22 febbraio 2016

Presa diretta: l'alleato turco


Spero che il ministro Gentiloni, il ministro Pinotti e il presidente del Consigliosi siano guardati il servizio di Giulia Bosetti dentro la Turchia.
Il nostro alleato nella lotta contro il califfato, più prossimo al fronte siriano.
Alleato che è spaventato dall'autonomia concessa ai Curdi in una regione della Siria (dopo i successi nella lotta contro l'IS), perché questa potrebbe essere chiesta anche dai curdi in Turchia.
Così Erdogan, dopo aver vinto le elezioni con una maggioranza assoluta (e dopo una scia di attentati che hanno insanguinato le piazze del paese), ha occupato il Curdistan militarmente, che oggi è in piena guerra civile.
Dove i diritti civili non vengono rispettati: i giornalisti che parlano di traffico d'armi, di guerra civile, di traffico di petrolio con l'Isis., vengono incarcerati rischiando l'ergastolo.
Il presidentedell'ordine degli avvocati curdi (Tahir Elci) è stato ucciso sotto gli occhi della polizia: in molti hanno parlato di crimine di Stato.
Stato che considera il PKK un problema più importante dell'Isis e del califfato.
Col risultato che la frontiera con la Siria è estremamente permeabile sia in un senso che nell'altro, basta pagare i poliziotti al confine. Anche i foreign fighters sono passati dalla Siria alla Turchia.
Il risultato è che i giornalisti di “Ribbs”, gli unici che raccontano la situazione dall'interno del califfato, vengono uccisi e non si sentono sicuri all'interno della Turchia.

E l'Europa?
All'Europa della violazione dei diritti civili non importa: importa solo che la Turchia si tenga il milione dei profughi siriani nei suoi confini.
Eppure mai come in questo momento il califfato è in difficoltà, col consenso ed è per questo i giornalisti di Ribbs sono pericolosi a Raqqa.


Ma per noi, evidentemente l'importante è alzare i muri per i profughi. Quanto siano funzionali per tenere fuori i terroristi, lo scopriremo solo al prossimo attentato. Sperando che questo non avvenga mai ... 

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