29 aprile 2021

La credibilità dello Stato e la giustizia per le vittime del terrorismo

Giustizia è fatta, anche a distanza di anni.

Vendetta dello stato, a cinquant'anni di distanza, da parte dello Stato.

E allora i terroristi neri?

Grazie al governo che da credibilità alle istituzioni.

Come da prassi, l'arresto dei sette italiani condannati per crimini compiuti negli anni settanta (alcune ex BR, l'ideologo dei PAC e un dirigente di Lotta Continua) hanno suscitato reazioni da tifo da stadio.

Non si riparano del tutto i danni compiuti con questi arresti (e comunque dovremo attendere l'iter dell'estradizione), ma rimane il fatto che dietro questi arresti ci sono degli omicidi, con tanto di processi finiti con una sentenza passata in giudicato.

Come ha scritto Mario Calabresi ieri (figlio di Luigi Calabresi, ucciso da un commando di Lotta Continua nel 1972) "non devono esistere zone franche per chi ha ucciso. La giustizia è stata finalmente rispettata. Ma non riesco a provare soddisfazione nel vedere una persona vecchia e malata in carcere dopo così tanto tempo".

Forse potremmo approfittare di questi arresti e del loro ritorno in Italia per fare anche qui quello che è stato fatto in Sudafrica alla fine dell'apartheid.

Chiudere gli anni di piombo facendo luce su tutte le zone d'ombra, comprese le responsabilità di pezzi delle istituzioni su tanti episodi (cominciando dalla strage di piazza Fontana su cui si aspetta sempre i nomi dei mandanti).

La destra italiana può tanto esultare, per questo barlume di giustizia che non rinfrancherà del tutto i parenti delle vittime, ma per ridare completa credibilità allo Stato, al nostro stato, servirà qualche passo in più.

Ieri sera su La7 nello speciale sulla mafia si parlava del delitto Borsellino, alla luce delle "nuove" dichiarazioni di Maurizio Avola.

Passati più di venti anni, l'unica cosa certa è il depistaggio di stato con la falsa pista Scarantino, conosciamo alcuni dei mafiosi presenti in via D'Amelio, ma ancora non sono chiari i perché. C'entrava la trattativa che si stava imbastendo con la mafia dopo Capaci? C'entrava il dossier su mafia e appalti?

Dunque, quanto successo ieri non può definirsi vendetta, ma il percorso per dare giustizia a tutte le vittime del terrorismo, nero e rosso, e ridare credibilità alle istituzioni, la strada è lunga.

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