Mancano due settimane al voto: in questo luinedì dove una media nevicata è sufficiente a bloccare il nord (e terrorizzare il paese), possiamo anche fare un breve bilancio di questa campagna elettorale (e di ciò che ci aspetta nel futuro).
Anche a questo giro, ci siamo giocati le elezioni e la possibilità di cambiare veramente le cose.
Eravamo partiti bene, nonostante tutto: le primarie nel PD e forse anche quelle nel PDL. La lotta contro gli impresentabili.
Ma poi, in queste ultime settimane, il livello è sceso molto verso il basso.
Tasse, spesa pubblica, il voto utile (ma utile per chi? Per gli italiani o per i grandi e piccoli partiti?).
Le proposte scioc, i guagiari da smacchiare, il ritorno dei comunisti, chi non vota PD vota per Berlusconi, il voto disgiunto e il voto responsabile.
Grillo che gira e riempie le piazze (e che secondo me è sottostimato nei sondaggi), la lista monti che non sfonda, Berlusconi e la sua campagna mediatica (in competizione con Sanremo).
La priorità del lavoro
Anche a questo giro tanti tempi importanti sono rimasti fuori.
Oggi Il fatto quotidiano dedica la sua edizione monotematica del lunedì al capitolo istruzione.
I supplenti a giornata.
Le scuole a pezzi.
I tagli a risorse, professori, investimenti.
Istruzione, cultura e ambiente.
Visto che siamo in tema, faccio anche io le mie proposte shock: proporre un reinvestimento in borse di studio, messa in sicurezza delle scuole, ammodernamento degli istituti prendendo i soldi dalle grandi opere e dai caccia F35.
Troppo populista?
Allora potremmo prendere i soldi da tutti gli sprechi che la Corte dei conti segnala nel suo dossier: dal ponte di Calatrava, alle barche comprare in Sardegna. Sono 300 milioncini, che si sommano alle centinaia di miliardi di evasione e corruzione.
E magari togliere o rimodulare, finanziamenti alle scuole private.
E ancora: unificare i ministeri di ambiente e beni culturali in un'unica struttura. Hai visto mai che mettendo assieme le forze si riesca a fare di più per tutelare il nostro patrimonio?
Il problema è che in Italia, almeno in questo scorcio di fine seconda repubblica, si preferiscono le proposte scioc a quelle shock.
E per prendere i soldi si ritorna a cercarli laddove è più semplice prenderli senza troppi problemi.
Peccato. Mancano ancora 15 giorni e a furia di livellarci verso al basso, chissà dove possiamo arrivare.
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