13 febbraio 2016

La gita a Tindari, di Andrea Camilleri

«Nessuna pietà per nessuna cosa, nemmeno per sé stessi, 
e la morte finalmente messa a servizio del genere umano ..»
Joseph Conrad, l'Agente segreto

Le prime righe:
Che fosse vigliante, se ne faceva capace dal fatto che la testa gli funzionava secondo logica e non seguendo l'assurdo labirinto del sogno, che sentiva il regolare sciabordìo del mare, che un venticello di prim'alba trasìva dalla finestra spalancata.

Può un'intuizione per la risoluzione di un caso arrivare da un albero, un ulivo saraceno, da un libro, l'agente Segreto di Joseph Conrad, e dalle parole enigmatiche, in stile mafioso, di un boss nostalgico della vecchia mafia, ma non pentito dei suoi delitti?
È quello che succede al commissario Montalbano nell'inchiesta che riguarda la scomparsa di due anziani, i coniugi Griffo, e la morte di un ragazzo, ucciso davanti al portone del palazzo.
Due casi che all'apparenza sono slegati, uniti solo dalla combinazione del caso, i Griffo e Nené Sanfilippo vivevano nello stesso palazzo.
Non si conoscevano né tanto meno si frequentavano, anzi i due “vicchiareddri” non avevano rapporti con nessuno nello stabile e nemmeno avevano legato con gli altri partecipanti della gita a Tindari, a cui hanno partecipato la domenica della loro scomparsa.
Perché quella gita? Chi ha prenotato per loro il viaggio? Che fine hanno fatto tornati a Vigata? Non avevano problemi economici né di salute. Quale “medico coscienzioso” ha ordinato loro la gita, per starsene fuori casa una giornata intera? ..
Sono tante le domande cui il commissario e Fazio devono dare una risposta, che dovranno cercare andando ad interrogare i compagni di gita, gli altri inquilini di via Cavour.
E poi c'è l'altro caso, “Sanfilippo Emanuele, ovvero Nené, Gerlando e di Patò Natalina ..” come direbbe Fazio col suo complesso dell'anagrafe: ucciso davanti il portone con un colpo in testa, viveva in un appartamento pieno di comfort, due auto in garage, gidirommi e videocassetti piene di immagine vastase.
Sul computer di casa, una serie di lettere scritte all'amante e un romanzo, all'apparenza simile a quello di Asimov Io robot ..
“Ca quali affari e affari. Littre di pilo sono”.Non ho capito”.Arrosì Catarella. “Sono littre comu a dire d'amori, ma ...”Va bene, ho capito. E in quei dischetti?”.Cose vastase, dottori. Mascoli con fimmine, mascoli con mascoli, fimmine con fimmine, fimmine con armali ...”


Tanto la vita dei coniugi Griffo era all'apparenza lineare e semplice, tanto quella di Sanfilippo era sregolata: da dove venivano i suoi guadagni e chi poteva avere interesse ad ucciderlo? Possibile che sia solo una storia di corna o di gelosia?

Si può dire che l'ammazzatina di una pirsona càpita al momento giusto?”.
I tre casi, la scomparsa dei Griffo e l'omicidio, arrivano in un momento particolare della vita di Montalbano, pieno di pensieri rivolti al suo passato, a quei compagni di giovinezza passati dalla rivoluzione e dal desiderio di cambiare il mondo, a cambiare se stessi.
Ma i tre casi, in seguito, si riveleranno un tutt'uno e riveleranno un'inchiesta che racconta di una mafia nuova, emergente, senza scrupoli, che sa usare internet per mettersi in contatto con tutto il mondo e per vendere i suoi servizi a tutto il mondo.
Non come il quelli della generazione del vecchio boss don Balduccio : sapevamo quale era la linea che separava l'uomo dalla vestia”.

Ma sono anche altri i pensieri cupi che pesano nella testa di Montalbano: il matrimonio e il conseguente trasferimento di Augello, che avrebbe messo una pietra sopra il commissariato che il Questore aveva definito una cricca di camorristi:
Bonetti-Alderighi era notoriamente un imbecille e che lo fosse l'aveva brillantemente confermato definendo il suo commissariato «una cricca di camorristi». Era invece una squadra, unita, compatta, un meccanismo bene oliato, dove ogni ruotina aveva la sua funzione e la sua, perché no, personalità. E la cinghia di trasmissione che faceva funzionare l'ingranaggio era proprio Mimì Augello. Bisognava considerare la facenna per quello che era: una crepa, l'inizio di una spaccatura. Di una fine, appunto”.

La gita a Tindari è il romanzo più giallo di tutta la produzione di Camilleri con protagonista Montalbano, in esso troviamo tutti gli elementi caratteristici dello scrittore: la sempre maggiore difficoltà del protagonista nel comprendere il presente, il criptico linguaggio dei mafiosi, con le loro metafore, col loro senso di religione che sconfina nella superstizione. L'ingresso nel nuovo millennio che segnava un confine tra vecchio e nuovo, tra quelli capaci di usare le nuove tecnologie e quelli, come Montalbano che si scantano ad usare un computer:
"Autocontrollo? Mancanza di sensibilità. No, certamente la ragione era più semplice: la differenza d'età. Lui era un cinquantino e Mimì un trentino. Augello era già pronto per il 2000 mentre lui non lo sarebbe mai stato. Tutto qua.Augello sapeva che stava naturalmente trasendo in un'epoca di delitti spietati, fatti da anonimi, che avevano un sito, un indirizzo su Internet o quello che sarebbe stato, e mai una faccia, un paro d'occhi, un'espressione. No, troppo vecchio oramà".

Ma è anche un romanzo dove ogni singolo personaggio, anche minore, anche se disegnato con pichi tratti, trova una sua precisa funzione nel racconto: dalla vicina di Nené Sanfilippo che non poteva dormire per il letto che faciva battaria col muro, dalla svidisa Ingrid “mai aveva visto una fimmina accussì fimmina .. ma che fosse assolutamente nelllo stesso tempo non fimmina” che lo aiuta nel caso. Al povero Catarella, che invece di computer ne capisce. Lo scrupoloso Fazio e il suo cervello che funziona come un comuter (appunto), per finire con le intuizioni del fimminaro Augello. Uno che le donne le piace taliarle. Livia, l'eterna fidanzata di cui Montalbano avrà bisogno accanto, alla fine della storia.

Come quei cassetti che, a rovistarci dentro, scopri un mondo: storie passate, riferimenti ad libri letti e quasi dimenticati, a quadri famosi, ulivi dai rami intricati e contorti come i ragionamenti del commissario, la poesia di Pasolini sugli scontri di Valle Giulia, la rivoluzione del '68, la Sicilia dell'interno così bella e così orribile …
Un universo letterario, dove ogni pagina è un piccolo mondo a sé.

La scheda del libro sul sito di Sellerio e sul sito Vigata.org

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