Torna in onda Annozero, dopo la puntata sperimentale andata in onda sulle tv minori, su internet e nelle piazze.
E dopo un sassolino nella scarpa tolto nei confronti del ministro “giovane” Alfano: in quale paese un giornalista si candida al parlamento e poi torna a spese nostre come giornalista?
A parte il principio di libertà (che un esponente del popolo della libertà dovrebbe conoscere), esistono altri giornalisti, direttori di rete e della Rai, cui fare la domanda.
La puntata ha cercato di spiegare il voto delle elezioni regionali: la vittoria della Lega, la tenuta del premier (nonostante la crisi interna, o presunta crisi), il PD che perde le regioni e i voti e l'astensione.
Per la prima volta dagli anni 70 il voto è stato sotto il 70%: più di 3 milioni di elettori a casa, la maggior parte dei quali proprio nelle regioni rosse dove il centrosinistra ha tenuto. Solo la Lega ha tenuto e anzi aumentato i suoi voti.
Il PDL rispetto al 2008 ha perso 4 milioni di voti, come anche il PD.
Tutta colpa di Grillo?
Del Movimento cinque stelle si è occupato Travaglio nel suo intervento: in Piemonte l'accusa di aver fatto perdere la Bresso non regge perchè il programma del M5S e del PD sono diversi. La Bresso è a favore della Tav, ha imbarcato il partito dell'UDC (3%, complimenti).
L'altro programma era chiaramente contro la Tav, contro inceneritori, per la raccolta differenziata … Senza Grillo, queste persone, specie in Val di Susa, non avrebbero votato.
E Grillo ci aveva provato a far convergere il suo di programma con quello del PD. No, grazia, vogliamo perdere da soli.
E ci sono riusciti: a parte Vendola, che è riuscito a tenersi la regione (e l'acqua pubblica), altrove i condaidati scelti hanno perso.
In studio, a spiegare le ragioni del non voto, presenti Lucia Annunziata, Michele Ainis, Nicola Porro, il comico Emilio Fede (altro che Benigni!), Enrico Mentana e Gian Antonio Stella.
I non elettori, sono dei moderati, come dice l'Annunziata? Oppure sono persone che non ritengono di essere rappresentati dai partiti. Il partito del non voto, dicevano Ainis e Mentana, è il secondo partito, in Italia.
Si dovrebbe, nei partiti e nei sindacati, introdurre l'obbligo di elementi di controllo e di rappresentazione diretta da parte dei cittadini (“La cura”).
Nicola Porro evidenziava la campagna elettorale del presidente del Consiglio, che ha ribaltato i pronostici, personalizzando la campagna, mobilitando i suoi elettori, ed è per questo che i moderati si sono tirati fuori.
Emilio Fede chiedeva l'eliminazione del punto di domanda “Che c'entra l'interrogativo? Ha vinto lui”: B. ha vinto e nella sua vittoria non c'entrano nulla le televisioni e la violazione della par condicio.
E poi, lui sì che è stato trombato dal TG1, per decisione di De Mita. Guarda un po', il destino: proprio De Mita è stato decisivo per la vittoria del PDL in Campania.
Gian Antonio Stella ricordava allora al direttore i dati dell'osservatorio di Pavia:
Il governo ha avuto questi spazi
39% del TG1
48% del TG4
47% del Tg5
88% di Studio aperto
Il PDL 11% TG1, 36% su TG4, 13% su TG5 ..
E la Lega? 2,4% TG1, 1% su TG2, 0.9% TG3, 0.0% Studio aperto.
Allora, la Lega non ha bisogno della televisione? La televisione non influenza gli elettori? Oppure, la lega non ha bisogno della sua presanza diretta perchè le sue idee e si suoi programmi sono comunque commentati in televisione (White Christmas, la schedatura dei bimbi rom, i bambini della mensa a Treviso costretti a mangiar panini..).
Possibile che veramente i moderati non han votato la Bresso perchè non moderata, e poi han premiato Vendola (e anche la Lega) che moderati non sono?
Norma Rangeri spiegava l'astensione col fatto che la crisi ha estremizzato il voto, per la frattura della sinistra, diversamente dalla Francia.
E poi il paese reale, nel servizio di Corrado Formigli, due lavoratori maghrebini costretti a salire su una gru, per ottenere di essere pagati dal proprio padrone (un albanese che lavorava in subappalto per una impresa italiana).
Una storia di lavoro nero, di assegni non pagati ma anche di menefreghismo da parte degli altri operai o padroncini.
Che fine ha fatto la solidarietà, e anche il rispetto delle leggi?
L'intervento migliore della serata è stato il commento al servizio (che non andava trasmesso, sempre secondo Fede) di Michele Ainis.
Chi è povero resta povero e chi è ricco migliora la sua posizione, in questo paese: un paese dei privilegi, delle lobby, della famiglia.
Un paese preda dell'immobilismo sociale e la lega che viene percepita come protezione contro la crisi, contro la paura di perdere la propria posizione.
L'illegalità e l'astensione hanno in questo le proprie radici: in questo sistema o diventi cinico o ti astieni.
Ecco che i moderati e quelli che si accontentano, votano. Sono gli arrabbiati e i delusi a non votare.
Quelli che accettano, o che ritengono fisiologico il razzismo, la corruzione, il lavoro nero, gli assegni falsi, perchè dovrebbero astenersi?
E la sinistra? Quanto si è mobilitata?
Contro la chiusura dei talk show. A favore degli operai in cima ai tetti. A favore delle imprese chiuse, delocalizzate, esternalizzate (che fine ha fatto il caso Eutelia)?. Contro il clima di impunità e corruzione emerso dalle inchieste sulla Protezione Civile, sulla malasanità pugliese, per le pressioni su l'AGCom da parte di Berlusconi.
Se una certa percentuale di elettori preferisce votare un comico e il suo movimento, piuttosto che dare fiducia al progetto del PD, per me il significato è chiaro.
Come diceva Moretti? Con queste persone non vinceremo mai...
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