01 febbraio 2016

Presa diretta : il tabù del sesso e il referendum sull'acqua

Premessa: non capisco per quale motivo un servizio che riguardava proprio i giovani e l'educazione sentimentale e sessuale sia stato spostato alle 10? Quale coscienza non si doveva disturbare? Non si doveva turbare la sensibilità delle famiglie italiane e mandare al suo posto la Litizzetto con le sue battute su Walter e Iolanda?
Cose che non capirà mai della Rai …
Il servizio ha toccato diversi temi, dal cyber bullismo all'omofobia, il maschilismo, le discriminazioni: come mai nel resto d'Europa si fa educazione sentimentale e sessale mentre in Italia no. Quali sono le resistenze?

Basta con questa teoria gender nelle scuole: così gridavano dal palco del family day del 2015 a Roma. Ce l'avevano con un comma della legge della Buona scuola, per cui si introdurrebbe nella scuola l'educazione gender.
Per contrastare questo comma sono stati pensati degli spot pieni di falsità (si decide alla mattina di che sesso essere ..): non c'è scritto nulla di queste falsità, l'ideologia del gender non c'entra.
Si parla di sensibilizzare i ragazzi alla parità di genere: il rispetto tra ragazzi e ragazze e prevenire la violenza contro le donne, in nome del principio 3 della Costituzione.
Chi ha paura della libertà delle donne, si chiedeva la vice presidente del Senato.

Adinolfi invece è uno che non si fida più della scuola pubblica: non crede alla parità di ruoli tra uomo e donna .. Come i bambini che si dovrebbero mettere il rossetto: non è in grado di dare un nome di scuola dove si insegnerebbero queste cose.
Il comma della buona scuola parla di promuovere la prevenzione della violenza di genere e le discriminazioni. Questo ha scatenato l'ira di Adinolfi e di quelli che pensano come lui.

Perché da noi non si fa educazione sentimentale nelle scuole italiane, chi fa resistenza?

Il referendum sull'acqua: Alessandro Macina ha cercato di capire cosa è successo in Italia 4 anni dopo la vittoria del referendum sull'acqua pubblica. Il si vinse col 95% dei voti: togliere l'acqua dal mercato e abrogare la legge Ronchi del governo Berlusconi. I privati avevano la possibilità di mettere a tariffa i loro profitti, garantiti per legge.

Paolo Carsetti, promotore del mov. per l'acqua: l'esito del referendum è disatteso, la legge di stabilità incentiva gli enti locale a cedere quote delle società che gestiscono servizi idrici.
I grandi gestori si prenderanno queste quote, per poi competere nel mondo.
Il governo ha impugnato la legge siciliana che voleva tornare all'acqua pubblica: in questa regione l'acqua è privatizzata, come ad Agrigento.
Dopo 8 anni non è ancora finito lo scandalo di una provincia assetata, dove l'acqua arriva ogni tre quattro giorni.
Il servizio ha mostrato lavori di riparazione fatti male, acqua che si perde per le strade: così la gente deve farsi i serbatoi sui tetti.
C'è gente che a spese sue ha installato un motorino per far arrivare l'acqua più facilmente ai piani alti, quando arriva.
E' la guerra dell'acqua, dicono gli agrigentini, che pure pagano una tariffa salata, per un servizio che non c'è.
Da 43 euro, nel 2008, passano a 75 euro, per arrivare a bollette da migliaia di euro: crescono anche i distacchi dell'acqua, senza nessuna quantità minima, se la gente è morosa e non riesce a pagarle.

In provincia sono cresciuti anche i contenziosi contro l'amministrazione, contro Girgenti Acque. Che minaccia di distaccare il servizio e si tornerebbe così ai tempi in cui non c'erano le fogne.
Sul servizio e sulla depurazione ci sono indagini delle procure siciliane: alcuni depuratori addirittura fanno uscire acqua che esce peggio di come entra. Di acqua nera che esce dai depuratori e finisce nei terreni e poi in mare.

Il DG di Girgenti Acque ha accettato l'intervista: il depuratore non depura al 100% per colpa di una deficienza strutturale, il privato non ha soldi per fare i lavori, c'è un equivoco di fondo.
Ma i cittadini devono pagare acque e servizi che non hanno: è giusto?
Nelle tariffe non è che finiscono anche le inefficienze di un'azienda che è quasi un poltronificio?

