07 dicembre 2018

Vuoto per i bastardi di Pizzofalcone, di Maurizio De Giovanni



Lo senti il rumore di questa carezza? 
Lo so che avverti il tocco, il passaggio lieve della mia mano sull'incavo del fianco., dal basso verso l'alto affinché la carezza sia bilanciata dal contropelo. Lo so che senti il movimento dei polpastrelli e del palmo, anche se hai gli occhi chiusi e il mezzo sorriso che ti increspa le labbra quando capisci i miei pensieri e ascolti le mie parole sussurrate.

Il rumore di una carezza, una deflagrazione, un movimento sensuale che percorre tutto il corpo della persona amata, un qualcosa di sospeso tra passato e presente.
Il modo in cui dirci come ci amiamo..
Si apre con questa confessione-poesia l'ultimo romanzo di Maurizio De Giovanni della serie dei Bastardi e ancora una volta ci troviamo di fronte ad un libro a cui la definizione di giallo sta veramente stretta.
Il meccanismo del giallo, il delitto, l'investigazione, la scoperta del colpevole, sono solo la scintilla da cui far partire un racconto che ha sempre al centro i suoi personaggi, la squadra (ora più che mai allargata) dei Bastardi, i sentimenti che li tormentano, i pensieri che li affliggono. Ma anche le passioni, gli amori, i desideri ..
Questa volta tocca al vuoto, che significa l'assenza di un qualcosa, una mancanza, una sottrazione, una perdita.
Per Palma, promosso vicequestore, il vuoto della passione, dopo la separazione dalla moglie, che gli rinfacciava di essere troppo attaccato al lavoro. Un vuoto che è assenza di speranza.
Per Ottavia è il vuoto che nasce da una vita che è come una condanna: un figlio autistico che sa solo dire mamma mamma e un marito perfetto ma che forse non ha mai amato. Un vuoto che è una condanna.
Per Lojacono è un vuoto di futuro: una figlia che si ostina a considerare come una bambina, mentre Marinella è già in quell'età in cui ci si innamora in modo assoluto e in cui si è disposti a tutto per la persona amata. Per Lojacono, inchiodato ad un presente con troppi problemi, il futuro è qualcosa che non si riesce nemmeno ad immaginare.
E poi gli altri: Aragona che vorrebbe essere un agente speciale e che invece ha solo tanti sogni e, per fortuna, anche qualche buona intuizione.
Francesco Romano un vuoto di certezze, che nasce da quella bambina salvata da un cassonetto di rifiuti che gli ha dato nuova speranza. Ma per poterla adottare serve essere in due, e Romano la sua scelta per il suo futuro non riesce a farla.
Anche Alex deve fare una scelta, per se stessa e per la persona che ama. Vuoto di coraggio, scrive l'autore nella terza di copertina. Quel coraggio che non le manca nel lavoro, anzi.
Poi Pisanelli, salvato per un pelo da quell'ospite che lo stava uccidendo e che ora è vuoto di energia. E quanta energia avrebbe bisogno per portare a termine quella sua indagine sui finti omicidi nel suo quartiere, proprio ora che sa chi è l'assassino.
Infine Elsa Martini, la sostituta commissario che è anche sostituta di Pisanelli: per lei, per tutti i cambi di sede, per l'impossibilità di mettere radici, si può solo parlare di vuoto di presente.

Anche a novembre a Napoli arriva il freddo ed un freddo che da ancora più fastidio perché qui, a due passi dal mare, non te lo aspetti questo freddo.
In commissariato a Pizzofalcone è arrivata un nuovo elemento, dal nord, da Torino, in sostituzione di Pisanelli, “il presidente”: si chiama Elsa Martini ed è un nome è preceduto dalla sua fama: una tipa tosta, decisa, mal disposta a tollerare certe regole se sono contro il suo senso di giustizia.
Forse, tra tutti, è lei la più bastarda di tutti.

Anche lei seguirà questa indagine che, in tema col libro, parla di un vuoto: è il vuoto dell'assenza della professoressa Chiara Fimiani, insegnante di lettere nell'istituto tecnico Giancarlo Siani, che dal fine settimana non ha fatto avere notizie ai colleghi dell'istituto e lunedì non si è presentata al lavoro.
Al commissariato si presentano il vicepreside Rigosi e la professoressa Costanzo che della Fimiani era molto amica.
Due giorni senza avere notizie, il telefono staccato, l'assenza, forse è un po' poco: ma c'è quel messaggio mandato proprio alla Costanzo “questo stasera mi ammazza ..”
Il “questo” dell'sms all'amica potrebbe essere il marito della Fimiani, Marcello Baffi, un'importante industriale con aziende non solo in Italia, personaggio molto in vista nella Napoli bene con un futuro in politica che non tiene nascosto.

