13 febbraio 2011

La lobby di Dio di Ferruccio Pinotti

Fede affari e politica. La prima inchiesta su Comunione e Liberazione e la compagnia delle opere.

Quello di Ferruccio Pinotti è un lungo viaggio dentro il mondo di Comunione e Liberazione: le origini del movimento (il gruppo di studenti che si riunì attorno alla sigla “gioventù studentesca”), i primi passi dentro l'università (nei difficili anni 70), i legami con la politica. La Democrazia Cristiana prima, poi il passaggio a Forza Italia e ora, l'avvicinamento al movimento della Lega Nord.
Il clima che si respira al meeting di Rimini, dove è possibile incontrare i vertici dell'economia, delle banche, dei partiti di centrodestra (ma anche esponenti del centrosinistra); ma anche i tanti volontari che passano una settimana qui, per lavorare gratis.
Che cosa è Comunione e Liberazione: dai primi insegnamenti di Don Giussani al Berchet e alla Cattolica, sono passati tanti anni. Oggi dietro Cl si nasconde un mondo di politici (come il governatore della Lombardia Formigoni, che ha scelto di non rispondere alle domande dell'autore), professionisti (nell'economia, nella sanità, nell'amministrazione) e anche volontari. Ma anche un mondo che cerca di applicare gli insegnamenti religiosi ricevuti in modo concreto nel mondo civile: “o protagonisti o morte”.
E i membri di Cl lo stanno diventando, protagonisti: tramite la galassia di imprese associate alla Compagina delle Opere, Cl controlla vasti pezzi della sanità, della scuola e dei servizi. Nella Lombardia ma anche nel resto del paese, come racconta l'autore, in Sicilia e in Calabria.
Ecco, gli aspetti imprenditoriali-affaristici della Cdo lasciano alquanto perplessi: come si coniuga il volontarismo e il non-profit con gli appalti che le aziende (spesso in modo poco trasparente, spesso senza gara, spesso grazie a quella rete di amicizia la cui dimensione reale sfugge) incassano?
Come si coniuga i valori cristiani con i tanti scandali emersi in questi anni, che vedono come protagonisti queste aziende?
Pinotti racconta dello scandalo Why Not, che ha portato alla condanna in primo grado di Antonio Saladino, responsabile della Cdo nel sud. Un'inchiesta, quella di De Magistris, che è stata ostacolata in tutti i modi dalla politica, forse perchè, al pari dell'inchiesta sulla Loggia P2 nei primi anni 80, stava portando alla luce un intreccio tra massoneria, politica, generali, finanzieri. Che usavano fondi pubblici per scopi ben poco nobili, di certo ben distanti da quelli di creare posti di lavoro nel sud.
Come in Sicilia, con il Cdo regionale che ha avuto legami col Cerisdi e poi con Sviluppo Italia, società pubblica molto chiacchierata, per i soldi sprecati in opere costose, faraoniche, legate ad interessi di personalità politiche locali.
Si racconta anche dello scandalo Oil for food, che ha sfiorato, per la scoperta del conto corrente Memalfa, i
Memores Domini (“monaci guerrieri” che praticano la castità e vivono in residenze comuni). Degli appalti della cooperativa La Cascina (nelle mense dei Cie) partita da una inchiesta di Bari. Le bonifiche a Milano nell'area Montecity, che ha portato agli arresti di lady Abelli e Giovanni Grossi. La truffa dei corsi di formazione a Padova, da parte della Cosmi Group.

Ecco, perchè un libro su Comunione e Liberazione? Iniziamo col dire che questo non è un libro contro, ma un libro su. Sapere come vengono usati i fondi regionali in regione Lombardia, in nome del principio di sussidiarietà, è importante. Soprattutto se si pensa che questa politica, di togliere soldi al pubblico (nella sanità, nelle scuole) per darli senza gara a dei privati la si vorrebbe applicare a tutto il paese.
Politica che, si comprende subito, non porta a migliore servizio per un cittadino ( questo lo dicono gli scandali che si leggono sui giornali, come quello del Santa Rita, lo stato delle scuole pubbliche in regione, le code e le attese per una prestazione sanitaria), non porta ad una sana competizione tra pubblico e privato. Una privatizzazione dei servizi pubblici che in realtà diventa un sistema di imprese facenti parte di un gruppo, che oera in regime di quasi monopolio con i soldi pubblici.

Un capitolo molto interessante è quello in cui si racconta il mondo di Cl dall'interno: di chi ne fa parte, di chi ne è poi uscito. Come si entra dentro questo gruppo? Come si vive questa esperienza nella vita di tutti i giorni?
Non sempre ne esce un quadro molto idilliaco: la testimonianza di ex membro, Bruno Vergani, racconta di un mondo in cui vige l'obbligo all'obbedienza al proprio superiore, perchè l'autorità è “incarnazione di Cristo” in terra.

Racconta Pinotti: “Don Giussani, il fondatore di CL, voleva portare la Chiesa nella società. I suoi successori hanno trasformato la Chiesa in una società per azioni.”

Nel finale, l'autore si domanda su quale potrebbe essere il futuro di Cl (dopo la morte di Don Giussani) , se diventare una prelatura come Opus Dei o continuare con una crescita casuale sul piano religioso ma rapida in quanto ad occupazione di spazi sociali nella scuola, sanità, impresa. Per dare alla Chiesa un power network sempre più affidabile, ma che la espone sempre di più a scandali, a divisioni sia orizzontali che verticali.
E conclude:

“L'abilità con cui Cl ha colonizzato in pochi anni una regione trainante come la Lombardia e la sua velocità di espansione in regioni come Piemonte, l'Emilia Romagna, la Calabria, la Sicilia destano preoccupazione per il radicarsi di un 'metodo' che – inchieste giudiziarie a parte – cresce senza limiti e controlli.
Sarebbe interessante chidedersi in questo senso se la Banca d'Italia, attraverso la sua vigilanza, abbia pensato di effettuare una indagine accurata per verificare se l'aumento delgi accordi tra istituti di Credito e Compagnia delle Opere prefiguri condzioni preferenziali di acesso al credito e una differenza di trattamento tra imprese garantite dal networl di Cdo e imprese senza raccomandazioni. O se l'antitrust non veda nelle 34000 imprese della Cdo la nascita di un cartello.
Sarebbe utile capire, come abbiamo cercato di fare noi, quali e quanti appalti vengono vinti dalle imprese della Cdo in quelle aree in cui il potere politico ciellino è forte. O perchè certi professionisti, solo perchè di aea Cl, lavorino più degli altri; o la ragione di certe misteriose e veloci carriere. In un'Italia smpre più dominata da consorterie, gruppi, lobby, massonerie e bande varie, porsi questi quesiti significa avere a cuore il proprio paese, preoccuparsi delle generazioni che verranno e di è più debole e meno preparato ad affrontare una competizione via via più scorretta e ingiusta. Questo lo spirito di servizio che ha animato la nostra inchiesta.”

Alcuni spunti:
Il rapporto di Cl con la Lega.
Il modello lombardo.

La scheda sul sito di Chiarelettere.
Il sito di Ferruccio Pinotti.
Il link per ordinare il libro su internetbookshop.
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