Il dl anti-corruzione è un po'
l'ultima spiaggia del governo dei tecnici: dopo tante promesse,
liberalizzazioni, riforma della Rai, crescita, rigore (sui conti, ma
non per gli stipendi dei supermanager né per i costi della
politica), la lotta alla corruzione farà da spartiacque per questa
legislatura. Vedremo se almeno i tecnici riusciranno ad avere quello
scatto d'orgoglio (che viene chiesto agli italiani) per riportare
finalmente l'Italia in Europa. Riportare l'Italia in posizione meno
imbarazzanti in quanto a corruzione, perdita di credibilità, scarsa
attrattività per i capitali esteri (e anche quelli italiani).
Oramai
dovrebbe essere chiaro: Marchionne a parte, tutto sanno che è per
colpa delle mafie, delle mazzette, della giungla della burocrazia se
in Italia è difficile fare impresa.
Oggi si fa impresa grazie
alle relazioni, alle amicizie, al fatto di far parte di un clan.
Basta vedere chi siede (spesso su più poltrone) sulle poltrone di
banche e assicurazioni, tanto per dirne una.
Già, ma se la
legge di contrasto alla corruzione (traffico di influenze, reato di
autoriciclaggio, revisione della ex Cirielli per aumentare i tempi di
prescrizione) è così importante, e la chiede pure l'Europa
(l'Italia non ha ancora ratificato il trattato di Strasburgo in tema
di corruzione), come mai ha avuto una vita parlamentare così
movimentata?
Domanda retorica.
Per capire come mai tutti
parlano di corruzione ma sono in pochi a voler fare veramente
qualcosa, basta andare a vedere come è composto lo sesso Parlamento
che dovrebbe approvare questo norme a contrasto.
Sergio
De Gregorio, senatore della repubblica, è agli arresto
domiciliari a seguito di una inchiesta sull'appropriazione indebita
di 20 milioni di euro di finanziamenti al quotidiano L'Avanti!.
Il
direttore del giornale, Valter Lavitola, in una lettera a Berlusconi,
afferma di averlo comprato (come un ortaggio da supermercato) ai
tempi del governo Prodi.
Alberto
Tedesco, l'ex assessore alla sanità poi rifugiato in Senato, è
indagato dalla procura di Bari con l'accusa di associazione a
delinquere. È stato salvato dall'arresto dalla giunta per le
immunità.
Luigi
Lusi, l'ex tesoriere di un partito che non esiste più, la
Margherita, ma che ha continuato ad intascare soldi pubblici, è
stato arrestato con l'accusa di aver distolto dalle casse del partito
dei soldi. Come un ladro. Soldi poi fatti rientrare in Italia grazie
allo scudo fiscale.
Vincenzo
Nespoli, senatore e sindaco di Afragola (di lui si era già
occupata Report in una puntata precedente, sui politici che tengono i
piedi in due scarpe). È accusato di bancarotta fraudolenta per la
vicenda del fallimento dell'istituto di vigilanza La Gazzella.
L'onorevole Salvatore
Margiotta,
è stato indagato dalla Repubblica di Potenza per tangenti legate
agli appalti per l'estrazione di petrolio in Val d'Agri. Assolto dal
Gup in udienza di rito abbreviato, il pm ha fatto appello.
Nicola
Cosentino, detto Nick 'o americano, è accusato di concorso
esterno in associazione mafiosa. Accusato da diversi pentiti di avere
avuto rapporti con i clan casalesi. Il parlamento lo ha sempre
salvato dall'arresto.
Alfonso
Papa, ex magistrato poi finito al ministero della giustizia,
è stato invece arrestato, a seguito dell'inchiesta sulla cosiddetta
P4. L'inchiesta su Bisignani e le sue telefonate a politici, manager
di aziende di stato, giornalisti.
Queste persone dovrebbe
votare il DL che avrebbe al suo interno articoli che contrastano la
corruzione, il traffico di influenze (tu mi voti e io ti prometto
..), l'ineleggibilità di candidati con condanne alle spalle (il
famoso Parlamento pulito che quando fu presentato da Grillo fece
tutti gridare allo scandalo), anche in primo grado.
Voi ci
credete?
La prima puntata della nuova stagione di Report “Oggi
in Parlamento” parla proprio di loro. Quello che oggi
stanno in Parlamento, a fare le leggi. Non in nome del popolo
italiano, questo lo abbiamo capito. L'inchiesta è di Bernardo
Iovene che edizioni passate di Report aveva condotto inchieste
sui finanziamenti ai partiti, all'editoria e ai giornali di partito,
tra le altre cose).
