Ancora ieri sera ad Otto e mezzo, la parlamentare Moretti spiegava come il TFR fosse un'operazione di restituizone di soldi agli italiani. Al chè, il direttore de Il fatto Padellaro, scuotendo la testa, cercava di spiegare che sono soldi già dei dipendenti.
Ma non importa, nella democrazia governata dalla televisione vince chi fa lo spot più efficace.
Che intorta più gli italiani.
Ma ora, la mission più difficile è intortare l'Europa, l'Ocse, con lo "scalpo" dell'articolo 18, che verrà discusso oggi in Senato.
Con decretazione d'urgenza.
Perché è urgente riformare per l'ennesima volta il lavoro e usare questa come vessillo da sbandierare in Europa.
Un po' come la bandiera dell'Isis che sventola sulla cima al monte Kobane.
Che forse dovrebbe preoccuparci un poì di più dei rigori della juve, del TFR e dei gufi nostrani. Che si sono sciolti come neve al sole alle prime minacce.
Sia dentro FI (è bastata una minaccia a Fitto) che dentro la ditta del PD.
Ottobre sarà il mese più lungo per l'Italia e per Renzi.
La manovra, il lavoro, l'Europa, i conti, i vescovi. La difficoltà nel trovare nuovi spot e nuovi nemici su cui distogliere l'attenzione.
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