06 novembre 2011

Il dio della speculazione


Non bisogna più inchinarsi al Dio della speculazione. Non è più possibile questo ripetersi degli alluvioni. Gli amministratori devono capire che si deve interrompere questo processo di impermeabilizzazione di Genova provocato dalla cementificazione” Vincenzo Scolastico, procuratore capo di Genova, che ha aperto un fascicolo per disastro e omicidio colposo plurimo.

Non possiamo più accettare che dopo queste tragedie ci sia qualche amministratore che tira in ballo l'imprevedibilità dell'evento e il non aver potuto fare altro che lanciare l'allarme.
Le morti di Genova (come quelle delle precedenti alluvioni a Genova, nella lunigiana, e Messina nel 2009, ad Alessandria nel 1994, a Sarno nel 1998..) hanno dei responsabili precisi.
Come gli amministratori che hanno permesso le costruzioni vicino hai fiumi, restringendo i vincoli da 10 a 3 metri, in Liguria (come ha denunciato il WWF). Permettendo la costruzione di un outlet a Brignano, zona alluvionata (operazione voluta dalla Lega e sponsorizzata dagli amici del PD), con i porticcioli da mille posti barca che stanno per sorgere alle foci del Magra, per la gioia dei politici del centrosinistra.
La politica dovrebbe prevenire i problemi, dovrebbe valutare il bene collettivo, non fare gli interessi dei costruttori senza scrupoli (anche loro colpevoli perchè le case non crescono da sole) e delle cooperative.

Ci tocca sorbire pure il lamento tardivo del presidente del Consiglio “è evidente che si è costruito laddove non si doveva costruire , ma forse si possono trovare interventi che scongiurino il ripetersi di questi disastri”.
Ma con che coraggio? Lui che col suo governo a realizzato due condoni nel passato (che hanno permesso la costruzione di troppe case abusive) e che nella manovra pensava nuovamente di inserire norme analoghe.

Esistono già dal 2005 i Piani di assetto idrogeologico che elencano regione per regione gli interventi per ridurre la pericolosità fluviale: basterebbero 150 milioni di euro per risolvere il problema delle piene del Bacchiglione e del Piave, con la costruzione di un invaso per le piene. Per tutti i fiumi d'Italia la stima è di 44 miliardi di euro, ma il ministero dell'Ambiente, assieme ai fondi delle Regioni stanzia 2 miliardi di euro. Ma nessun cantiere di quelli previsti dai Pai è stato aperto.
Lo scolmatore a Genova avrebbe potuto risolvere tutti i problemi (è una bretella per deviare l'acqua del fiume altrove dalla città): se ne parla dagli anni 70, ma l'opera è rimasta ferma per mancanza di fondi. Anche grazie ai tagli selvaggi di questo governo.
Eppure il governo trova 10 miliardi per il ponte sullo stretto; per l'autostrada Mestre Civitavecchia (cara al centrosinistra e a Bersani) siamo oltre i 15 miliardi. E a Genova 400 milioni per imbrigliare il Bisagno.

Perchè? Forse perchè i morti non entrano nei bilanci dello stato, mentre invece quando si cementifica il territorio, condannando a morte degli innocenti, aumenta il PIL?

PS: ci aspettavamo il presidente correre a Genova sui luoghi del disastro, in mezzo agli spalatori di fango. E invece, avrà avuto qualcosa di più importante cui occuparsi.

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