso è mettere una durata minima ai dirigenti, soggetto allo spoil system, e una massima.

La costruzione di una costituency, un partito a favore delle riforme.
Serve un partito per favorire le riforme: non possiamo lasciare la palla e l'inziativa ai partiti tradizionali, troppo legati alle lobby e agli interessi contrari alle riforme. Troppo legati ad un elettorato ostile, ad esempio, ad una riforma sulle politiche di immigrazione (si pensi ad esempio alla Lega nord).
Un partito che metta assieme vecchi e giovani, in un patto di solidarietà per la crescita del paese.

Dare il voto ai giovani:
"Imitiamo l'Austria, che ha esteso il diritto di voto a sedicenni e diciassettenni."
E dall'altra parte, indicizzare le pensioni più ricche, alla crescita economica del paese.
"Bisognerebbe creare un partito di giovani e anziani 'uniti' per la crescita, estendendo il metodo contributivo a tutti i lavoratori."

Il sito degli autori, Lavoce.info
La scheda del libro sul sito di Chiarelettere.
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