14 dicembre 2020

Anteprima delle inchieste di Report – la puntata del 14 dicembre

Sono diversi gli argomenti toccati dai servizi dei giornalisti di Report: alcuni sono un approfondimento di inchieste già andate in onda, come la App della regione Sicilia per il contact tracing. O come l'invenzione dell'ingegner Palazzetti, per frenare il contagio negli ambienti chiusi.

C'è poi un'inchiesta sul sindacato della Cisl che sta già provocando rumore sui social, e poi in tema di difesa dell'ambiente, un servizio su come e da chi sono stati controllati gli scarichi delle navi in questi mesi di pandemia.

L'invenzione di Mario Palazzetti

Mario Palazzetti ha inventato il sistema di frenata ABS (poi ceduto alla Bosh), il totem un motore capace di produrre elettricità per un palazzo intero e di recuperare il calore per riscaldarlo.

Report col giornalista Michele Buono lo ha incontro a giugno per parlare della nuova scoperta.

Il “Biostopper”, un sistema per frenare il contagio del virus: un sistema che ci consentirà di stare assieme nei locali, in modo più rilassato e che piacerà ai ristoratori. Si tratta di un dispositivo che si mette in mezzo al tavolo che crea una barriera biologica tra i commensali.


Il giornalista ha raccontato della scoperta al Politecnico di Torino: l'idea ha convinto il rettore Guido Saracco, perché economicamente fattibile e può essere usato ovunque, non solo nei locali ma anche nei luoghi di lavoro che ha fatto partire subito la sperimentazione.

La scheda del servizio: Biostopper di Michele Buono

Un ingegnere, Report e il Politecnico di Torino entrano in relazione e creano un ecosistema che dà vita a un progetto che potrebbe risolvere il distanziamento sociale nei luoghi chiusi: ristoranti, bar, uffici. Ma chi è questo ingegnere? Progettista di lungo corso del Centro ricerche Fiat, realizzò l’Abs, il sistema frenante poi ceduto alla Bosch, e ancora prima il Totem, un piccolo motore capace di produrre elettricità per un palazzo intero e recuperare il calore per il riscaldamento. Report nella sua storia ha incontrato diverse volte l’ing. Palazzetti. Qualche mese fa l’ingegnere contatta il programma per parlare di una nuova idea: creare un isolamento biologico tra persone sedute a un tavolo per mezzo di un dispositivo da collocare nel mezzo che genera dei vortici che producono una barriera protettiva intorno a ogni persona. Report racconta l’idea al Politecnico di Torino. Partono i test immediatamente e si simulano le condizioni del mondo reale. Com’è andata a finire?

Le sorelle di Immuni - come è andata a finire

Prima della App di Stato, Immuni, la regione Sicilia ha rilasciato la sua di app per il contact tracing, Siciliasicura, sotto la regia di Guido Bertolaso, chiamato dal presidente della regione Musumeci per gestire la fase due della pandemia. Sono emerse subito le prime criticità: per usarla bisognava registrare su un portale i luoghi visitati, alcuni utenti hanno lamentato difficoltà a scaricarla dagli Store.

Poi è emerso che questa app registra la posizione degli utenti tramite GPS (e non solo i dati di prossimità), di fatto rendendola meno sicura di Immuni.

L'autorità garante della privacy, se venisse confermato l'uso illecito dei nostri dati, potrebbe stopparla o perfino sanzionare l'ente.

In un servizio precedente, Lucina Paternisi aveva raccontato che ad oggi sappiamo ancora in quanti l'abbiano scaricata, si sa solo è che è costata 80mila euro, via convenzione Consip, soldi pagati alla Ies Solutions, società romana con sede operativa in Sicilia, di proprietà del figlio dell'ex assessore alla provincia Cristaldi, ai tempi in cui Musumeci ne era presidente.

Questa app fa parte di un progetto più ampio, per seguire a distanza le persone (non solo i turisti) affetti da Covid: progetto da 800 mila euro in affidamento diretto senza gara.

La scheda del servizio: Sicilia .. si cura di di Lucina Paternesi in collaborazione di Alessia Marzi

Anche la Sicilia, questa estate, si è fatta la propria app. Grazie all’ex capo della protezione civile Guido Bertolaso, chiamato dal presidente Nello Musumeci per la riapertura della stagione estiva, è nato il protocollo Sicilia Sicura. Che, tra le altre cose, prevedeva un’app obbligatoria per chiunque volesse andare nell’isola a trascorrere le sue vacanze. Ma chi l’ha realizzata e dove vengono raccolti i dati dei turisti e degli utenti? Non solo un’app per turisti, in Sicilia da maggio scorso è attivo il progetto Telecovid19. Tramite un’app e device collegati, consente di seguire a distanza gli utenti affetti da Covid che non necessitano di ricovero in ospedale. Per il progetto, presentato dall’Irccs di Messina e approvato dall’assessorato alla Salute neanche 24 ore dopo, la Regione ha stanziato 800 mila euro, ma l’affidamento è avvenuto in modo diretto, senza alcun tipo di bando.

