01 febbraio 2013

Servizio pubblico - le mani intasca

Cosa farà l'uomo nell'impermeabile sotto la pioggia, quello della canzone di Conte, nei prossimi giorni? Se lo chiedeva Santoro nella scorsa puntata di Servizio Pubblico, nella sua copertina.
Riuscirà a spiegare ai propri elettori che nell'acquisto (a caro prezzo) dell'antonveneta non c'è nulla di sporco, che nelle operazioni della terza banca d'Italia non si nasconde alcuna corruzione.
L'uomo di partito dovrà spiegare che quanto è successo a Siena non è perché i partiti controllano le banche. Ma perché i banchieri si scelgono direttamenti i politici, si chiama Lobby.
I banchieri hanno fatto tutto quello che volevano senza controllo: la politica, come dice anche Grillo, non ha una visione per uscire da questa crisi del capitalismo.

Siamo passati dall'economia del debito all'economia dell'austerity, per riparare i danni dell'economia del debito.
Ma già nel 2010 Report aveva parlato dei problemi di Mps, della vigilanza di Bankitalia (presieduta dal presidente Rai Tarantola) che aveva fatto una relazione dove si parlava già dei due derivati Santorini ed Alexandria.
Non è vero dunque, come dicono in Bankitalia, che noi non sapevamo: a siena la strategia che hanno seguito è stata quella di nascondere un debito con un altro debito, comprandosi una banca. Ma per comprare una banca devi avere i conti in ordine.
Serviva un prestito allora, truccato da attivo. Ecco dunque il derivato, che produrrà un attivo nel 2031, ma è messo a bilancio oggi.
Un tappo nella diga della terza banca d'Italia.
Senza quel tappo la diga sarebbe crollata, come la presunta solidità delle banche italiane.
Ora non avremmo, forse, Draghi a capo della BCE.

Infine, Santoro ha commentato il nuovo atteggiamento di Grillo, più pacato, più da politico.
I suoi avversari non sono tutti morti, sono ancora vivi e vegeti: fuori c'è il diluvio ma per loro (Monti, Bersani, Berlusconi) "è la pioggia che va".



Prima di far parlare gli ospiti su crisi delle banche e caso Mps, a Servizio Pubblico è andato in onda un servizio sulla rivoluzione liberale di Berlusconi. La vecchia ricetta mai applicata della riduzione della spesa pubblica per diminuire le tasse.
Nervosetti un pò, quelli del PDL. Da Verdini a Brunetta per cui, la rivoluzione per salvare il paese è diminuire gli stipendi a Fazio e Santoro.

Il caso Mps: ospiti della puntata Stefano Fassina, l'ex ministro Tremonti e Antonio Di Pietro.

Tremonti è autore dell'equazione Imu prima casa = soldi per salvare Mps. In studio ha spiegato che questa è una formula semplicistica per dare l'idea dei volumi in gioco.
Ma comuqnue l'Imu blocca l'economia e bisognerebbe toglierla: per far riprendere l'economia le sue proposte sono di dare il Tfr in busta paga, usare la Cdp per finanziare le imprese e farla diventare come la grande banca pubblica KFW.
Il pubblico deve ora intervenire: "siamo al sesto anno della crisi, e ogni anno diventa peggiore".

Fassina gli ha allora ricordato che nei primi anni della crisi era lui al timone, assieme a Berlusconi. Le cose sono più complicate di come le spiega Tremonti: il fondo di stabilità (e i soldi dati a questo fondo), il fiscal compact, il pareggio di bilancio, sono decisioni prese dal suo governo.
"Starei più cauto a fare semplificazioni".
Per dare ossigeno all'economia bisogna evitare l'austerità, evitare la svalutazione del lavoro: noi l'avevamo detto - ha spiegato Fassina. Sebbene, quando si è trattato di approvare le manovre di Monti, tutti hanno votato a favore. Anche sulla riforma Fornero.

Il dato su cui riflettere è che il debito aumenta nonostante gli enormi costi sociali ed economici.
Anche Fassina ha parlato di investimenti coi soldi della Cdp (che però nasce con un altro scopo) per le opere pubbliche. Di ridistribuire il reddito e di aumentarlo per quelli bassi.

La ricostruzione di Walter Molino, sulle ispezioni della Banca d'Italia.



Di Pietro, che in seguito ha avuto uno scontro con Fassina, ha puntato il dito contro la mancata vigilanza della Banca d'Italia e della Consob.



A di Pietro non è piaciuta l'intervista di Napolitano al Sole 24 ore, dove ha difeso l'azione di Bankitalia: dove è stata questa vigilanza se la banca sapeva dei derivati e dei rischi che Mps avrebbe corso?
Come mai Mussari è poi finito all'Abi?
"Quali sono le lobby che governano il paese?" - ha concluso l'onorevole dell'idv.
che ha poi chiesto dei sequestri preventivi sui beni della banca e  dei fermi sui dirigenti della banca per evitare che inquinino le prove.

Fassina si è allora immolato, a scudo umano delle istituzione: nella linea già sposata dal PD in difesa di Napolitano sul conflitto coi pm di Palermo (per la trattativa) ieri Fassia ha difeso l'azione di Draghi e della vigilanza spiegando che è bene non gettare fango sulle istituzioni.

Bene: ma quali sono le proposte del PD, il suo partito, per risolvere queste situazioni. Sarebbe favorevole Bersani (e Fassina) alla separazione delle banche d'affari da quelle di risparmio? Per riformare le fondazioni bancarie e andare verso una vera privatizzazione delle banche (al contrario di quello che voleva fare Tremonti)? Mettere un freno all'uso dei derivati dentro le nostre banche?
Dare maggiori controlli a Bankitalia?

E tutto questo sarà possibile in un futuro governo con Monti, che oggi chiede di mandar via la politica dalle banche, ma ha governato il paese con diversi ex banchieri a fianco.
E qualcuno è pure nelle sue liste.

L'intervento di Travaglio:



L'intervento di Dragoni: la corsa all'oro dei derivati

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