30 aprile 2010

Annozero arrivano i nostri?

Arrivano i nostri, e i nostri sarebbero Fini e i finiani e Montezemolo: entrambi, nei confronti della crisi hanno preso una posizione scettica nei confronti della vulgata governativa che vede l'Italia messa meglio (o alla pari) degli altri paesi.
Montezemolo "il governo ha risposto bene per i conti pubblici" ma "tagli ai costi della politica sarebbero importanti per trovare risorse per infrastrutture e ricerca".
Fini "nessuno si potrà sentire al riparo quando l'onda arriva".

E dunque, mentre parte del paese non se ne vuole accorgere affato di tagli, cassintegrati, costi in aumento, un altra parte deve confrontarsi col comune che non ti da i bonus perchè immigrato.
Altri che a quarant'anni non reggono alla tensione del lavoro perso, del colloquio che va male.

E mentre il paese sembra (ma forse è solo una mia impressione) sempre più spaccato e diviso, suona veramente come una nota stonata questa polemica interna alla maggioranza.
Gli attacchi del giornale del presidente del consiglio all'avversario interno del presidente del consiglio.
La lagge sulle intercettazioni, il lodo Alfano per via costituzionale, il bavaglio alla stampa.
Se Fini vuole un giornale amico, può chiedere ad un imprenditore di comprerselo. Questa la concezione (servile) che ha una certa parte politica del mondo dell'informazione.

In studio, il segretario Bersani ha parlato della crisi nella maggioranza ma anche della crisi del mondo del lavoro.
Il Bersani furioso, finalmente, che ha detto cose di sinistra.

Cose di sinistra, ma anche cose ragionevoli.
Di fronte i giornalisti Nicola Porro e Norma Rangeri de Il giornale e Il manifesto (nessun politico della parte avversa, forse un aiutino?).
Il primo metteva in guardia dal guardare solo alla crescita è pericoloso. Anche la Spagna viveva una forte crescita, prima della crisi.
Bene ha fatto Tremonti a non aprire la borsa, come gli veniva chiesto, bene ha fatto a non abbassare le tasse (che sono anzi aumentate) ..

Troppe volte ho sentito questa frase per crederci: i conti sono rimasti in ordine, peccato che la spesa corrente sia fuori controllo e il rapporto debito/pil sia in crescita.
Le tasse sono aumentate, così come i prezzi di alcuni beni, ma non gli stipendi.
E' vero che Tremonti non ha messo i soldi su piazza per incentivare la ripresa, ma lo stesso governo ha messo in svendita l'Alitalia, sta facendo perdere soldi alla Rai, lo stesso governo ha tolto l'ICI per tutti.

I conti non sono a posto, così come anche la disoccupazione in realtà è molto più alta se si considerano quanti il lavoro oggi non lo cercano nemmeno più.
Sarebbe il caso di iniziare ad occuparsi del lavoro sommerso, di fare una seria lotta all'evasione (anzichè parlare di scudi fiscali e condoni).

Travaglio, che nel suo intervento ha parlato poi del linguaggio del PD, ricordava come il conflitto di interessi (improvvisamente scoperto anche dentro il PDL, guarda un pò il destino come è strano), è un problema di tutto il paese.
Avere le televisioni serve, per creare consenso, per nascondere le notizie.

Cosa sta facendo la sinistra oggi per questo problema?
Fino a ieri si diceva che non era vero che avere televisioni serviva. Poi si è detto che agli italiani non interessava. Poi si è inseguiti il governo sul tema delle riforme (quello si che non ineteressa a nessuno, se non ci fossero i TG Rai a ricordarceli tutti giorni).

E oggi cosa vogliamo fare, per i cassintegrati dell'Asinara (e per la chimica italiana in genere), per i lavoratori della Telecom. Per i lavoratori della Scala, messi alle porte dal cordone di polizia affinchè non disturbassero la coreografia (e nessuno tocchi il megafono a Piero Ricca).

Ieri sera Bersani si è sentito chiamato in causa: "il PD faccia una opposizione seria in parlamento" e la smetta di fare i diversamente concordi (come dice ellekappa) o "quelli che non stanno al governo" (versione Spinelli).
Ripeto le parole usate da Vendola per la sua intervista di domenica: è una questione politica e culturale.
L'Italia sta perdendo posizioni nelle graduatorie anche perchè "sta cacciando i migliori talenti" come la Germania nazista (parole di Zubin Mehta).

"Siamo un partito che merita rispetto" ha risposta a tutti il segretario: noi eravamo a fianco dei lavoratori in Sardegna mentre il premier faceva promesse.
Ecco, il tempo delle promesse è finito. Cosa si fa allora?
Paolo Mieli, ogni volta che viene ad Annozero lancia un suo monito, aveva una visione cupa: "ci avviamo ad un periodo molto difficile [..] tutto questo chiacchiericcio diventerà pericoloso".
Oggi la Grecia, domani il Portogallo. E l'Italia? Dobbiamo ancora aspettare i nostri?

Diceva Sciascia:
C’è una classe di potere che non muta e che non muterà mai se non suicidandosi. Non voglio distoglierla da questo proposito e contribuire a riconfortarla

Technorati:

1 commento:

uniroma.tv ha detto...

Al seguente link potrete vedere il servizio realizzato da Uniroma.Tv dal titolo "Montezemolo a Tor Vergata", il Presidente della Ferrari ha raccontato agli studenti di Economia la sua esperienza di imprenditore.

http://uniroma.tv/?id_video=15842

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