L'inchiesta sulla CISL

Nessuno mette in discussione l'importanza del sindacato, ma quello che l'inchiesta ha cercato di mettere è la trasparenza dell'organizzazione. Cosa sta facendo ora per tutelare i suoi iscritti e in generale i lavoratori italiani, specie in un momento di crisi come questo (come ricorda l'anteprima 120 tavoli di crisi per 160mila lavoratori coinvolti)?

Si parte dal caso Whirlpool, allo stabilimento di Napoli dove si producevano le lavatrici di alta gamma: il 31 ottobre la produzione è cessata e 350 dipendenti ora sono rimasti senza lavoro, dopo essere stati avvisati con un sms.

Il governo e l'ex ministro Di Maio li avevano rassicurati, staremo al vostro fianco ma ora in piena pandemia hanno solo la loro rabbia.

Nel torinese questa estate è fallita la ex Embraco, società del gruppo Whirlpool ceduta solo due anni fa ad un'altra azienda, la Ventures che però non ha mai iniziato una nuova produzione: l'azienda ha preso i soldi, ha dato l'impressione di voler iniziare la produzione ma poi è fallita, scaricando tutti i problemi sui dipendenti.

La pandemia ha messo in crisi il settore dell'automotive, nel 2020 è crollata la vendita di automobili, mandando in crisi anche tutto il settore dell'indotto, le aziende che per FCA, Maserati come la Lear Grugliasco producevano parti delle auto, alcune delle quali erano già in cassa integrazione.

Sono 120 i tavoli di crisi aperti al ministero: il 25 giugno i lavoratori del settore metalmeccanico sono scesi in piazza per chiedere il rinnovo del contratto nazionale e il blocco dei licenziamenti.

Alla manifestazione erano presenti i segretari delle tre federazioni nazionali, compreso l'ex segretario Marco Bentivogli che oggi ha lanciato una sua associazione, Base Italia: nella lettera di dimissioni ha precisato che la sua è stata una scelta libera. Lo scorso anno 42 dirigenti Cisl avevano firmato una lettera contro di lui, accusandolo di protagonismo politico.

Contro Bentivogli ci sarebbe stata una guerra interna - racconta Giovanni Guerisoli, ex segretario amministrativo Fim Cisl, guerra che lo ha indebolito portandolo alle dimissioni.

Il 13 luglio la Fim Cisl si è riunita per scegliere il nuovo segretario: è stato nominato Roberto Benaglia che proviene dalla federazione agricola.

La giornalista lo ha incontrato alla manifestazione di novembre: anche lui non vuole parlare delle vicende interne, forse per non rischiare ispezioni interne

A luglio a Roma è stato tenuto un incontro della Cisl sulla crisi a cui hanno partecipato il segretario aggiunto Luigi Sbarra e la segretaria generale Annamaria Furlan: Claudia Di Pasquale aveva strappato ad entrambi la promessa di una intervista sul sindacato, sulle loro storie.

Passano le settimane, arriva settembre e la giornalista per incontrare i due sindacalisti deve andare alle loro manifestazioni: in Sicilia, allo sciopero del 18 settembre ma anche qui nessuna domanda.



Sbarra ha iniziato la sua carriera in Cisl in Calabria a Locri , dagli anni 80 inizia a ricoprire incarichi dirigenziali nella CISL fino a diventare segretario regionale tra il 2000 e il 2009. In quegli anni la stampa locale pubblica la notizia della sua assunzione presso l'Anas.

La giornalista gli ha chiesto del suo stipendio, per capire quanto sia trasparenza il sindacato che rappresenta: “Ha qualche dubbio? Se insinua facciamo parlare gli avvocati.”

Sulla sua assunzione in Anas non ha nulla da aggiungere, “sono stato assunto con regolare concorso, ho preso servizio e sto utilizzando l'aspettativa sindacale regolata dalle legge e dai contratti ..”

Il segretario si è impuntato con la giornalista nel non voler dire la data dell'assunzione (“vada al centro per l'impiego”), nei giornali si parla del 2004 quando era già segretario regionale.

Quanti giorni ha lavorato all'Anas? Quando è stato fatto il distacco?

“Ho lavorato il tempo necessario nel rispetto della legge e dei contratti .. il tutto è stato reso pubblico..”

Anni fa Sbarra, Furlan e altri dirigenti Cisl sono finiti nell'occhio del ciclone per una serie di articoli che riportavano i dati dei loro stipendi, che apparivano superiori al tetto stabilito dal regolamento economico interno stabilito dalla legge.

