Premessa: non capisco per quale motivo
un servizio che riguardava proprio i giovani e l'educazione
sentimentale e sessuale sia stato spostato alle 10? Quale coscienza
non si doveva disturbare? Non si doveva turbare la sensibilità delle
famiglie italiane e mandare al suo posto la Litizzetto con le sue
battute su Walter e Iolanda?
Cose che non capirà mai della Rai …
Il servizio ha toccato diversi temi,
dal cyber bullismo all'omofobia, il maschilismo, le discriminazioni:
come mai nel resto d'Europa si fa educazione sentimentale e sessale
mentre in Italia no. Quali sono le resistenze?
Basta con questa teoria gender nelle
scuole: così gridavano dal palco del family day del 2015 a Roma.
Ce l'avevano con un comma della legge della Buona scuola, per cui si
introdurrebbe nella scuola l'educazione gender.
Per contrastare questo comma sono stati
pensati degli spot pieni di falsità (si decide alla mattina di che
sesso essere ..): non c'è scritto nulla di queste falsità,
l'ideologia del gender non c'entra.
Si parla di sensibilizzare i ragazzi
alla parità di genere: il rispetto tra ragazzi e ragazze e prevenire
la violenza contro le donne, in nome del principio 3 della
Costituzione.
Chi ha paura della libertà delle
donne, si chiedeva la vice presidente del Senato.
Adinolfi invece è uno che non si fida
più della scuola pubblica: non crede alla parità di ruoli tra uomo
e donna .. Come i bambini che si dovrebbero mettere il rossetto: non
è in grado di dare un nome di scuola dove si insegnerebbero queste
cose.
Il comma della buona scuola parla di
promuovere la prevenzione della violenza di genere e le
discriminazioni. Questo ha scatenato l'ira di Adinolfi e di quelli
che pensano come lui.
Perché da noi non si fa educazione
sentimentale nelle scuole italiane, chi fa resistenza?
Il referendum sull'acqua: Alessandro
Macina ha cercato di capire cosa è successo in Italia 4 anni dopo la
vittoria del referendum sull'acqua pubblica. Il si vinse col 95% dei
voti: togliere l'acqua dal mercato e abrogare la legge Ronchi del
governo Berlusconi. I privati avevano la possibilità di mettere a
tariffa i loro profitti, garantiti per legge.
Paolo Carsetti, promotore del mov. per
l'acqua: l'esito del referendum è disatteso, la legge di stabilità
incentiva gli enti locale a cedere quote delle società che
gestiscono servizi idrici.
I grandi gestori si prenderanno queste
quote, per poi competere nel mondo.
Il governo ha impugnato la legge
siciliana che voleva tornare all'acqua pubblica: in questa regione
l'acqua è privatizzata, come ad Agrigento.
Dopo 8 anni non è ancora finito lo
scandalo di una provincia assetata, dove l'acqua arriva ogni tre
quattro giorni.
Il servizio ha mostrato lavori di
riparazione fatti male, acqua che si perde per le strade: così la
gente deve farsi i serbatoi sui tetti.
C'è gente che a spese sue ha
installato un motorino per far arrivare l'acqua più facilmente ai
piani alti, quando arriva.
E' la guerra dell'acqua, dicono gli
agrigentini, che pure pagano una tariffa salata, per un servizio che
non c'è.
Da 43 euro, nel 2008, passano a 75
euro, per arrivare a bollette da migliaia di euro: crescono anche i
distacchi dell'acqua, senza nessuna quantità minima, se la gente è
morosa e non riesce a pagarle.
In provincia sono cresciuti anche i
contenziosi contro l'amministrazione, contro Girgenti Acque. Che
minaccia di distaccare il servizio e si tornerebbe così ai tempi in
cui non c'erano le fogne.
Sul servizio e sulla depurazione ci
sono indagini delle procure siciliane: alcuni depuratori addirittura
fanno uscire acqua che esce peggio di come entra. Di acqua nera che
esce dai depuratori e finisce nei terreni e poi in mare.
Il DG di Girgenti Acque ha accettato
l'intervista: il depuratore non depura al 100% per colpa di una
deficienza strutturale, il privato non ha soldi per fare i lavori,
c'è un equivoco di fondo.
Ma i cittadini devono pagare acque e
servizi che non hanno: è giusto?
Nelle tariffe non è che finiscono
anche le inefficienze di un'azienda che è quasi un poltronificio?
