Un atto di «patriottismo» ma anche un buon investimento, che avrà ricadute positive sull'occupazione. Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha definito la cordata di Cai su Alitalia, in occasione di una cena che si è tenuta venerdì sera a Villa Madama, alla quale hanno partecipato il Governo e i soci Cai. Tre ore che sono servite al presidente del Consiglio a spingere la cordata di salvataggio dell'Alitalia - composta da quelli che lo stesso premier ha definito i «capitani coraggiosi» - a non mollare e a credere nell'avventura intrapresa.«Siete dei patrioti», ha esordito Silvio Berlusconi rivolgendosi al duo Colaninno-Sabelli e alla ventina di soci presenti alla cena, fra i quali Marco Tronchetti Provera, gli imprenditori-editori Angelucci, Corrado Passera e Enico Salza per Intesa SanPaolo, Carlo Toto per Air One e Salvatore Ligresti. Ribadendo la strategicità per l'economia italiana di avere una compagnia di bandiera (il turismo è tra le voci di testa della nostra economia), Berlusconi ha ammesso di «aver posto il problema del salvataggio dell'Alitalia ai miei colleghi imprenditori convinto di chiamarli ad un gesto coraggioso e di amore verso l'Italia». Ma, secondo quanto riferito da un partecipante, il premier - da imprenditore - avrebbe scherzato sul fatto che «eroi sì, ma stupidi no», promettendo quindi che un investimento importante come quello richiesto, non sarà infruttifero. Soprattutto perchè, come ha detto il premier, «vi ho consentito un ingresso in un settore in forte crescita» e che quindi, alla fine, «sono convinto che si tratterà di un buon affare».E pensando a futuri nuovi investimenti - una volta che la nuova compagnia avrà convinto anche i più scettici - Berlusconi pronostica anche un maggior assorbimento degli esuberi rispetto ai numeri fino ad ora contabilizzati dal commissario Augusto Fantozzi. Se, come crede, arriveranno nuovi investimenti, questi «potranno aumentare il numero dei dipendenti assunti che, sono sicuro, in futuro salirà. Così come l'indotto». Nel tempo, secondo il Cavaliere, l'investimento potrebbe addirittura aumentare, fino ad arrivare, nel corso dei cinque anni del piano industriale, a una cifra di circa 6 miliardi.
Così parlava nel lontano dicembre 2008 l'allora presidente del Consiglio nonché salvatore della patria, ex cavaliere Berlusconi.
Abbiamo salvato Alitalia.
Voi imprenditori che investite nella Cai siete dei patrioti.
Gli esuberi verranno riassorbiti, perché ci saranno futuri nuovi investimenti.
Ci saranno, addirittura, nuovi assunti.
Come è andata a finire?
La vicenda Alitalia è stato l'emblema non solo della cattiva politica (che fa promesse elettorali che sa di non mantenere), ma anche della cattiva imprenditoria.
Perché i patrioti di Alitalia, pur godendo di un lungo periodo di monopolio in una tratta redditizia, non hanno raggiunto il pareggio di bilancio, hanno lasciato a casa parte dei dipendenti (la bad company).
E i problemi continuano fino ad oggi: il "salvataggio" di Alitalia è costato miliardi al contribuente e continua a pesare. Per finanziare il fondo per la cassa integrazione dei dipendenti del comparto aereo il governo ha aumentato le tasse aeroportuali, così Ryanair ha deciso di abbandonare alcune tratte italiane, come Alghero.
Oltre al danno la beffa: "Ci pensi Abu Dhabi a finanziare la compagnia di bandiera, non vogliamo farlo noi". Bel modo di incentivare il turismo italiano, il nostro petrolio ....
La prossima volta che un politico si presenta, o viene presentato, come salvatore della patria, sapete cosa pensare.
Uno di questi, tra l'altro, si è pure candidato a Milano.
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