La presentazione della Gabanelli:
La presentazione della Gabanelli:
La scheda della puntata:
Sono 13 anni che il Consiglio d’Europa chiede invano all’Italia di recepire e ratificare la Convenzione Civile e Penale di Strasburgo sulla corruzione. Secondo la Corte dei Conti, il costo della corruzione per il nostro Paese è di 60 miliardi l'anno. Una cifra impressionante, ma ci siamo mossi solo dopo l’ennesimo scandalo sui finanziamenti per la ricostruzione post terremoto de L’Aquila, quello che ha coinvolto la famigerata cricca, perché nelle Commissioni del Parlamento si discutesse per la prima volta un disegno di legge contro la corruzione nella PA.
Un cammino faticoso che dovrà fare i conti con i fantasmi di Tangentopoli che si aggirano ancora tra gli scranni e con la diffidenza verso la magistratura che rischia di ostacolare una legge che in un paese normale si approverebbe senza pensarci troppo con voto unanime. Ma il nostro Parlamento, per come è composto, è in grado di approvare una legge che consenta una lotta seria alla corruzione nella Pubblica Amministrazione, visto che molti dovranno in sostanza decidere sulla propria sorte? Tra Deputati e Senatori a oggi si conta un numero rilevante di indagati e condannati per reati contro la Pubblica Amministrazione, corruzione, concussione, appropriazione indebita, bancarotta fraudolenta, finanziamento illecito, associazione per delinquere e favoreggiamento alla mafia. Per molti, si è toccato il punto più basso della storia della Repubblica. Dal 1994 ad oggi solo la Giunta delle Autorizzazioni della Camera ha analizzato 500 casi di procedimenti giudiziari. Solo nell’ultima legislatura per la prima volta un Deputato e un Senatore sono finiti in carcere per reati non di sangue.
L’inchiesta ricostruirà, tra gli altri casi, come la Giunta si è comportata nelle vicende De Gregorio, Tedesco, Lusi, Nespoli, Margiotta, Cosentino, Papa. Bernardo Iovene ha inoltre intervistato il Presidente Vizzini e vari parlamentari che sono alle prese con problemi giudiziari di varia natura come Landolfi, Brancher, Farina, Grillo e Del Pennino.
Notizie in tema
- voto in Sicilia, un esercito di inquisiti
- Il Tesoro: “Manager indagati via dalle aziende pubbliche e paghino i danni”
Le altre inchieste della puntata.
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"OGGI
NEGLI ENTI", di Luca Chianca
Dietro le vicende giudiziarie che
hanno coinvolto la Regione Lazio, quelle della Lombardia e della
Puglia, ce ne sono altrettante che interessano gli amministratori di
province e piccoli comuni. Si calcola che solo per il reato di
corruzione sono ben 400 gli amministratori coinvolti. Poi ce ne
sono molti altri incappati in indagini, processi o condanne per vari
reati. Ma sono accomunati da un vizio comune: nessuno si dimette,
perché così fan tutti e soprattutto perché la legge glielo
consente visto che in troppi casi non prevede, fino alla sentenza
definitiva, nessuna sospensione dalla carica per tutelare l'interesse
pubblico delle Istituzioni. E i partiti spesso stanno a guardare.
Per la rubrica "C'è chi
dice no: QUELLI DEL MASO CHIUSO”, di Emilio Casalini
I masi, le tipiche abitazioni
dell'Alto Adige, quelle con le stalle annesse e i prati sempre
curati, dovevano sparire. L'aveva previsto una vecchia Commissione
Europea guidata dal commissario europeo Sicco Mansholt per consentire
che le mucche scendessero a valle per poter produrre il latte a minor
costo. Alle scelte europee però si sono opposti, hanno resistito per
oltre vent'anni a differenza di altre regioni dell'arco alpino che
invece hanno i crinali abbandonati. E alla lunga i fatti gli hanno
dato ragione. Oggi ci sono ancora 18mila masi abitati, l'economia
delle valli altoatesine è tra le più fiorenti d'Europa, la
disoccupazione sparisce, il reddito cresce. Ed i finanziamenti
pubblici qui servono davvero alla collettività. Un microcosmo che
funziona e dove l'equilibrio tra uomo e ambiente è perfetto.
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