"In questa storia non c'è niente in gioco a parte il primo emendamento della Costituzione, la libertà di stampa e forse il futuro di questo paese. .".E' il momento più alto del film sullo scandalo Watergate: sono le parole che il direttore del Washington Post Ben Bradlee rivolge ai suoi due cronisti Bob Woodward e Carlo Bernstein. I giornalisti che avevano seguito tutto lo scandalo Watergate: dall'infrazione alla sede dei democratici, agli assegni in tasca ai cubani che portavano ai fondi del comitato per la rielezione di Nixon. Fino ad arrivare ai fondi neri del partito repubblicano, centinaia di migliaia di dollari che furono usati per spiare, intercettare, screditare i democratici.
Tutti gli uomini del presidente, Alan J Pakula
Costruire false lettere con cui rovinare l'immagine dei candidati alle primarie del Partito Democratico.
Sciogliere con l'inganno raduni del partito.
Creare false notizie che mettessero in cattiva luce gli avversari.
I fondi neri erano ricondubili all'ex ministro della Giustizia Mitchell, ma l'inchiesta di Woodward e Bernstein arrivò direttamente dentro la Casa Bianca.
Nixon, i suoi consiglieri, il suo gabinetto, sapevano.
Il depistaggio e l'insabbiamento dell'inchiesta sul Watergate non servivano a proteggere i ladri per l'infrazione.
Servivano a nascondere al popolo americano e alla giustizia le intercettazioni illegali, lo spionaggio, le menzogne.
Tutte cose che il Washington Post scrisse nei suoi articoli, che portarono il presidente degli Stati Uniti Nixon, l'uomo più potente d'America, alle dimissioni.
Bernstein e Woodward poterono scrivere in libertà, sempre rispettando i canoni del giornalismo d'inchiesta, perché erano protetti alle loro spalle dal loro direttore, Ben Bradlee.
Nonostante le telefonate, gli attacchi dalla presidenza, le minacce.
Nonostante lo scetticismo del mondo del giornalismo, nonostante lo scetticismo degli americani, che non riuscivano a comprendere la portata della loro inchiesta. Che coinvolgeva i servizi segreti, il ministero della Giustizia, la Casa bianca. E la libertà di stampa.
Ben Bradlee è morto ieri, nella sua casa a Washington.
Chissà quanti coccodrilli leggeremo oggi sui nostri di giornali. Diretti da persone che spesso ci vanno a cena o alle feste coi potenti di turno.
Direttori che di fronte alle telefonate di minaccia per una notizia scomoda si mettono pure in ginocchio.
Lo stato dell'informazione italiana è raccontato dal crollo delle vendite: gli italiani hanno capito che se devi leggere delle favole, delle promesse, allora tanto vale guardare la televisione, che almeno è gratis.
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