Se Schifani è stato fischiato a Torino da grillini, popolo viola o altro (comunque squadristi, comunque ex elettori PD), i fischi al (l'ex) sindacalista Bonanni proverrebbero dai centri sociali.
Squadristi e anti democratici anche loro: Letta (quello che aveva promesso il Vietnam alla Camera a Berlusconi)
"Voi non avete niente a che fare con la democrazia. Siete il contrario di cui ha bisogno il Paese. Siete antidemocratici".
Ciò a cui abbiamo assistito è gravissimo, è l'espressione del rifiuto della democrazia e ritengo che siano stati compiuti reati molto gravi''.
Bersani, quello della fogna del berlusconismo
"Si è trattato di un atto di intimidazione e di vera e propria violenza, un attacco squadrista. E' inconcepibile che una festa popolare, che vive nel pieno centro della città, possa essere attaccata in questo modo. Attendiamo di conoscere dal ministero dell'Interno quali misure preventive e repressive siano state prese per impedire un episodio del genere".
Dialogo, democrazia, confronto. Tutto ciò non ha nulla a che fare con i fumogeni, la violenza e l'impedire ad altri di parlare.
Ma cosa ne sanno Bonanni, Cesa, Letta, Bersani di dialogo e confronto?
Si sono mai confrontati con gli elettori, con gli operai, con libere domande?
La violenza (e i fumogeni, e i fischi) aiutano poco la democrazia. Perchè ci sarà sempre qualcuno pronto a soffiare sul fuoco, un Saccono o un Calderoli. Scrive Serra a proposito del diritto alla parola:
A gongolare per l'episodio torinese (che si somma alla contestazione, meno incivile ma ugualmente sgradevole, a Schifani) sono da un lato gli aggressori che possono compiacersi delle proprie gesta; dall'altro quelli della curva opposta, come il ministro Sacconi al quale non è parso vero scaricare sulle spalle del mitissimo (fin troppo) Pd la responsabilità dell'accaduto. È matematico, ed è un calcolo antico ormai di un paio secoli: l'estremismo è una benzina che brucia le idee e le energie (a volte anche la vita, propria e altrui) e lascia campo solo alla conservazione del potere.
Risultato della serata di ieri è che ancora una volta non si è parlato del futuro dell'industria italiana, dei posti e dei diritti a rischio dei lavoratori (e vedo poche persone esprimere solidarietà a quanti stanno perdendo il posto).
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