Non è vero che in questo paese, nel mezzo della seconda ondata, si parla solo di cenoni e di piste da sci.
Dell'improrogabile voglia di seguire la messa di mezzanotte...
Report ieri sera si è occupato di Oms, del piano pandemico, di una organizzazione che dovrebbe dimostrare terzietà nei confronti di un paese e che invece ha fatto da “foglia di fico” al nostro governo.
E poi Alitalia: azienda che doveva ripartire con gli arabi e che invece no, ha portato i libri in tribunale. Ma a sentire l'allora presidente del Consiglio non è colpa di nessuno.
Ma prima di tutto una questione che secondo me è scandalosa: la carenza di medici per i pronto soccorsi e che vengono reclutati da delle cooperative.
La mission impossible del pronto soccorso di Adele Grossi
Pure Tom Cruise si è dovuto fare il tampone all'Umberto I a Roma: è stato curato da uno dei 12mila medici che lavorano nei pronto soccorsi italiani.
Sono pochi: il governo per arginare la pandemia aveva messo sul tavolo 200ml di euro ma sono rimasti sulla carta. La riforma della sanità ha solo cambiato i codici della priorità degli interventi, come dire ai medici, sbrigatevi così visitate più pazienti.
Mancano i medici e cosa hanno fatto le ASL? Si sono rivolte al privato, alle cooperative che spesso erano senza esperienza e, in alcuni casi, nemmeno sapevano parlare italiano.
Le modifiche sperate dai medici non sono state fatte i rinforzi se ci sono stati sono di poche unità: i 192 ml stanziati dal governo non sono serviti per rendere i pronto soccorsi come un fiore all'occhiello.
Beniamino Susi dirigente del Pronto Soccorso del San Paolo a Civitavecchia “faccio un esempio, la nostra ASL ha fatto un concorso per 53 posti a tempo indeterminato, medici di urgenza, si sono presentati in cinque.”
I laureati in Italia in medicina sono 15mila, i posti in specializzazione sono 905: i numeri li decide governo e ministeri, in base ai soldi che ci sono, ma sono troppo pochi e così le ASL hanno trovato i medici come se dovessero cercare una badante.
Come fanno la selezione le cooperative? Adele Grossi ha fatto finta di essere un medico e ha provato a candidarsi: anche se non si hanno esperienze nel settore, la branca del pronto soccorso è l'unica – dice il selezionatore – che permette di inserire professionisti anche non specialisti.
La giornalista si è candidata anche senza avere specializzazione, nessuna delle società di selezione ha fatto problemi, solo poche si sono fatte scrupoli: stiamo parlando di selezionare una persona che dovrà occuparsi della salute di altri, di persone che rischiano la vita.
I medici delle coop prendono da 38 a 50 euro l'ora, mentre all'ASL costano anche 1500 euro al giorno: insomma anche con la salute si fa somministrazione di personale e non di un appalto, lo Stato risparmierebbe se assumesse questi medici.
Ci sono annunci pubblicitari in cui si richiamano anche medici senza specializzazione, sono medici coop di cui il personale interno non sa nemmeno il nome.
Esistono pronto soccorsi completamente appaltati, escluso il primario: siamo arrivati a questo dopo anni di tagli e il futuro è anche peggio.
Daremo in appalto il pronto soccorso e poi magari il resto della sanità.
Il piano pandemico che non c'era – la consapevole foglia di fico di Valesini e Ciccolella
L'Oms a settembre ha elogiato l'azione del governo italiano per come ha gestito la pandemia: Giulio Valesini si era occupato della relazione fantasma pubblicata da un team di ricercatori dell'Oms di Venezia, coordinato da Francesco Zambon.
Questo dossier era stato subito ritirato dall'Oms perché conteneva informazioni false, non controllabili: era in realtà un rapporto che criticava l'Italia, parlava del piano pandemico non aggiornato da anni, dal 2006, dei medici mandati allo sbaraglio. Un messaggio completamente diverso da quello lanciato dall'Oms a settembre.
Nello scorso servizio, Report ipotizzava che col suo comportamento, l'Oms mondiale avesse preferito proteggere il “pesce grosso”, Ranieri Guerra, ex dirigente del ministero della salute.
Report è entrato in possesso di un leak che contiene delle mail: sono mail di pressione di Ranieri Guerra contro Zambon, perché nascondesse l'assenza del piano, l'assenza di scorte di dispositivi da dare ai medici per proteggersi durante la pandemia.
I ricercatori hanno tenuto la schiena dritta, non hanno cambiato le date e allora Ranieri Guerra si è brigato di far sparire il rapporto del gruppo dei ricercatori italiani.
Da una verifica di Report, il file del piano pandemico risale sempre al 2006, anno dopo anno il contenuto era sempre lo stesso, si è solo fatto il copia e incolla.
Di questo parlava il rapporto dei ricercatori di Venezia: qualcosa che metteva in difficoltà Ranieri Guerra e anche il governo italiano.
“L'Oms è stata la consapevole foglia di fico delle criticate scelte del governo italiano”: a dire queste cose è l'organizzazione mondiale stessa, dentro le mail di cui Report è venuto in possesso: la strategia della foglia di fico per proteggere l'Italia, il ministro Speranza. A questo si è ridotta l'Oms?
