La faccia è salva, ora.
Renzi, come Letta prima di lui, potrà dire di aver mantenuto gli impegni.
Da qui, ad una vera legge sui partiti, c'è ancora molta strada da fare.
O meglio, ce ne sarebbe da fare, usiamo il condizionale: il tetto per i finanziamenti privati è alto, i controlli saranno post e prevederanno solo delle sanzioni: come per il decreto su bankitalia, anche questa legge è blindata
Il testo, com’è noto, è pieno di norme frutto di accordi di comodo scaturiti in commissione Affari costituzionali: fu modificato dai capigruppo Gelmini e Fiano quando c’era ancora il Pdl ma Forza Italia già era nell’aria. Ecco perché i 5 stelle ieri declamavano modifiche “di buon senso” che, se approvate, avrebbero reso meno “truffaldino” il provvedimento. Tipo: abolizione immediata di tutte le forme di finanziamento ai partiti (che invece restano fino al 2017), tetto massimo per le erogazioni liberali a 30 mila euro (ora invece sono oltre i 110), cassa integrazione per dipendenti di partito limitata al biennio 2014-2015 e non a vita (come è ora) e nessuna agevolazione di tariffa postale per chiedere il 2 per mille ai cittadini (il costo stimato, solo per il 2014, è di 9 milioni di euro). Nessuna di queste proposte sarà possibile discutere nella seduta fiume che, alla fine, consentirà di approvare in via definitiva il dl entro stasera o al massimo domani mattina. Poi, ovviamente, se ne riparlerà “in un momento politico diverso…”. Incidente permettendo.
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