“Così come non sono simulacri le bambole gonfiabili o meno che oggi si trovano sul mercato porno. Coloro che se le comprano non pretendono altro che servano bene allo scopo per il quale sono state fabbricate.Ben altra cosa è il simulacro.Non è un doppio ma una copia perfetta, parlante e ragionante come l'originale. È il caso dell'Elena euripidea. Nemmeno suo marito Menelao quando va a riprendersela a Troia, si accorge di avere di fronte una copia.È anche il caso, sia pure con qualche variante, di Pigmalione.È un simulacro modellato su una donna comune è Caracas, moglie di Gogol', malgrado Landolfi la definisca un fantoccio.Poi c'è un quarto tipo di simulacro.Quello che il pittore Oskar Kokoschka si fece fabbricare.
Come vedremo nelle pagine che seguono”.
Cosa è stato
quello tra il pittore e commediografo Oskar
Kokoschka e Alma
Mahler, una delle donne più belle di Vienna? Una storia d'amore
piana di passione, oppure qualche cosa d'altro?
Lo racconta Andrea
Camilleri in questo libro, basato sul diario postumo del pittore
tedesco, sui dialoghi delle sue commedie e sulle lettere, infuocate,
piene d'amore, scritte dai due nei primi mesi della loro relazione.
Almi tesoro,mi sento come se da una ferita al cuore io mi stessi silenziosamente, impercettibilmente, dissanguando, voglio solamente fluire dentro di te, venendo sempre più vicino a te, Alma.Se mai tu dovessi avere un figlio da me, significa che la natura è grande e buona, che è anche è piena di pietà e spazza via ogni cosa terribile e non ci separerà mai più, perché troviamo pace l'uno nell'altro e ora ci sistemiamo a vicenda.E ora stiamo scoprendo la santità della famiglia con te come madre.Lettera di Oskar scritta ad Alma
I
due si conobbero nell'aprile del 1912 a Vienna: lei è la giovane
vedova di Gustav Mahler, una delle donne più desiderate della
capitale dell'impero. Lui un giovane artista, iconoclasta, in rottura
con le tradizioni, né bello né particolarmente attraente per i
modi. Uno che si taglia i capelli a zero, come i detenuti, per
segnare la sua estraneità rispetti ai critici che lo definivano un
selvaggio e che non riconoscevano il valore della sua opera.
Forse
è stato proprio questo suo carattere da “orso”, ad
attrarre Alma, che lo volle conoscere in una cena a casa del dottor
Moll.
Alma
diventa la sua ragione di vita, l'essenza della opera: è lei ad
ispirare una delle sue opere più famose, “La sposa nel vento”.
Ma
il loro è anche un rapporto burrascoso: tanto il pittore è geloso
di lei, impedendole qualunque contatto in società, tanto lei non ama
sentirsi costretta in quel ruolo da relegata. La casa di Sommering
dove vivono assieme le sembra una prigione dorata. Dopo diversi
litigi, si arriva ad una rottura, cui contribuisce anche l'aborto cui
lei è costretta, dopo che Oskar le ha rinfacciato che quello che ha
in grembo potrebbe essere figlio di Mahler.
Oskar Kokoschka è scivolato via da me. Non è più con me. È diventato un estraneo indesiderabile .. So che sebbene egli sia da solo , continuerà a vivere e andrà avanti e starà probabilmente meglio così che con me. Ci rendevamo nervosi a vicenda, ora può vivere in pace e tranquillità. Nessuno lo metterà più in subbuglio. Lo voglio dimenticare. Non eravamo fatti l'uno per l'altro. Ci facevamo male.
Alma Mahler, diario
Oskar
parte per la guerra, dove viene ferito più volte. Ma la sua mente
torna sempre ad Alma. Cerca un nuovo incontro, sempre rifiutato da
lei, che ha conosciuto un nuovo amante, l'architetto Gropius
(l'inventore delle Bauhaus).
Come
placare la sua ansia d'amore?
Si
ritorna alle parole di Camilleri citate sopra: come Pigmalione, Oskar
decide di costruirsi una bambola, perfetta nella riproduzione della
donna amata. Spedisce alla artigiana di Monaco Hermine Moss, nel
1918, una lunga serie di lettere e disegni dove indica ogni dettaglio
delle pelle dell'amata Alma. Le cosce, la pancia, il monte di venere.
I dettagli delle vene, dei muscoli e delle ossa in rilievo.
La
bambola-simulacro dovrà essere perfetta: per lei compra degli abiti
su misura che fa arrivare da Parigi. Finalmente Alma potrà essere
sua e solamente sua, di sua proprietà: potrà stringerla a sé nel
suo letto, parlarle nella sua camera. Un'ossessione, coltivata anche
grazie all'aiuto della giovane cameriera Reserl, che subirà l'acme
con l'arrivo, nella sua villa di Dresda, dell'opera.
Il
rapporto a tre, tra l'artista, il simulacro e la cameriera, sfiorerà
gli argini della pazzia e troverà la conclusione, nell'ultimo atto
della pazzia di Oskar. Quando, con un gesto estremo, riuscirà a
liberarsi definitivamente di Alma.
Una
catarsi.
Il
libro di Camilleri è sia una ricostruzione storica di questo
episodio, forse poco noto, ma diventa anche un lavoro di psicologia
dei personaggi della storia. Un'analisi in cui si va a scavare dentro
le parole delle lettere e dei diari, unici testimoni dei fatti.
Camilleri ci porta dentro le stanze dove Oskar e Alma si amarono e
anche in quelle dove Oskar, in un atto di amore estremo, volle
tornare ad amare la sua donna in un ultimo tentativo.
La scheda sul sito di Skira
editore.
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