Il caso di Napoli: a Napoli si è rispettato il referendum, la vecchia Spa è stata trasformata in una società del comune, che non distribuisce dividendi e non ha azionisti.
Il nome della società è ABC: fanno utili, si, ma sono investiti negli impianti, hanno un laboratorio che fa analisi per i cittadini sulle acque.
L'acqua arriva nelle case di tutte, anche in collina: le tariffe non sono aumentate, la società è in i
utile, dunque il pubblico è in grado di gestire il servizio idrico in modo efficiente.
I cittadini partecipano ai cda dell'azienda, esiste anche una sala dei cittadini.

Gaia Checcucci del ministero dell'ambiente pensa che il voto del referendum non significhi tornare necessariamente al pubblico: si è votato per tornare al quadro comunitario, società pubblica, mista o in mano ai privati.
Il tema pubblico privato non l'appassiona, interessa la gestione efficiente: il governo vuole arrivare a pochi grandi gestori che andranno sul mercato.
Realtà industriali capaci di saper gestire investimenti di questa natura: 5 miliardi di euro all'anno.
E se le società non troveranno le risorse cosa faranno queste società? Alzeranno le tariffe?

Dall'UE arriverà una sanzione per non aver rispettato gli standard sulla depurazione.

Il tabù del sesso: di educazione sessuale nelle scuole ce ne sarebbe bisogno. Il viaggio di Giulia Bosetti inizia col la storia di Carolina Picchio che nel 2013 si è uccisa, dopo essere stata vittima di un caso di cyber bullismo.
Durante una festa gli amici avevano girato un video e l'avevano messo in rete: si vedevano i ragazzi mimare gesti sessuali mentre lei era ubriaca.
Sei ragazzi sono stati indagati per la morte di Carolina: nell'ultima lettera ha lasciato un saluto “le parole fanno male ..Grazie per il vostro bullismi, avete fatto un ottimo lavoro”.

Un amica di Carolina racconta che anche dopo la sua morte la violenza è andata avanti: lei aveva la colpa di aver difeso Carolina.
Gente che usa il cellulare come un giocattolo.

La senatrice PD Ferrara è stata insegnante di Carolina: la sua legge contro il cyber bullismo è passata al Senato e ora verrà discussa alla Camera. Introduce una procedura di ammonimento contro chi compie gesti di bullismo in rete: chi compie questi gesti deve essere educato all'affettività, deve compiere un percorso educativo, controllato.

Ma in Italia l'educazione alla sessualità non sono materie riconosciute: quando i professori cercano di introdurlo, scoppiano le polemiche.
Al Giulio Cesare due professori sono stati denunciati dai genitori, per aver voluto commentare delle pagine di un libro di Melania Mazzucco. Si parlava di omofobia.

Meglio non parlare di queste cose: meglio non parlare dei ragazzi che si scambiano foto di compagne nude, mentre mimano atti sessuali, con cui vengono pure ricattate.
Il sexting è uno dei fenomeni più diffusi di bullismo sessuale: riguarda ragazzini tra 11 e 15 anni.

Andrea si è impiccato, dopo che altri ragazzi avevano creato una pagina FB dove veniva mostrato vestito da donna: è morto per un pregiudizio, per stereotipi sessuali se e gli insegnanti hanno messo tutto a tacere, nel silenzio. Oggi Teresa Manes, la madre, gira le scuole calabresi per sensibilizzare i ragazzi contro il bullismo.

Omar è un ragazzo milanese che ha subito atti di violenza, anche a scuola: non poteva parlare con nessuno degli insulti (“ricchione”), nemmeno con gli insegnanti.
L'Istat stima che il 9,1% di ragazzi viene bullizzato almeno una volta alla settimana: per questo a Milano al Fatebenefratelli è stata creata una struttura per gestire queste situazioni.
Strutture pediatriche che accolgono ragazzi, li ascoltano, li aiutano a gestire la violenza, seguono gli adolescenti che hanno tentato il suicidio.
Vittime di bullismo, problematiche legate alla sessualità, che nel 2015 è ancora tabù: si registra ancora una chiusura completa coi ragazzi quando si parla di sesso.

