A Paluel ci sono 4 reattori: i lavori peggiori e pericolosi sono portati avanti da lavoratori precari i “nomadi del nucleare”. Due di questi parlano dei rischi “ogni volta che rimani contaminato, ti dicono che non hai niente .. ma non ti danno i risultati dei controlli e se li chiedi ti dicono che non li hanno, che se li sono dimenticati”.
Queste due persone che nel loro lavoro hanno subito diverse contaminazioni, sono pagati 1300 euro netti/mese, dopo 22 anni di lavoro.
Domanda che è stata rivolta alle persone che convivono con le centrali: sapete cosa fare in caso di incidente? Si rimane confinati in casa, a prendere le pastiglie per la tiroide. In Francia le persone rimarrebbero rinchiuse nell'aria del triangolo, senza altra scelta.
D'altronde qui, le aziende del nucleare (che hanno come unico obiettivo raggiungere l'obiettivo prefissato di materiale da smaltire) hanno comprato il consenso dei comuni, dando dei soldi con cui sono state costruiti monumenti, piscine, lampioni.
Germania.
Di Asse e del deposito di Konrad, in costruzione si è già parlato. Qui A Berlino, un membro della CDU non nasconde i problemi dei deposito “abbiamo fatto degli errori nel passato [riferendosi al deposito di Asse, nella miniera che rischia di crollare]”. La decisione di spostare avanti la data di dismissione delle centrali ha causato vivaci proteste.
Il punto è che ogni anno si producono 400 tonnellate di scorie: ogni anno in più di vita delle centrali non fa che aggravare il problema. Non solo per le scorie più pericolose (per cui non esiste soluzione), ma per il momento anche per quelle a media pericolosità. Prendersi cura delle scorie come si vede, ha un costo enorme.
E in Italia?
Il sottosegretario Saglia spiega che si vorrebbe individuare dentro l'agenzia del nucleare (ancora sulla carta), un dipartimento dedicato alla radio protezione.
Non ce ne è una funzionante al mondo ancora (e il sottosegretario dice che sono sicure al 999 per mille).
In Francia ne stanno costruendo uno, di impianto Epr, a
Flamanvile.
La EDF ha cercato di tranquillizzare la gente, che comunque non si fida. Non sono stati comunicati i tempi di consegna (anziché 4 anni, forse 7 anni), i costi complessivi.
Qui si sta costruendo una specie di prototipo: questo è quello che l'Italia sta comprando. Un prototipo, con tante rassicurazioni sulla carta.
Anche in Finlandia, la Areva sta costruendo un Epr a Olkiluoto. Anche qui, ritardi (non si sanno i tempi di consegna), molti dubbi sulla sicurezza con cui sono stati portati avanti i lavori. Dopo questo cantiere, Siemens ha cessato la collaborazione con Areva.
Un operaio del cantiere racconta delle pressioni per fare i lavori comunque in fretta, senza preoccuparsi delle procedure per la sicurezza.
È stato l'ente di controllo per le radiazioni del governo finlandese a imporre delle migliorie al progetto, come l'invulnerabilità ad attacchi aerei. Il progetto iniziale non li prevedeva e ancora ad oggi, non si conoscono i costi complessivi a progetto finito:
“Un uomo del governo finlandese – racconta Iacona – ci ha detto ‘Viste le problematiche che stiamo incontrando con questa nuova tecnologia francese è evidente che la Francia ci ha usati come cavie’”. Eppure il nostro ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, tornò entusiasta dopo la visita francese nel cantiere di Flamanville.
Torniamo da noi: a fine inchiesta rimane una sensazione di non saperne abbastanza dei rischi del nucleare.
Se a Berlino la gente protesta contro la decisione di prolungare la vita delle centrali un motivo ci sarà: non si può parlare sempre di effetto Nimby.
Servirebbero altri studi, maggiore trasparenza, una maggiore fiducia nei confronti degli enti di controlli governativi e delle imprese che costruiranno i reattori.
Ci sono ancora i dubbi sulle scorie, sulla convenienza del nucleare (e penso che forse convenga solo a chi costruisce gli impianti).
No, dopo aver visto la puntata di Presadiretta, credo che sia bene non fidarci di quanto viene promesso.
Sono soldi nostri, e c'è in ballo la nostra salute, quella delle prossime generazioni.
- La presentazione della puntata a Il fatto quotidiano.
. Il kikk study, sul sito bfs.de (sicurezza dall'inquinamento delle radiazioni)
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