L'inchiesta sulla nuova Lega, sui
giudici di pace che lavorano gratis e, nell'anteprima, un servizio
sulle auto che si guidano da sole: siamo pronti a lasciarci guidare
da un algoritmo?
L'auto fantasma – Lucina Paternesi
L'auto a guida autonoma è quasi
realtà: auto con mille sensori per muovere volante e pedali e il
futuro è l'auto senza autista, come quella di Google.
Ci sono report che dicono che tra 10
anni queste auto saranno almeno il 20%, un settore su cui stanno
investendo i big dell'auto e dell'high tech.
Con la guida autonoma potrebbe
abbassarsi il numero di incidenti, causati dall'errore umano, ma
significa anche rivoluzionare le nostre strade e le nostre città.
In attesa di nuove infrastrutture
dobbiamo accontentarci della guida assistita: a seconda del livello
di autonomia, l'autista ha sempre meno compiti.
In Italia a Parma ,avevamo brevettato
già nel 1998 un'auto a guida autonoma, che però ha avuto bisogno di
un'azienda americana per partire.
Elon Musk di Tesla sta investendo su
questo settore, con un'auto che segue la strada andando a monitorare
i segni delle corsie.
In Europa la guida senza autista è
vietata dalla convezione di Vienna: il governo ha recentemente varato
una legge per ammodernare le strade, ma siamo ben lontani da
permettere una guida autonoma.
La guida autonoma è gestita da un
software che sarà più responsabile di un guidatore medio, ma già
oggi ci sono stati degli incidenti (con dei morti) durante la
sperimentazione di queste auto. Di chi è la colpa? Del guidatore o
del software?
Mario Nobile, DG dei sistemi
informativi del MIT tira in ballo questioni di etica: come si
dovrebbe comportare l'algoritmo in situazioni che prevedono più
gradi di rischio? Che rischio dovrebbe accettare il sw?
Qual è la soluzione più giusta?
Nel frattempo dobbiamo almeno
aggiornare le nostre strade.
Nel nome di Matteo – Claudia di
Pasquale
Domenica a Piazza del Popolo Salvini
parlava a nome di 60 ml di italiani: i nuovi leghisti non sono più i
padani, ma persone che vengono dalla Calabria, dalla Sicilia e dalla
Sardegna.
Ma ci sono due partiti in questo
momento: al sud i neo leghisti si sono iscritti alla Lega per Salvini
premier, che si aggiunge alla Lega nord.
Per conoscere i nuovi leghisti Claudia
di Pasquale ha girato il paese: a Parma alla festa della Lega ci si
iscrive ancora alla Lega nord per l'indipendenza della Padania.
A Bari all'assemblea della Lega
pugliese si parla di Lega per Salvini: la parola nord è sparita e
nello statuto della nuova Lega è la trasformazione in uno stato
federale.
Due partiti e un solo leader che non si
sottrae al rito dei selfie.
Il deputato Zaccheri, eletto nel Lazio,
parla di Daje Matté: è Salvini l'eletto premier anche se non lo ha
deciso nessuno; eppure esiste ancora la Lega nord con Bossi
presidente.
Il nuovo partito non ha organi
federali, non ha fatto un congresso, ha un gruppo alla Camera e due
gruppi al Senato.
Il cambio nome nasce a seguito
dell'inchiesta sui fondi della Lega: secondo la procura di Genova le
rendicontazioni dell'ex tesoriere Belsito erano false.
I soldi del partito erano usati per la
famiglia Bossi e così viene chiesto il sequestro dei beni del
partito: è la storia dei 49ml di euro (di fondi elettorali) che la
Lega deve restituire allo Stato in comode rate.
Non è più Roma ladrona e non è più
il tempo della secessione.
Del profitto della truffa, i finti
rendiconti, parte di questi sono stati goduti anche dalla Lega
quando, nel 2012-2014 il partito era nelle mani di Maroni e Salvini.
Soldi che non ci sono, racconta
Salvini: nei bilanci del partito oggi spuntano due voci, le donazioni
e gli oneri diversi di gestione.
Si parla di 30ml di euro che, chi ha
studiati bilanci, non hanno giustificazione: sembrerebbe un modo
elegante per far uscire dei soldi dal partito (soldi scappati in
Lussemburgo?).