Di fronte a queste storie si dice che bisogna prevenire, che si deve educare: ma quando qualcuno cerca di educare viene stoppato, dalle associazioni per la famiglia, cattoliche.
Monica Cerutti, assessore in Piemonte, ha scritto alla redazione, spiegando che l'educazione sessuale verrà introdotta nelle scuole.

Il caso Venezia: il sindaco è sceso in campo contro un libro, una favola di un uovo che incontra tante famiglie diverse e accoglienti.
Al rogo al rogo!!!
Tutte le fiabe contro le discriminazioni, di genere, volute dal vecchio sindaco di centrosx, sono state ritirate dal nuovo sindaco Brugnaro: un caso di censura (due libri, precisa il sindaco).
Colpa dell'amministrazione che non era passata da una commissione mista coi genitori: quei libri non devono arrivare ai bambini, “state dicendo cazzate ai bambini”.
Tira in ballo l'utero in affitto, che con questa teoria non c'entra.

A Roma stessa storia: anche qui i libri preparati dall'associazione scosse per i bambini hanno mobilitato “Militia christi”, contro l'ideologia gender. Sostengono che vogliono fare un lavaggio del cervello ai bambini, nei corsi fatti dall'associazione scosse.
Esiste una famiglia sola .. Creano delle leggende su queste lezioni, sul nulla, non sono nemmeno in grado di citare una scuola.
Ora di pornografia all'asilo... questo scriveva Libero su un gioco che insegnava ai bambini che bambini e bambine hanno pari opportunità e stesse possibilità.
Era il gioco del rispetto, che serviva solo per spingere la parità dei sessi.

La scuola non deve fare educazione, mio figlio è mio e me lo educo io : così parla un padre di Trieste. L'educazione sessuale la si fa in famiglia.

Chi sono i contrari all'educazione sessuale? Costanza Mirigliano è autrice di un libro “Sposati e sii sottomessa”. Le donne devono imparare ad essere sottomesse, perché il marito è ministro delle finanze. Così scrive.
Niente insegnamenti sulla contraccezione, niente insegnamenti sulla parità di genere, sull'educazione sessuale.

Di segno opposto la filosofa Michela Marzano: è fondamentale che siano le scuole che parlino di educazione sessuale, che non significa che essere maschi o femmine significa avere delle capacità o incapacità.
Il rispetto dell'orientamento sessuale è un discorso pubblico: dobbiamo insegnare il rispetto di ciò che siamo, a prescindere dall'orientamento.
A Padova il sindaco Bitonci ha vietato la presentazione del libro: quanti tabù si nascondono ancora in Italia.

L'intervista alla scrittrice Michela Murgia: si usa gender per nascondere la parola. L'educazione di genere tende a nascondere il maschilismo: l'uomo può essere ciò che vuole, la donna no, questa è discriminazione.
A chi fa paura che si possa dire ad una bambina che può essere quello che vuole, senza nessun problema?
Se si toccano i modelli di gender, si toccano i modelli classici, patriarcali: il padre è capofamiglia, comanda.
Il maschilismo, come il razzismo e l'omofobia sono la negazione di un principio basico: le persone hanno uguali diritto a prescinde da razza, sesso o sessualità.
Decostruire i modelli maschili e femminili è fondamentale per le donne, cui si aprono nuove possibilità e anche agli omosessuali.

Liza Boschin è andata in Olanda e in Germania: nelle scuole l'educazione sessuale è obbligatoria per legge.
Cose dell'altro mondo …
In Olanda si fa educazione sessuale ai bambini di tre anni: qui si insegna che maschi e femmine sono uguali.
Nella TV pubblica si fa educazione sessuale, agli insegnanti si consegnano kit con tanto di anticoncezionali: l'età media del primo rapporto si è alzata e sono diminuite le gravidanze delle adolescenti.

In Germania le associazioni che si oppongono all'educazione sessuale non ha fermato i land dai programmi educativi: qui, la minaccia di un family day non ha funzionato.
E i ragazzi sono contenti degli insegnamenti sulla sessualità (e sui problemi legati alla sessualità) siano fatti nelle scuole o nei centri pubblici, perché ha casa è difficile parlarne.

Tra l'altro l'obbligo dell'educazione sessuale vale anche per le scuole religiose: per i giovani la sessualità è una tematica importante, riguarda la vita – dice un insegnante di una scuola luterana.  

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