Buona parte della manovra economica si basa sulla lotta all'evasione: è giusto allora porsi delle domande a riguardo, come ha fatto la giornalista di Report Giovanna Boursier.
Quanto è credibile il nostro governo quando parla di lotta all'evasione?
Quanto sono efficaci gli strumenti per il suo contrasto?
Circa la credibilità del governo, basta mettere assieme tutte le dichiarazioni del primo ministro e del suo super ministro all'economia, di questi ultimi anni.
E anche la conferenza stampa tenuta alla fine del G20 a Cannes: battute, ottimismo, frecciate ai giornalisti.
Nessun passo indietro da parte di Berlusconi, anzi.
Alle domande della giornalista di Report sull'evasione il ministro risponde "occupatevi d'altro".
Eppure il fondo monetario ci ha messo sotto osservazione, perchè non siamo credibili. E la nostra credibilità è crollata anche grazie al teatrino cui abbiamo assistito questo agosto, dopo il crollo delle borse.
Se fino a giugno 2011 si diceva che l'Italia stava uscendo meglio di altri paesi dalla crisi, ad agosto è stato un susseguirsi di manovre, contromanovre, proposte subito bocciate... e perfortuna che fino ad agosto non serviva alcuna manovra aggiuntiva.
Prima il taglio alle province, ai ministeri e il contributo di solidarietà.
Poi è arrivata la letterina dalla BCE a firma Draghi,Trichet.
Infine la manovra bis, dove è stato tolto il taglio alle province e il contributo di solidarietà riguarda solo gli statali.
Gran parte dei soldi si faranno con un aumento di tasse (come l'IVA) e dei ticket sanitari.
La patrimoniale accantonata.
E poi c'è il contrasto all'evasione.
E le auto blu? I doppi stipendi? I costi della politica?
Possiamo ancora aspettare la riforma fiscale, promessa nel 1994, nel 2002, nel 2004?
Ma di cosa discutono a Cernobbio, ministri, banchieri, lobbisti, politici?
La Boursier ha cercato di capirlo, facendo qualche domanda, senza tra l'altro ottenere risposte.
Qualche soldo si potrebbe recuperare facendo un accordo con la Svizzera sui capitali esportati: la Germania l'ha fatto, con aliquote tra 19 e 34% e ha recuperato 4 miliardi. Niente macelleria sociale.
Si stima che per i 100-200 miliardi italiani, si potrebbe recuperare circa 10 miliardi: perchè non lo si fa?
Non c'è fretta, dicono. Pare che Tremonti sia contrario all'accordo in cui si rivelano i nominativi (dopo aver fatto uno scudo fiscale al 5% anonimo).
Invece dell'accordo, si continua a parlare di condono.
D'altronde, di condoni il ministro Tremonti ne ha fatti tanti e diventa poco credibile nel ruolo di cacciatore agli evasori.
Come anche la Marcegaglia, che criticava il ministro, eppure anche lei ha scudato i suoi capitali. Il suo gruppo ha avuto dei problemi giudiziari per delle società offshore, indagini poi archiviate.
Quanto è credibile il nostro governo quando parla di lotta all'evasione?
Quanto sono efficaci gli strumenti per il suo contrasto?
Circa la credibilità del governo, basta mettere assieme tutte le dichiarazioni del primo ministro e del suo super ministro all'economia, di questi ultimi anni.
E anche la conferenza stampa tenuta alla fine del G20 a Cannes: battute, ottimismo, frecciate ai giornalisti.
Nessun passo indietro da parte di Berlusconi, anzi.
Alle domande della giornalista di Report sull'evasione il ministro risponde "occupatevi d'altro".
Eppure il fondo monetario ci ha messo sotto osservazione, perchè non siamo credibili. E la nostra credibilità è crollata anche grazie al teatrino cui abbiamo assistito questo agosto, dopo il crollo delle borse.
Se fino a giugno 2011 si diceva che l'Italia stava uscendo meglio di altri paesi dalla crisi, ad agosto è stato un susseguirsi di manovre, contromanovre, proposte subito bocciate... e perfortuna che fino ad agosto non serviva alcuna manovra aggiuntiva.
Prima il taglio alle province, ai ministeri e il contributo di solidarietà.
Poi è arrivata la letterina dalla BCE a firma Draghi,Trichet.
