9 maggio 1978: le BR fanno ritrovare il cadavere del presidente della DC, Aldo Moro, in via Caetani, tra la sede della DC e la sede del Partito Comunista.
Di fronte ad un'arena dove combattevano i gladiatori.
Un sequestro durato 55 giorni, pieno di ombre, circa le indagini portate avanti da forze dell'ordine inquinate dalla presenza della P2.
Un mistero ancora oggi. A cominciare dal contenuto del suo diario, perso e poi ritrovato dai carabinieri del generale Dalla Chiesa a Milano nel covo di via Montenevoso.
Dal significato di quel cadavere lasciato in quel luogo.
Dal covo di via Gradoli, in una palazzina del Sisde.
Dai depistaggi (il falso comunicato numero sette realizzato da un membro della Banda della Magliana, Toni Chicchiarelli).
Alla dinamica dell'agguato, fino agli esecutori materiali dell'uccisione. Sono stati solo Moretti, Gallinari e soci a organizzare l'agguato in via Fani, gestire la detenzione e fare i postini coni comunicati per i giornali?
In una Roma stra-blindata da forze di polizia e carabinieri?
L'unica cosa di certo, parafrasando un'altro cadavere eccellente "c'è che è morto".
Technorati: Aldo Moro
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