Dei primi 100 giorni aveva iniziato a parlare Berlusconi
nel lontano 1994, parlando delle prime riforme del suo governo, in
un'intervista a Costanzo
Berlusconi: "Nei primi 100 giorni risolvo il conflitto d'interessi"
Ed ecco che il leader di Forza Italia ingrana la marcia ed espone, punto per punto, la sua visione delle cose. Subito il conflitto di interessi. "Ho preso l'impegno di risolvere la vicenda entro i primi cento giorni. Non consulteremo tre saggi italiani, ma un inglese, un tedesco e un americano. Tre alte personalità che proporranno la forma migliore per risolvere il conflitto tenendo conto della situazione politica italiana".
Tranquilli, poi il conflitto di interessi è rimasto lì, o
meglio: il conflitto è finito (anche grazie al centro sinistra, con
l'accordo di cui ha parlato Violante) ma gli interessi sono rimasti.
Di cose da fare nei primi 100 giorni (il numero magico), ne parlò
anche l'attuale segretario PD nonché futuro premier Renzi,
alla
Leopolda di Firenze nel 2012
Renzi: conflitto d'interessi entro cento giorni
Anche il sindaco però non risparmia affondi al gruppo dirigente del partito e rispolvera uno dei suoi cavalli di battaglia: «Noi stiamo dimostrando che si può fare politica abolendo il finanziamento pubblico ai partiti. E a chi dice attenzione perché così la politica la fanno solo i ricchi io rispondo che per evitare pasticci si doveva fare la legge sul conflitto d'interessi. I nostri dirigenti ne hanno parlato tanto ma non l'hanno fatta, neanche quando erano al governo. Noi la faremo nei primi cento giorni».
Anche questa volta, lettera morta. Nemmeno i renziani in
Parlamento parlano più di conflitto di interessi. Anzi,
paradossalmente a tirar fuori questa brutta espressione è stato
proprio Letta (il nipote ex presidente del Consiglio):
ovviamente la legge per regolare i conflitti di interesse è stata
ritirata fuori per ostacolare l'accordo tra Renzi e Berlusconi.
La faranno adesso la legge, direte voi. Ingenuamente.
Perché la maggioranza è ancora quella, forse rinfornzata coi
senatori responsabili di FI selezionati da Verdini che appoggeranno
il governo. Gli interessati smentiscono, ma a pensar male …
D'altronde B. è stato chiaro: c'è la persecuzione delle tasse,
dell'Europa e della giustizia.
Dunque niente ex Cirielli, niente falso in bilancio. Figuriamoci i
conflitti di interesse.
I giornali
di questi giorni magnificano l'azione (di immagine) del
neosegretario:
Renzi al lavoro per il governo, vuole i primi risultati entro 60 giorniIl sindaco di Firenze, ancora nella sua città, prepara la squadra. Via alla partita delle nomine nei vari enti, da Eni ed Enel a Finmeccanica e Poste
Le riforme più urgenti Cento, per dire, erano i punti programmatici della Leopolda. Ma non altrettanti saranno quelli del suo file Excel: il segretario vuole prendere con il Parlamento e i cittadini l'impegno a fare quattro o cinque cose concrete. I capitoli sono lavoro, scuola, tagli ai costi della politica, snellimento della burocrazia e naturalmente riforme. Ciascuno sarà dettagliato in azioni precise. Nel primo Cdm, ad esempio, potrebbe esserci un taglio al cuneo fiscale. Quanto alla squadra, ci sarà un forte ricambio rispetto al governo Letta, anche se gli alleati resteranno probabilmente gli stessi. La formula è: al massimo quindici ministri, tante donne, figure di alto profilo. A palazzo Chigi il segretario immagina una "cabina di regia", viene spiegato, che tenga il polso dell'azione dell'esecutivo. Uno dei primi dossier importanti cui dovrà mettere mano sarà poi quello delle nomine, da Eni ad Enel, da Finmeccanica alle Poste.
Nomine,
jobs act, cuneo fiscale, patto di stabilità e rapporto del 3% tra
debito e PIL, privatizzazioni …
Per
il resto c'è tempo.
Ma
quanto durano i primi 100 giorni per i nostri politici?
Per il momento, contentiamoci del toto ministro, con le inquietanti anticipazioni, come quella di Moretti alle infrastrutture.
Per il momento, contentiamoci del toto ministro, con le inquietanti anticipazioni, come quella di Moretti alle infrastrutture.
Nessun commento:
Posta un commento