La Finanza ha perquisito ieri la sede
dell'associazione Più Voci, del Populista, a Bergamo: la procura sta
indagando sulle donazioni del costruttore Parnasi ad associazioni
vicine alla Lega, con l'ipotesi che si sia trattato di un modo di
finanziamento illecito ad un partito.
Come faceva Parnasi a conoscere
l'associazione di Centemero, Più voci, che non ha nemmeno un sito?
Oggi la procura di Genova ha stretto un
accordo con la Lega, per cui il partito darà 600mila euro l'anno per
risarcire il danno.
Ma la procura potrebbe non sequestrare
i beni del nuovo partito, Lega per Salvini premier, perché si
aprirebbero contenziosi lunghi anni.
Centemero non ha poi dato risposte alla
giornalista, sulle associazioni e sul significato degli oneri.
Vedremo se il nuovo partito che ora
prende voti anche al sud, riuscirà a raccogliere altri soldi.
Prima gli italiani
Salvini si è fatto immortalare durante
la demolizione di una villa di Casamonica, operazione fatta dalla
regione Lazio: è la sua immagine, la ruspa, i fatti, la linea dura.
Nel Lazio e anche al sud nella
Calabria: “combatteremo la camorra e la ndranghera che
scompariranno da questa terra” ha promesso alle persone presenti al
comizio.
A San Luca ha sciorinato l'ennesimo
elenco di sequestri, arresti: ma il numero due in Calabria Furgiuele,
di Lamezia Terme, dove i carabinieri pochi mesi fa hanno sequestrato
i beni del genero Mazzei, condannato per il reato di estorsione.
Nei lavori della Salerno Reggio
Calabria gli inquirenti sostengono che fosse il trait d'union tra le
imprese e i clan: i carabinieri hanno sequestrato i beni a Mazzei e
tra questi anche quelli intestati alla moglie di Furgiuele.
Un altro bene confiscato è una cava da
cui è stato estratto il calcestruzzo per l'autostrada: dentro la
cava ci sono imprese di Armando Mazzei cognato di Furgiuele, la
Laterina Costruzioni, non sottoposta a sequestro.
Un rapporto da chiarire: “non fatemi
fare i processi ai parenti” risponde Salvini, che non intende
rispondere dei comportamenti del suo coordinatore in Calabria.
Nella Piana di Gioia Tauro troviamo le
baracche dove vivono i migranti. Poco lontano Rosarno, paese delle
cosche dei Bellocco.
“Salvini oggi non si vergogna più
dei calabresi” raccontavano alla giornalista delle persone di
Rosarno: qui Salvini ha preso dei voti, il coordinatore è un ex FDI,
Gioffrè.
Come ha fatto la Lega ad arrivare al
14%?
Il pieno dei voti l'ha fatto però
Forza Italia, il partito del difensore di Gioffrè, Saccomanno.
A Reggio Calabria ha preso al Senato
più dell'8%: qui la candidata era una fedelissima di Scopelitti,
oggi in carcere per una condanna a seguito dell'inchiesta sul buco di
bilancio di Reggio.
Su Scopelliti ci sono altre ombre,
essere nominato come sindaco grazie all'appoggio delle cosche.
Non sono pochi i sostenitori di
Scopelliti che sono passati a Salvini.
La giornalista si è messa sulle tracce
della sede reggina della Lega per Salvini premier: sarebbe in un
palazzo dove però nessuno ne sa niente.
Nel coordinamento per Reggio si trova
un ex del partito dei Verdi, il legale del senatore Matacena (oggi
latitante), che però è un no euro e un no Europa, “di Salvini non
me ne frega niente”.
In Calabria la Lega sta portandosi
dentro quei politici che una volta accusava di aver male amministrato
il sud: lo stesso è successo in Puglia.
Ex Forza Italia era l'attuale
coordinatore Caroppo.
Ex fittiano il consigliere leghista di
Bari.
L'unico senatore leghista in regione è
un altro fittiano: oggi questo senatore è indagato in una inchiesta
sull'assegnazione di case confiscate in cambio di voti.
La Lega è sbarcata anche ad Afragola
in Campania, dove è stato eletto sindaco l'imprenditore Grillo
sostenuto anche da Salvini: qui tra i salviniani anche la senatrice
Castiello, una volta vicina all'ex senatore Nespoli (anche lui ex
sindaco di Afragola ed ex pdl).
Nespoli è stato coinvolto in una
inchiesta per riciclaggio.