Altri poliziotti lascerebbero cadere nel vuoto le parole due due insegnanti, non c'è una denuncia, il personaggio su cui indagare è molto in alto e una mossa azzardata in quell'ambiente significherebbe alzare un vespaio (e forse il rischio di una chiusura per Pizzofalcone).
Ma i Bastardi sono così perché più che alle regole, sanno fidarsi più delle singole intuizioni: capiscono che dietro i timori della Costanzo c'è qualcosa di serio e così decidono di muoversi, facendo qualche domanda in giro, prima nella scuola dove insegna:
L'aula in cui avrebbero dovuto incontrare coloro che potevano fornire informazioni sulla Fimiani era uno stanzone vuoto e freddo, rischiarato da una luce livida che filtrava attraverso un finestrone opaco e sporco. In fondo c'era una vecchia lavagna, si cui si intravedevano formule matematiche e parole cancellate male. 
[..] 
Vuoto, rifletté Lojacono. Questo posto è vuoto. Di un vuoto più grande di quello che sembra, più grande di tutto. Vuoto di sogni.

Parlando con le persone amiche della Fimiani, scoprono che di Chiara Fimiani ne esistono due: la prima era la moglie del noto industriale
sorridente e taciturna, che frequentava circoli esclusivi, sempre un passo indietro il brillante marito; l'altra la professoressa dolce e gentile, pronta a farsi carico dei problemi familiari degli alunni, mai assente e in prima linea in qualsiasi attività utile a tenere i ragazzi a scuola.

L'indagine “discreta” deve scoprire cosa è successa a questa persona, dall'ultima volta che è stata vista, ad un ricevimento ad un circolo dove ha pure fatto una “piazzata” al marito, che si doveva vergognare di qualcosa che aveva fatto..
Se l'indagine diventa una vera indagine, col supporto della procuratrice Laura Piras, angelo custode dei Bastardi, è perché avvengono due fatti: alla Costanzo arriva una lettera dell'amica in cui questa parlava del marito, accusandolo di essere il peggior delinquente della terra.
L'uomo che ho amato da una vita è il mio peggior nemico: per questi sospetti, ora, si sente in pericolo. Un pericolo che confida all'amica con questa lettera..
Una lettera che è un'accusa contro una persona che ha affiancato all'immagine di imprenditore capace, anche quella di benefattore nei confronti delle famiglie disagiate di Napoli.

Il secondo fatto è una scoperta di Aragona (anche lui, dietro quell'aspetto, è capace di ragionare) sulla barca dei Fimiani: un foulard sporco di sangue.
Così, una scomparsa, un vuoto, che interessava solo una collega, porterà i Bastardi ad indagare dentro la vita di questa coppia e a scoprire che anche nelle vite più piene (di ricchezza, di benessere) può celarsi un vuoto di felicità.
Il problema del vuoto, sapete, è nelle cose che ci sono dentro
Non si parla solo del senso del vuoto (che De Giovanni riesce a descrivere in tutte le sue tinte), in questo capitolo dei Bastardi: c'è un'altra dimensione dell'animo umano che De Giovanni va ad esplorare e si tratta del rapporto padre figlio.
C'è quello genuino della Fimiani nei confronti dei suoi ex studenti, con cui manteneva un rapporto anche al termine degli studi.
Figli che cercano di ricostruire un rapporto col proprio genitore, come succede con fatica ad Alex.
Figli che scoprono in quel collega quel padre che vorrebbero aver avuto, come per Aragona con Pisanelli.
Figli che si scoprono madri dei proprio genitori, come tra Vittoria e sua madre, Elsa.
Figli che sono una condanna per la madre, fine pena mai, come per Ottavia.
Figli che per qualcuno sono un peso da disfarsene, mentre per altri sono un bene da proteggere, perché ti hanno lasciato dentro qualcosa, di profondo e che non ti lascia più.

C'è poi il racconto delle due Napoli, quella benestante dei circoli di vela, delle feste esclusive e quella della miseria, dell'arte dell'arrangiarsi, ai margini della criminalità. Due Mondi e due Napoli separate che non si incontrano (se non nella sensibilità di un'insegnante che affronta con passione il proprio lavoro).

Ma, attenzione, il vuoto non è perenne, non è detto che sia per sempre: se De Giovanni ci ha lasciato un insegnamento nei suoi libri è che accanto a tanta disperazione si può trovare anche la speranza di un riscatto, di una vita diversa, di una vita piena.
L'uomo dai capelli candidi rientrò dalla spiaggia, reggendosi al suo bastone.Il mare festeggiò con un formidabile ventaglio di spuma

Qui trovate la presentazione del libro alla Passione per il delitto ad Erba.
La scheda del libro su Einaudi e il pdf del primo capitolo
I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon

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