Infine la manovra bis, dove è stato tolto il taglio alle province e il contributo di solidarietà riguarda solo gli statali.
Gran parte dei soldi si faranno con un aumento di tasse (come l'IVA) e dei ticket sanitari.
La patrimoniale accantonata.
E poi c'è il contrasto all'evasione.
E le auto blu? I doppi stipendi? I costi della politica?
Possiamo ancora aspettare la riforma fiscale, promessa nel 1994, nel 2002, nel 2004?
Ma di cosa discutono a Cernobbio, ministri, banchieri, lobbisti, politici?
La Boursier ha cercato di capirlo, facendo qualche domanda, senza tra l'altro ottenere risposte.
Qualche soldo si potrebbe recuperare facendo un accordo con la Svizzera sui capitali esportati: la Germania l'ha fatto, con aliquote tra 19 e 34% e ha recuperato 4 miliardi. Niente macelleria sociale.
Si stima che per i 100-200 miliardi italiani, si potrebbe recuperare circa 10 miliardi: perchè non lo si fa?
Non c'è fretta, dicono. Pare che Tremonti sia contrario all'accordo in cui si rivelano i nominativi (dopo aver fatto uno scudo fiscale al 5% anonimo).
Invece dell'accordo, si continua a parlare di condono.
D'altronde, di condoni il ministro Tremonti ne ha fatti tanti e diventa poco credibile nel ruolo di cacciatore agli evasori.
Come anche la Marcegaglia, che criticava il ministro, eppure anche lei ha scudato i suoi capitali. Il suo gruppo ha avuto dei problemi giudiziari per delle società offshore, indagini poi archiviate.
Nel 2008 Antonio Marcegaglia patteggia a Milano su una tangente Enipower e risarcisce circa 6 milioni. Ma l’inchiesta per falso in bilancio prosegue: tra il ‘94 e il 2004, negli acquisti di materie prime, avrebbe interposto società off-shore, creando fondi neri su 17 conti esteri, intestati a Steno Marcegaglia e ai figli Antonio ed Emma. A maggio la parte che riguarda l’evasione fiscale viene archiviata perché quei capitali sono stati condonati e scudati.
Lo scudo è un male necessario, stesse parole usate dal cavaliere a proposito dell'evasione.
Un male inevitabile, se lo stato ti chiede tanto.
Tanto è vero che pure il premier e le sue aziende sono finite sotto processo per evasione e poi si sono salvate per prescrizione e leggi ad personam.
O ad aziendam, come quelle per il contenzioso Mondadori col fisco.
Ma a quanto ammonta l'evasione? Non si sa, nessuno studio viene fatto: si stima un sommerso di 255-275 miliardi, per un totale evaso di 120 miliardi.
Quello che non si riesce a fare in Italia, si riesce in Inghilterra: ogni anno si calcola il "tax gap" e si riesce a capire quanto è l'ammanco per le casse. che è pari a 9 miliardi.
L'elusione del fisco delle banche.
Altro capitolo è quello dell'elusione (quando non si violano le leggi): le principali banche italiane sono indagate per "abuso di diritto", per crediti di imposta pagati all'estero.
Il fisco contesta 4 miliardi, ma difficilmente riuscirà a recuperarli tutti.
Perchè anche transando col fisco, comunque avrà un risparmio rispetto a tutte le tasse che avrebbe dovuto pagare.
L'operazione di credito all'estero di Unicredit, tra l'altro, sarebbe stata avallata dallo studio di Tremonti, il 9 aprile 2008. Quando era già ministro.
Qualche conflitto di interessi?
Eppure con tutti i soldi evasi si potrebbero abbassare le tasse, come quelle sul lavoro, con un bell'incentivo sulle assunzioni.
Perchè anche qui, ci sono persone che subiscono una tassazione a monte (come i lavoratori dipendenti e pensionati che contribuiscono all'80% dell'IRPEF) e altri, come gli autonomi, che dichiarano (non tutti, ma una parte) redditi inferiori al reale.
Ci sono gli artigiani che oggi, fanno un pò di nero perchè altrimenti chiuderebbero tutto e i bar che non fanno qualche scontrino.
Ma ci sono anche i grandi evasori. Quelli che portano i soldi in Svizzera e che usano dei prestanome per Yacht e Ferrari.
