Incipit
Impruneta, dicembre 1967
«Mamma...»
Alzò la testa dal cuscino e aprì gli occhi, era tutto buio. Aveva sognato, ma era quasi certo di aver parlato nel sogno. Si rimise giù e chiuse gli occhi. Aveva sognato che squillava il telefono nella notte. Lui si era buttato giù dal letto e aveva sceso le scale barcollando, con il cuore accelerato. Aveva alzato il telefono, e aveva sentito la voce di sua madre.
«Franco, ma che hai fatto? Com'è possibile che tu abbia fatto questo?»
A quel punto si era svegliato.[..]
Era stato solo un sogno, ma quelle parole le aveva sentite bene, non poteva ignorarle. Era la sua coscienza che veniva a presentargli il conto, per bocca di sua mamma. La sua colpa era di aver sostituito la giustizia dei tribunali con la sua personale giustizia. A sua discolpa poteva vantare la nobiltà delle intenzioni .. Aveva ammazzato tre uomini, i tre perversi assassini che avevano violentato e ucciso il piccolo Giacomo Pellissari .. [..]
Ma la notte era ancora piena di sogni, e si svegliò di nuovo accarezzando dolcemente Eleonora .. La bella e giovane Eleonora, che non riusciva a dimenticare .. Come non riusciva a dimenticare quella brutta storia … Si rigirava sotto le coperte, vedendo ancora il viso bello di lei che nel sogno gli sorrideva … Povera Eleonora, era diventata la vittima sacrificale di una faccenda che riguardava solo lui, un commissario che non era stato capace di fare il suo mestiere, che aveva fallito ...
Mentre leggevo questo libro me ne veniva in
mente un altro, più celebre, cioè “Il Conte di Montecristo” di
Dumas: come quest'ultimo, l'ultimo romanzo di Vichi
è una storia attorno a cui se ne avvolgono tante altre, che
affondano nel passato dei protagonisti. Storie che si intrecciano,
che partono dal filone principale per prendere una loro direzione per
poi rituffarsi nuovamente dentro la storia. Come l'estuario di un
fiume, dove le acque si dividono in mille rivoli che si separano per
poi ricongiungersi.
Cominciamo dal protagonista, il commissario Franco Bordelli di Firenze: qui lo troviamo reduce dalle ferite che la brutta storia con Eleonora gli ha lasciato addosso (“Morte a Firenze” del 2009 e “La forza del destino” sempre editi da Guanda).
Lui che voleva diventare deus ex machina per vendicare la morte del piccolo Giacomo come un Dio di quart'ordine, non si era reso conto dei rischi a cui aveva esposto l'amata Eleonora, la ragazza conosciuta durante l'alluvione di Firenze nel 1966.
In questo momento della sua vita è un uomo alle prese con i fantasmi del suo passato anche se, col proseguire del racconto, scopriremo che non sarà l'unico alle prese con questi fantasmi.
Il fantasma di un amore perso forse per sempre, con l'odore della donna che ancora si percepisce nell'aria. Una donna, Eleonora, che è continuamente nei suoi pensieri: sarà tornata a vivere dai suoi? Uscirà con un altro uomo o ancora non ha superato il dolore subito?
I fantasmi del suo passato, per tutte le volte che ha rischiato la vita in guerra. Per tutti i tedeschi che ha ucciso o ha visto morire (come in altri romanzi, anche in questo la memoria sulla guerra di Liberazione ha un peso importante).
Cominciamo dal protagonista, il commissario Franco Bordelli di Firenze: qui lo troviamo reduce dalle ferite che la brutta storia con Eleonora gli ha lasciato addosso (“Morte a Firenze” del 2009 e “La forza del destino” sempre editi da Guanda).
Lui che voleva diventare deus ex machina per vendicare la morte del piccolo Giacomo come un Dio di quart'ordine, non si era reso conto dei rischi a cui aveva esposto l'amata Eleonora, la ragazza conosciuta durante l'alluvione di Firenze nel 1966.
In questo momento della sua vita è un uomo alle prese con i fantasmi del suo passato anche se, col proseguire del racconto, scopriremo che non sarà l'unico alle prese con questi fantasmi.
Il fantasma di un amore perso forse per sempre, con l'odore della donna che ancora si percepisce nell'aria. Una donna, Eleonora, che è continuamente nei suoi pensieri: sarà tornata a vivere dai suoi? Uscirà con un altro uomo o ancora non ha superato il dolore subito?
I fantasmi del suo passato, per tutte le volte che ha rischiato la vita in guerra. Per tutti i tedeschi che ha ucciso o ha visto morire (come in altri romanzi, anche in questo la memoria sulla guerra di Liberazione ha un peso importante).
Il fantasma della madre che ogni tanto
gli appare (anche nei versi delle poesie che aveva scritto di
nascosto) e gli chiede “Franco, ma cosa hai fatto ...”
Una notte Bruno Arcieri era andato a bussargli a casa per chiedergli un favore. Lui non si era tirato indietro, e il destino aveva voluto che quel favore si rivelasse fondamentale per l'indagine sul bambino ucciso...
In fin dei conti si erano visto solo poche volte, non si poteva certo dire che fossero grandi amici. Però fin dalla prima volta si erano come riconosciuti ..Nonostante fossero profondamente diversi sentivano di avere qualcosa in comune.