Poiché non c'è stata intervista, la giornalista ha dovuto porre le domande nel corso degli incontri della segretaria (quello che molti considerano un agguato): a lei voleva chiedere della questione dei contributi versati dalla Cisl (un 18% di contributi in più), emersa dalla relazione del dottor Battista, consulente della stessa segretaria; della delibera del 2006 che giustificava l'aumento dei compensi, superiori al limite.

Tutti i redditi e tutti i bilanci sono pubblicati online – ha spiegato la segretaria Furlan.

Quando è esploso lo scandalo degli stipendi, segretario amministrativo era Piero Ragazzini, pochi mesi fa è stato nominato segretario della federazione dei pensionati. Anche per lui, fare domande è mission impossible.

A denunciare la storia degli stipendi della Cisl fu nel 2015 un ex dirigente sindacale di Verona, Fausto Scandola: fu espulso dai probiviri del sindacato per “aver ecceduto nel diritto di critica” e “avere danneggiato l'onore della segretaria Furlan”. Dopo la sua denuncia Scandola morì per una grave malattia.

Su questa vicenda Claudia Di Pasquale ha intervistato l'ex segretario dei pensionati del Veneto, Luigi Bonvieri: si era impegnato per riabilitare la memoria di Scandola e aveva presentato una memoria alla segretaria, per ottenere come risposta che non decideva da lei.

Pochi mesi dopo aver presentato la richiesta alla Furlan ha ricevuto una ispezione e la sua federazione è stata commissariata e la relazione presentata alla fine (per degli errori che Bonvieri definisce errori veniali) l'ha spinto alle dimissioni: gli è stato detto, “c'è qui una busta, tu dai le dimissioni e la buttiamo via e non se ne parla più”.

Si trattò di un commissariamento politico, di questo ne è convinto Bonvieri (non essendogli stati riportati i danni che avrebbe arrecato al sindacato): Gigi Bonfanti, ex segretari generale dei pensionati Cisl scrisse una lettera personale alla moglie di Bonvieri dove parla proprio di un commissariamento di natura politico- sindacale e non riferibili alla persona dell'ex segretario regionale.

La scheda del servizio: Gli insindacabili di Claudia Di Pasquale in collaborazione di Federico Marconi e Lorenzo Vendemiale

L'emergenza coronavirus sta dando il colpo di grazia alla nostra economia. I tavoli di crisi aperti al ministero sono ben 120, per circa 160 mila lavoratori. Non sappiamo cosa accadrà quando finirà il blocco dei licenziamenti. In questo scenario è fondamentale il ruolo del sindacato per difendere i lavoratori e garantire la giustizia sociale. Ci siamo chiesti allora come funziona uno dei principali sindacati italiani, quello della Cisl, ma i vertici del sindacato non hanno voluto concederci un'intervista istituzionale. Mai in venticinque anni di storia abbiamo ricevuto così tante porte in faccia. Un grande sindacato come la Cisl non ha ritenuto di rispondere a domande finalizzate a capire qual è oggi il ruolo del sindacato, come garantisce ai suoi iscritti la trasparenza, e quali sono le regole interne, che garantiscono la correttezza dei comportamenti dei dirigenti sindacali. Perché i dirigenti Cisl evitano il confronto? È arrivata anche una querela preventiva per un tweet di Sigfrido Ranucci sugli stipendi dei vertici. Era il 2015 quando su tutta la stampa nazionale esplodeva il caso dei maxistipendi della Cisl, a distanza di cinque anni. Report torna su quella vicenda con testimonianze e documenti inediti.

Gli scarichi delle navi

Chi controlla le acque di scarico delle navi che attraccano presso i nostri porti?

Sono previste sanzioni per chi non conferisce (le acque nere) o di non conferisce la notifica – questo dice la legge. Ma chi controlla la sua applicazione?

La scheda del servizio: Acque amare di di Giulia Presutti in collaborazione di Marzia Amico

Le navi producono rifiuti proprio come case, alberghi, piccoli centri abitati. Le acque nere e grigie sono i liquidi che provengono dagli scarichi dei WC, dalle docce, dai lavandini. Vanno depurate e smaltite con attenzione: per questo nei porti esistono gli impianti di raccolta, ai quali le navi devono conferire pagando una tassa per lo smaltimento. C'è però una scorciatoia: le imbarcazioni possono scaricare in mare quando si trovano a più di 12 miglia dalla costa e, se hanno a bordo un impianto di trattamento dei rifiuti, persino entro le 12 miglia. Ma chi controlla gli impianti di bordo? E la manutenzione che deve essere fatta regolarmente? Con l'arrivo della pandemia di Covid-19 alcune grandi navi sono state messe in quarantena. Dove hanno scaricato le loro acque nere? E le istituzioni italiane cosa hanno fatto per proteggere il mare e i bagnanti?


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