07 febbraio 2014

Meglio Putin (il paradiso può attendere)

Letta scrive al corriere (riportato da Il post) spiegando il perché della sua presenza a Sochi:
Caro Direttore, oggi sarò a Sochi, al fianco dei 113 atleti italiani, all’inaugurazione della ventiduesima edizione delle Olimpiadi invernali. È una scelta che rivendico. Proprio per questo non mi sottraggo al dibattito sull’opportunità della mia presenza. Meglio non andare, qualcuno ha detto. Meglio disertare per manifestare più esplicitamente il dissenso del nostro governo – già peraltro inequivocabile – rispetto alle discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali e alla limitazione delle libertà di espressione.
Insomma, a Putin Letta vuole dirglielo in faccia quello che pensa del suo regime (e degli accordi sul gas dell'Eni).
Perché nessuno possa pensare che l'Italia è il paese dove si discrimina chicchesia.
Noi che non blocchiamo le porte del parlamento e delle riforme istituzionali proprio a nessuno.
Perché lo sport non è politica, ma la politica ha bisogno dei successi dello sport per darsi lustro.

A proposito, se Letta poi si vuole fare un giretto anche nei paradisi fiscali, così oltre ai 500 ml fondo sovrano del Kuwait, possiamo anche recuperare qualche miliardo dagli evasori nostrani.




Sempre dal corriere, ma nella pagina di Report:

Non si capisce perché il governo Letta non abbia predisposto l’invio dei disegni legge per almeno i trattati già firmati, in fondo era sufficiente un copia-incolla ed è noto che “l’iter parlamentare è una corsa a ostacoli”, come sottolinea il senatore del M5S Luis Alberto Orellana, relatore in Commissione affari esteri al Senato dove è appena iniziato il calvario per la ratifica dei trattati con il Jersey e le Isole Cook. “Serve un passaggio in cinque commissioni diverse che ho già sollecitato”, precisa Orellana, “ in fondo basterebbe un’approvazione rapida per provvedimenti non emendabili in aula, ma la vedo lunga e non posso neppure prevedere i tempi”.

Volendo si possono velocizzare i cinque passaggi nelle commissioni e quindi in aula, così come in passato è accaduto per una ratifica di un accordo presentato dal governo Berlusconi. No, non era quello per lo scambio di informazioni fiscali con Panama e Cook, bensì la “Convenzione sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo”. Perché sotto sotto…il paradiso può attendere.

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