Ma un
altro personaggio condivide il ruolo di primo protagonista con
Bordelli: ritroviamo qui il colonnello dei carabinieri Bruno
Arcieri, nato dalla mente dello scrittore Leonardo
Gori. Un altro uomo alle prese coi suoi di fantasmi: in un
incidente d'auto ha rischiato la vita. Un incidente non fortuito e
che lo porta a chiedersi chi lo voglia morto? Forse un suo ex collega
del Sid (rileggetevi il libro “Musica
nera”)?
Nell'ospedale dove ha trascorso la
convalescenza, ha potuto re incontrare Elena, la bella ragazza di cui
si era innamorato (e che aveva salvato dalla vita, in
quel maggio 1938, quando Hitler arrivò in Italia ...)
Sempre all'ospedale però, il colonnello incontra un ragazzo, Andrea, che sta scappando da qualcuno. Forse anche lui ha nemici molto potenti da cui nascondersi, come Arcieri: infatti appena dimesso viene ucciso.
Sempre all'ospedale però, il colonnello incontra un ragazzo, Andrea, che sta scappando da qualcuno. Forse anche lui ha nemici molto potenti da cui nascondersi, come Arcieri: infatti appena dimesso viene ucciso.
Per scoprire chi è questo assassino,
Arcieri torna a Firenze nelle vesti di un barbone, per destare meno
sospetti: in queste misere vesti viene riconosciuto da Bordelli che
lo ospiterà a casa sua, sulle colline dell'Impruneta.
Di fronte ad un austera scrivania, sopra un bellissimo tappeto orientale con motivi azzurri, un uomo sui cinquant'anni, in vestaglia e pantofole, era disteso sul dorso con gli occhi sbarrati, un fioretto conficcato tra le costole e le mani strette intorno alla lama.
Il delitto: torniamo al filone
principale della storia, che è l'indagine sulla morte di Antonio
Migliorini, un ricco industriale vedovo, che viene ritrovato morto
nella sua camera.
Un caso che almeno scuote Bordelli dal
suo torpore, dal suo continuo pensare e ripensare ai fantasmi.
Doveva ammettere di sentirsi disorientato. Di solito, quando arrivava sulla scena di un omicidio gli sembrava di percepire vagamente l'indole del suo assassino .. Nulla di preciso, solo una sensazione, magari anche sbagliata.
Ma
è un caso difficile: nessun testimone, nessun motivo plausibile,
nessuna pista da poter seguire. Antonio Migliorini era una brava
persone, stimato e benvoluto dagli amici.
Chi poteva aver ucciso un uomo del genere? Quasi certamente era stato lui stesso ad aprire la porta al suo assassino, e doveva anche conoscerlo bene, visto che era in vestaglia. Ma chi poteva essere stato? Un invidioso? Un marito ingannato? Un'amante rifiutata? Porca miseria, girava a vuoto, si faceva sempre le stesse domande....
E se invece Migliorini avesse avuto una doppia vita?
Dopo la morte della moglie, aveva avuto
molte storie con altre donne, di cui credeva di essersi innamorato.
Alcune erano anche delle escort di lusso.
E forse, è proprio questa la pista giusta: ultimamente aveva instaurato una relazione clandestina con una signora della Firenze bene. Una donna ricca, bellissima e purtroppo sposata.
E forse, è proprio questa la pista giusta: ultimamente aveva instaurato una relazione clandestina con una signora della Firenze bene. Una donna ricca, bellissima e purtroppo sposata.
Bordelli, nei giorni frenetici che
precedono il Natale, deve assolutamente trovare questa donna.
E risolvere l'enigma.
Adesso poteva finalmente pensare un po' con calma. Insomma la donna misteriosa esisteva davvero. Probabilmente era bellissima, e Antonio era molto innamorato di lei. Volevano sposarsi e fare il giro del mondo … Bene, ma come faceva a trovarla?
Fantasmi del
passato è una libro pieno di tante storie: storie di guerra, della
Liberazione, delle vecchie indagini del passato. Storie raccontate
dai tanti personaggi dell'universo vichiano (il medico Diotivede, il
filosofo Dante, l'ex ladro Botta, il collaboratore Piras) attorno ad
un fuoco.
Il mezzo, il commissario e anche uomo
Bordelli. Un uomo tormentato dal passato, dai suoi amori, ma non
ancora disilluso dalla vita. Con ancora la voglia di innamorarsi, di
andare ad indagare nell'animo umano, di accettare le sfide della
vita.
E' una storia che non può avere fine
con questo romanzo: ci sono troppi fili che non possono interrompersi
qui. Come finirà la caccia di Bruno Arcieri agli assassini di Andrea
e ai suoi ex colleghi dei servizi?
Riuscirà Bordelli a riallacciare il rapporto con Eleonora?
Riuscirà Bordelli a riallacciare il rapporto con Eleonora?
Aspettiamo il prossimo romanzo di Vichi
… nel frattempo, buona lettura!
Le poesie presenti nel libro sono della madre di Vichi, Paola Cannas:
Le poesie presenti nel libro sono della madre di Vichi, Paola Cannas:
E lentamente il sole inonda la campagna
in questo autunno dolce come allora.
E i secoli son nulla.
Paola Cannas
ultimi versi della poesia “autunno in Toscana”,
Il sito di Marco
Vichi e quello di Leonardo
Gori e la scheda del libro sul sito di Guanda.
I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon.
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