Da Il fatto quotidiano del 16 febbraio: l'intervista di Beatrice Borromeo al candidato di Rivoluzione civile Antonio Ingroia.
“Riciclaggio, Chiesa colpevole e politici complici di Beatrice BorromeoDottor Ingroia, tra tutti gli scandali che da anni coinvolgono lo Ior e, più in generale, la gestione dei soldi da parte della Chiesa, c’è un fatto ormai certo: il miliardo di euro che ogni anno lo Stato italiano versa al Vaticano tramite l’8 per mille non resta nelle banche italiane. Perché? “Da anni, nella finanza Vaticana e nello Ior in particolare, c’è un problema di trasparenza. Lo Ior opera poco in Italia e moltissimo sul circuito internazionale, ma immettere all’estero persino i soldi dell’8 per mille lo trovo inaccettabile”.
“Riciclaggio, Chiesa colpevole e politici complici di Beatrice BorromeoDottor Ingroia, tra tutti gli scandali che da anni coinvolgono lo Ior e, più in generale, la gestione dei soldi da parte della Chiesa, c’è un fatto ormai certo: il miliardo di euro che ogni anno lo Stato italiano versa al Vaticano tramite l’8 per mille non resta nelle banche italiane. Perché? “Da anni, nella finanza Vaticana e nello Ior in particolare, c’è un problema di trasparenza. Lo Ior opera poco in Italia e moltissimo sul circuito internazionale, ma immettere all’estero persino i soldi dell’8 per mille lo trovo inaccettabile”.
Oltretutto le banche Italiani contavano molto sull’indotto
proveniente da quel denaro.
Motivo in più per parlare di slealtà bancaria da parte del
Vaticano. Ma al Vaticano conviene aprire un conto, invece che in
Italia, in istituti disinvolti come per esempio Deutsche Bank, che
non fa troppe domande sulla provenienza dei fondi. Il punto è che
soprattutto da un ente ecclesiastico si deve pretendere un approccio
più etico.
Papa Ratzinger ci aveva provato, introducendo una sorta di legge
anti-riciclaggio poi ribaltata dal suo Segretario di Stato, Tarcisio
Bertone: ma se i fondi dell’8 per mille non sono sottoposti al
controllo delle banche italiane, come sappiamo che non vengono
mischiati a soldi sporchi?
Non lo sappiamo proprio: non c’è nessuna effettiva
tracciabilità. La destinazione all’estero potrebbe essere
utilizzata per monetizzare fondi di provenienza sospetta, per usare
un termine soft.
Bertone ha anche rimosso dai vertici dello Ior e dell’Apsa
(l’amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica) uomini
considerati seri come Ettore Gotti Tedeschi. Cosa ne pensa?
Riprendo le dichiarazioni dure dello stesso Gotti Tedeschi quando
disse di essere stato sfiduciato proprio per aver difeso la legge
anti-riciclaggio. È ovvio che tutto ciò getta un’ombra
inquietante su questi personaggi. Se io fossi premier investirei
molta più energia per rendere trasparente la finanza vaticana
rispetto a quella usata da Monti, che è subordinato. Per non parlare
di Berlusconi.
Come mai nessun politico, neanche a sinistra, protesta contro
queste pratiche?
La Casta ha sempre lo stesso atteggiamento verso i poteri forti, e
il Vaticano è un potere fortissimo. Di politici con la schiena
dritta ce ne sono pochissimi: c’è bisogno di un’iniezione di
coraggio, e i pm possono aiutare.
Grazie allo Ior – lo dimostrano le tangenti Enimont scoperte dal
suo collega di partito, Antonio Di Pietro – girano anche
mazzette. Come affronterebbe lei il problema?
Imponendo la tracciabilità e la dichiarazione di provenienza di
ogni flusso finanziario che passi dallo Ior. Loro sono i primi a dire
di voler fare passi avanti in materia di anti-riciclaggio: lo
dimostrino.
Intanto Bankitalia ha imposto un blocco ai bancomat in Vaticano
dopo che la Procura di Roma ha segnalato presunte attività di
riciclaggio legate a operazioni dello Ior: è una partita da 40
miliardi di euro l’anno.
E loro hanno risposto facendo transitare i conti estero su estero,
grazie a una società svizzera: ulteriore mossa di elusione dei
controlli e di palese insubordizione alla legge anti-riciclaggio
italiana.
Per Monti stiamo assistendo a una nuova Tangentopoli. È
d’accordo?
Io dico che è sempre la stessa Tangentopoli, che non è mai
finita. Anzi, si è estesa a dismisura: vent’anni di berlusconismo
hanno reso lecito l’illecito. Si sono create sacche sempre più
ampie di impunità e corruzione, che ormai è sistemica. O sterziamo
seriamente, riscrivendo tutta la legislazione sulla pubblica
amministrazione e promuovendo un testo unico anti-riciclaggio che sia
efficiente, o l’Italia verrà definitivamente divorata da
Tangentopoli.
Quali sono le sue proposte, da candidato di Rivoluzione Civile,
per sequestrare i bottini illeciti di politici e finanzieri?
Abbiamo una “proposta choc”, che in un Paese normale sarebbe
invece ordinaria: estendere ai corrotti e ai grandi evasori fiscali
la normativa che si applica ai mafiosi.
Spieghi.
Appena emergono indizi di corruzione devono partire accertamenti
sui patrimoni e, in caso di sproporzione tra il loro valore e il
reddito dichiarato – e senza la prova di una provenienza lecita del
bene – scattano sequestro e confisca dei patrimoni.
Tra corruzione, evasione e sistemi mafiosi perdiamo ogni anno
circa 400 miliardi di euro, pari a un quinto del debito pubblico
italiano. Non si combatte l’illegalità solo per senso di
giustizia, ma come motore di sviluppo. Altrimenti sarà default.
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