Dietro la Lega campana si sospetta che
ci sia l'ex senatore Nespoli: avrebbe fatto lui le liste e non il
segretario regionale Cantalamessa, il deputato è un altro ex PDL.
Damiano Genovese è un sovranista, non
un leghista della Lega di Bossi, ed è stato eletto in Campania; un
altro sovranista è l'ex PDL Barbaro, oggi eletto nella Lega per
Salvini.
La Lega in Sicilia.
Nel 2014 la sopravvivenza della Lega
alla Camera è legata al passaggio dall'MPA verso la Lega di
Attaguile: diventerà poi segretario del movimento di Salvini a cui
consiglierà nuovi candidati.
Come Antonio Mazzeo, ex sindaco di
Maletto, un piccolo comune vicino Catania.
Mazzeo è un parente di una persona
condannata per mafia: non ho scelto io i miei parenti – è la
risposta di Mazzeo, con cui non ha rapporti.
Attaguile è stato il primo deputato
leghista alla Camera: ex DC, autonomista, il padre ex ministro DC,
vicino a Lombardo.
Attaguile considera Lombardo un
buon governatore, ma Lombardo ha lasciato una regione con 5 miliardi
di euro, ha lasciato il problema dei rifiuti, ha autorizzato
l'ampliamento di una discarica in una zona a rischio smottamento.
Discarica gestita dalla Oikos, dove
lavorano parenti del sindaco leghista di Sant'Anastasia, Carrà.
A Graniti nel messinese la Lega
ha preso più del 30% con Lo Monte, altro politico di lungo corso che
ha cambiato diversi partiti: vuole l'autonomia della Sicilia e non
della Padania.
Qui siamo in Sicilia e non si può
parlare di politica clientelare: spesso si è nelle condizioni per
fare redistribuzione – così parla il deputato che è difensore di
Cuffaro, come politico.
Avrebbe pure votato la fiducia al
governo Gentiloni, al jobs act, all'Italicum.
Non un esempio di coerenza: ma il
trasformismo è una qualità, dice alla giornalista.
Ad Aci Castello il sindaco Drago
(ex UDC con Lombardo e Cuffaro) è passato con Salvini.
Ma ora è stato allontanato, dal gruppo
dirigente siciliano dove, parola di Drago, è un tutto contro tutti
..
Chissà se Salvini le sa queste cose.
La politica che Salvini ha sempre
criticato è oggi la sua politica.
I bilanci della Lega per Salvini in
Sicilia non ci sono.
Nel 2017 la Lega per Salvini è stata
commissariata, dopo le elezioni regionali: l'ex deputato regionale
Caputo, ha fatto campagna elettorale per il fratello, per la lista di
Nello Musumeci.
Grazie ai suoi voti la Lega ha superato
il 5%: l'ideatore di questa scelta (quella di Caputo) è del deputato
Pagano, vicepresidente della Lega alla Camera.
Anche lui è un ex PDL ed ex centro
destra con Alfano.
Ora è approdato alla Lega, “in modo
naturale”.
Pagano non è più coordinatore e
Salvini ha mandato qui il sottosegretario Candiani: ma non sembra che
siano cambiate le cose. Ad Enna a coordinare c'è un ex DC con due
persone che hanno militato nel pd.
Un ex Alfaniano ad Agrigento. A Palermo
un ex m5s. Il responsabile enti locali a Catania ex PDL …
IL partito della Lega sembra il carro
dei vincitori su cui stanno salendo ex dei vari partiti e partitini
che hanno fatto politica in Sicilia.
“Hanno cambiato opinione come San
Paolo sulla strada di Damasco” cerca di giustificare Candiani.
Come Tony Rizzotto, unico deputato
regionale della Lega, presidente di un ente di formazione dove sono
successe cose brutte, ma a sua insaputa. Così dice.
Ente che riceveva fondi europei e
regionali ma che non avrebbe pagato i dipendenti.
“I soldi non li ho presi io” -
spiega Rizzotto - “questo è importante”.
C'è un codice etico che esclude dalla
candidature persone condannate per reati contro la pubblica
amministrazione, la legalità prima di tutto: ma poi ci sono persone
condannate in primo grado per peculato nella Lega, in Piemonte.
Strano.
La Lega al sud non sembra nulla di
diverso dalla vecchia politica di una volta. Nessun cambiamento,
nessuna lotta al clientelismo, nessuna coerenza nella lotta alla
mafia.
Nessun commento:
Posta un commento