Il caso di Napoli: a Napoli si è
rispettato il referendum, la vecchia Spa è stata trasformata in una
società del comune, che non distribuisce dividendi e non ha
azionisti.
Il nome della società è ABC: fanno
utili, si, ma sono investiti negli impianti, hanno un laboratorio che
fa analisi per i cittadini sulle acque.
L'acqua arriva nelle case di tutte,
anche in collina: le tariffe non sono aumentate, la società è in i
utile, dunque il pubblico è in grado
di gestire il servizio idrico in modo efficiente.
I cittadini partecipano ai cda
dell'azienda, esiste anche una sala dei cittadini.
Gaia Checcucci del ministero
dell'ambiente pensa che il voto del referendum non significhi tornare
necessariamente al pubblico: si è votato per tornare al quadro
comunitario, società pubblica, mista o in mano ai privati.
Il tema pubblico privato non
l'appassiona, interessa la gestione efficiente: il governo vuole
arrivare a pochi grandi gestori che andranno sul mercato.
Realtà industriali capaci di saper
gestire investimenti di questa natura: 5 miliardi di euro all'anno.
E se le società non troveranno le
risorse cosa faranno queste società? Alzeranno le tariffe?
Dall'UE arriverà una sanzione per non
aver rispettato gli standard sulla depurazione.
Il tabù del sesso: di
educazione sessuale nelle scuole ce ne sarebbe bisogno. Il viaggio di
Giulia Bosetti inizia col la storia di Carolina Picchio che nel 2013
si è uccisa, dopo essere stata vittima di un caso di cyber bullismo.
Durante una festa gli amici avevano
girato un video e l'avevano messo in rete: si vedevano i ragazzi
mimare gesti sessuali mentre lei era ubriaca.
Sei ragazzi sono stati indagati per la
morte di Carolina: nell'ultima lettera ha lasciato un saluto “le
parole fanno male ..Grazie per il vostro bullismi, avete fatto un
ottimo lavoro”.
Un amica di Carolina racconta che anche
dopo la sua morte la violenza è andata avanti: lei aveva la colpa di
aver difeso Carolina.
Gente che usa il cellulare come un
giocattolo.
La senatrice PD Ferrara è stata
insegnante di Carolina: la sua legge contro il cyber bullismo è
passata al Senato e ora verrà discussa alla Camera. Introduce una
procedura di ammonimento contro chi compie gesti di bullismo in rete:
chi compie questi gesti deve essere educato all'affettività, deve
compiere un percorso educativo, controllato.
Ma in Italia l'educazione alla
sessualità non sono materie riconosciute: quando i professori
cercano di introdurlo, scoppiano le polemiche.
Al Giulio Cesare due professori sono
stati denunciati dai genitori, per aver voluto commentare delle
pagine di un libro di Melania Mazzucco. Si parlava di omofobia.
Meglio non parlare di queste cose:
meglio non parlare dei ragazzi che si scambiano foto di compagne
nude, mentre mimano atti sessuali, con cui vengono pure ricattate.
Il sexting è uno dei fenomeni più
diffusi di bullismo sessuale: riguarda ragazzini tra 11 e 15 anni.
Andrea si è impiccato, dopo che
altri ragazzi avevano creato una pagina FB dove veniva mostrato
vestito da donna: è morto per un pregiudizio, per stereotipi
sessuali se e gli insegnanti hanno messo tutto a tacere, nel
silenzio. Oggi Teresa Manes, la madre, gira le scuole calabresi per
sensibilizzare i ragazzi contro il bullismo.
Omar è un ragazzo milanese che
ha subito atti di violenza, anche a scuola: non poteva parlare con
nessuno degli insulti (“ricchione”), nemmeno con gli insegnanti.
L'Istat stima che il 9,1% di ragazzi
viene bullizzato almeno una volta alla settimana: per questo a Milano
al Fatebenefratelli è stata creata una struttura per gestire queste
situazioni.
Strutture pediatriche che accolgono
ragazzi, li ascoltano, li aiutano a gestire la violenza, seguono gli
adolescenti che hanno tentato il suicidio.
Vittime di bullismo, problematiche
legate alla sessualità, che nel 2015 è ancora tabù: si registra
ancora una chiusura completa coi ragazzi quando si parla di sesso.
Di fronte a queste storie si dice
che bisogna prevenire, che si deve educare: ma quando qualcuno
cerca di educare viene stoppato, dalle associazioni per la famiglia,
cattoliche.