Persone come il signor Aleotti che ha chiesto lo scudo senza averne i requisiti (e il fisco gli ha contestato 500 milioni).
In questi casi l'Agenzia delle entrate preferisce patteggiare (e recuperarne una parte) anzichè lanciarsi in cause lunghe anni.
Come nelle cause contro le aziende che trasferiscono le perdire in società estere (è il caso dei commercialisti Pambianchi e Mazzieri): evasione per 60 miliardi, ma di questi ne rientraranno una parte.
I piccoli evasori sono tartassati da Equitalia, e i grandi patteggiano?
E poi c'è il mini condono per chi patteggia i contenziosi per le controversie sotto i 20000 euro. Contenziosi dove lo stato è soccombente per il 50% dei casi.
Accertamenti frettolosi o poca voglia di contestare il pagamento col cittadino?
Insomma, ancora parliamo di condoni (e che credibilità può avere allora la lotta all'evasione?) quando ancora non abbiamo riscosso tutto quanto era dovuto del vecchio condono del 2002.
E poi ci chiediamo perchè l'Italia gode scarsa credibilità.
Un male inevitabile, se lo stato ti chiede tanto.
Tanto è vero che pure il premier e le sue aziende sono finite sotto processo per evasione e poi si sono salvate per prescrizione e leggi ad personam.
O ad aziendam, come quelle per il contenzioso Mondadori col fisco.
Ma a quanto ammonta l'evasione? Non si sa, nessuno studio viene fatto: si stima un sommerso di 255-275 miliardi, per un totale evaso di 120 miliardi.
Quello che non si riesce a fare in Italia, si riesce in Inghilterra: ogni anno si calcola il "tax gap" e si riesce a capire quanto è l'ammanco per le casse. che è pari a 9 miliardi.
L'elusione del fisco delle banche.
Altro capitolo è quello dell'elusione (quando non si violano le leggi): le principali banche italiane sono indagate per "abuso di diritto", per crediti di imposta pagati all'estero.
Il fisco contesta 4 miliardi, ma difficilmente riuscirà a recuperarli tutti.
Perchè anche transando col fisco, comunque avrà un risparmio rispetto a tutte le tasse che avrebbe dovuto pagare.
L'operazione di credito all'estero di Unicredit, tra l'altro, sarebbe stata avallata dallo studio di Tremonti, il 9 aprile 2008. Quando era già ministro.
Qualche conflitto di interessi?
Eppure con tutti i soldi evasi si potrebbero abbassare le tasse, come quelle sul lavoro, con un bell'incentivo sulle assunzioni.
Perchè anche qui, ci sono persone che subiscono una tassazione a monte (come i lavoratori dipendenti e pensionati che contribuiscono all'80% dell'IRPEF) e altri, come gli autonomi, che dichiarano (non tutti, ma una parte) redditi inferiori al reale.
Ci sono gli artigiani che oggi, fanno un pò di nero perchè altrimenti chiuderebbero tutto e i bar che non fanno qualche scontrino.
Ma ci sono anche i grandi evasori. Quelli che portano i soldi in Svizzera e che usano dei prestanome per Yacht e Ferrari.
Persone come il signor Aleotti che ha chiesto lo scudo senza averne i requisiti (e il fisco gli ha contestato 500 milioni).
In questi casi l'Agenzia delle entrate preferisce patteggiare (e recuperarne una parte) anzichè lanciarsi in cause lunghe anni.
Come nelle cause contro le aziende che trasferiscono le perdire in società estere (è il caso dei commercialisti Pambianchi e Mazzieri): evasione per 60 miliardi, ma di questi ne rientraranno una parte.
I piccoli evasori sono tartassati da Equitalia, e i grandi patteggiano?
E poi c'è il mini condono per chi patteggia i contenziosi per le controversie sotto i 20000 euro. Contenziosi dove lo stato è soccombente per il 50% dei casi.
Accertamenti frettolosi o poca voglia di contestare il pagamento col cittadino?
Insomma, ancora parliamo di condoni (e che credibilità può avere allora la lotta all'evasione?) quando ancora non abbiamo riscosso tutto quanto era dovuto del vecchio condono del 2002.
E poi ci chiediamo perchè l'Italia gode scarsa credibilità.
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