04 novembre 2008

La speranza chiamata Obama

Il mondo in questo momento si divide in chi, come molti politici italiani, vuole salire sul carro dei (si spera) vincitori.
Penso a Frattini: Secondo il nostro invidiabile ministro degli Esteri Franco Frattini “i punti di contatto tra Berlusconi e Obama si notano”.

Poi ci sono quelli come Feltri, che fanno come la volpe con l'uva.L'elezione del presidente americano? Achi importa?
Oggi gli americani votano per darsi questo benedetto quarantaquattresimo presidente, di cui si discute da oltre un anno e mezzo anche alla trattoria Falconi di Ponteranica dove, spesso, mentre ceno qualcuno si avvicina al mio tavolo: scusi se la disturbo intanto che mangia, ma cosa ne dice lei dell’Obama? Chi?
Massì, quel négher lì della Casa Bianca. Non se ne può più. ...
Le televisioni, fossero anche videocitofoni, fanno altrettanto con l’aggravante del dibattito cui partecipano professori di ginnasio e sindacalisti di fama rionale. Sembra che le sorti del mondo e magari la sua rinascita dipendano dal successore di Bush, come se un uomo solo al comando bastasse, in una democrazia per quanto presidenzialista, a modificare il destino di un Paese alle prese con una crisi finanziaria ed economica di cui si è capito solamente che non si capisce niente.


Strano, ai tempi di Bush, il presidente degli USA pesava eccome.
Poi ci sono i falchi, che vedono Obama come il fumo negli occhi.
Infine ci sono quelli che vedono in Obama una speranza per un futuro migliore.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Anche io ho scritto su Obama, ieri... Mi sa che tutti attendiamo intrepidi...