Monica Cerutti, assessore in Piemonte,
ha scritto alla redazione, spiegando che l'educazione sessuale verrà
introdotta nelle scuole.
Il caso Venezia: il sindaco è
sceso in campo contro un libro, una favola di un uovo che incontra
tante famiglie diverse e accoglienti.
Al rogo al rogo!!!
Tutte le fiabe contro le
discriminazioni, di genere, volute dal vecchio sindaco di centrosx,
sono state ritirate dal nuovo sindaco Brugnaro: un caso di censura
(due libri, precisa il sindaco).
Colpa dell'amministrazione che non era
passata da una commissione mista coi genitori: quei libri non devono
arrivare ai bambini, “state dicendo cazzate ai bambini”.
Tira in ballo l'utero in affitto, che
con questa teoria non c'entra.
A Roma stessa storia: anche qui
i libri preparati dall'associazione scosse per i bambini hanno
mobilitato “Militia christi”, contro l'ideologia gender.
Sostengono che vogliono fare un lavaggio del cervello ai bambini, nei
corsi fatti dall'associazione scosse.
Esiste una famiglia sola .. Creano
delle leggende su queste lezioni, sul nulla, non sono nemmeno in
grado di citare una scuola.
Ora di pornografia all'asilo... questo
scriveva Libero su un gioco che insegnava ai bambini che bambini e
bambine hanno pari opportunità e stesse possibilità.
Era il gioco del rispetto, che serviva
solo per spingere la parità dei sessi.
La scuola non deve fare educazione, mio
figlio è mio e me lo educo io : così parla un padre di Trieste.
L'educazione sessuale la si fa in famiglia.
Chi sono i contrari all'educazione
sessuale? Costanza Mirigliano è autrice di un libro “Sposati
e sii sottomessa”. Le donne devono imparare ad essere sottomesse,
perché il marito è ministro delle finanze. Così scrive.
Niente insegnamenti sulla
contraccezione, niente insegnamenti sulla parità di genere,
sull'educazione sessuale.
Di segno opposto la filosofa Michela
Marzano: è fondamentale che siano le scuole che parlino di
educazione sessuale, che non significa che essere maschi o femmine
significa avere delle capacità o incapacità.
Il rispetto dell'orientamento sessuale
è un discorso pubblico: dobbiamo insegnare il rispetto di ciò che
siamo, a prescindere dall'orientamento.
A Padova il sindaco Bitonci ha vietato
la presentazione del libro: quanti tabù si nascondono ancora in
Italia.
L'intervista alla scrittrice Michela
Murgia: si usa gender per nascondere la parola. L'educazione di
genere tende a nascondere il maschilismo: l'uomo può essere ciò che
vuole, la donna no, questa è discriminazione.
A chi fa paura che si possa dire ad una
bambina che può essere quello che vuole, senza nessun problema?
Se si toccano i modelli di gender, si
toccano i modelli classici, patriarcali: il padre è capofamiglia,
comanda.
Il maschilismo, come il razzismo e
l'omofobia sono la negazione di un principio basico: le persone hanno
uguali diritto a prescinde da razza, sesso o sessualità.
Decostruire i modelli maschili e
femminili è fondamentale per le donne, cui si aprono nuove
possibilità e anche agli omosessuali.
Liza Boschin è andata in Olanda e
in Germania: nelle scuole l'educazione sessuale è obbligatoria
per legge.
Cose dell'altro mondo …
In Olanda si fa educazione sessuale ai
bambini di tre anni: qui si insegna che maschi e femmine sono uguali.
Nella TV pubblica si fa educazione
sessuale, agli insegnanti si consegnano kit con tanto di
anticoncezionali: l'età media del primo rapporto si è alzata e sono
diminuite le gravidanze delle adolescenti.
In Germania le associazioni che si
oppongono all'educazione sessuale non ha fermato i land dai programmi
educativi: qui, la minaccia di un family day non ha funzionato.
E i ragazzi sono contenti degli
insegnamenti sulla sessualità (e sui problemi legati alla
sessualità) siano fatti nelle scuole o nei centri pubblici, perché
ha casa è difficile parlarne.
Tra l'altro l'obbligo dell'educazione
sessuale vale anche per le scuole religiose: per i giovani la
sessualità è una tematica importante, riguarda la vita – dice un
insegnante di una scuola luterana.
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