Non c'è solo Ranieri Guerra, anche Brusaferro dell'ISS si lamentò del report a cui contribuì anche il Kuwait, i cui fondi furono dirottati su questa ricerca fatta dal team europeo.
Ma per l'Oms era importante non imbarazzare il governo italiano e dunque quel rapporto doveva sparire, anche le dieci copie finite al paese arabo.
Farebbe ridere questo, ma quel rapporto avrebbe potuto salvare vite umane: nessuno parla ora. Non parla l'Oms, non parlano i nostri rappresentanti.
Report ha chiesto alla portavoce dell'Oms in Europa e la risposta è stata “quel dossier non è riferibile all'Oms”, come se il team di Zambon non fosse un collega.
A febbraio l'OMS racconta agli italiani che il virus era contenuto in Cina, che si doveva ringraziare la Cina per il suo comportamento: un messaggio rassicurante che poi cozzerà con la realtà delle migliaia di morti nelle rsa, negli ospedali e nelle case in solitudine.
L'Oms si preoccupa di non urtare la sensibilità del governo italiano, perché c'era stata la donazione da 10ml di euro da parte del governo italiano.
Per tutelare i rapporti c'era bisogno che una persona italiana (cosa alquanto inusuale per l'Oms) fosse mandata in Italia a controllare le cose: così il ministro Speranza può uscirsene con frasi del tipo “Ranieri Guerra e l'Oms ci dicono che siamo il paese più preparato”.
Preparato a far cosa? Abbiamo messo i malati nelle RSA, non avevamo mascherine, non avevamo procedure da far seguire ai medici. L'Oms ci ha fatto la foglia di fico, ha protetto il nostro governo, in cambio di un bello spot.
Ma oggi sta succedendo qualcosa di peggio: la procura di Bergamo vorrebbe sentire i ricercatori dell'Oms, nell'inchiesta sulle morti per covid, ma l'Oms ha sollevato la questione dell'immunità diplomatica.
Pare che Ranieri Guerra sia coperto da immunità diplomatica: così sostiene l'Oms che ha scritto alla Procura di Bergamo e ai ministri Di Maio e Speranza, dove mostrava una certa irritazione nei confronti della procura lombarda ricordando che i loro ricercatori e funzionari godono di una immunità e che dunque non sarebbero tenuti a rispondere ai magistrati italiani.
L'Oms ha invitato i suoi ricercatori a non presentarsi di fronte ai giudici anche contro la loro volontà di testimoniare: una fonte del ministero della sanità racconta di come l'Italia in questo momento sia al centro di uno scontro diplomatico istituzionale a livello internazionale, per via dell'indagine della procura di Bergamo.
“I magistrati avevano chiamato a testimoniare oltre a Ranieri Guerra anche gli autori del rapporto poi censurato, ma l'Oms non vuole che si presentino e ha creato ostacoli. La procura ha allora chiesto sponda alla Farnesina, per sentirli il 25 novembre, anche in questo caso l'Oms ha messo il veto facendo intendere ai ricercatori che se fossero andati il loro posto di lavoro sarebbe stato a rischio.”
In che modo l'Oms può ostacolare la giustizia italiana, nonostante le migliaia di morti? Con lo strumento dell'immunità: sempre la fonte anonima del ministero “legga questa comunicazione che gira nei nostri uffici, l'Oms dice che preferiscono rispondere per iscritto, si appellano ai trattati internazionali.”
Anche Francesco Zambon è stato convocato dai magistrati di Bergamo ma non c'è mai andato: il ricercatore è in difficoltà a rispondere al giornalista di Report, per la situazione che sta vivendo.
Il giornalista racconta che nella sua deposizione, Ranieri Guerra avrebbe criticato il rapporto dei ricercatori di Venezia sostenendo che fosse pieno di inesattezze.
“Questa è una cosa che respingo al mittente, il rapporto è stato scritto da una persona che ha scritto quattro rapporti mondiali sulla salute, scrive su Lancet, non è assolutamente pieno di inesattezze, questa non è una cosa che è possibile dire.”
Valesini ha chiesto poi a Zambon se fosse vero che Ranieri Guerra ha fatto pressioni sul suo gruppo perché avevano detto che il piano pandemico non era aggiornato, ma che era stato riproposto dal 2006, sempre uguale.
Su questo Zambon non ha voluto parlare: c'è ancora la sensazione di essere a rischio licenziamento, “da maggio non è una situazione piacevole, io non so come andrà a finire ..”
Pensa di essere finito in qualcosa più grande di lei? - Chiede Valesini
“Non lo so, sicuramente in qualcosa sono finito ma non so in cosa...”
Ricercatori che rischiano il licenziamento per aver fatto il loro lavoro.
L'Oms manda Ranieri Guerra alla procura di Bergamo mentre mette ostacoli ai ricercatori che avrebbero messo in difficoltà l'organizzazione e Ranieri Guerra stesso.
Da che parte stanno i ministri Speranza e Di Maio? Dalla parte dei ricercatori che rispondono alla scienza e alla loro coscienza o dalla parte di chi ha messo in scena bella favoletta per far bella figura al governo?
Allacciate le cinture di Danilo Procacciati
Cosa rimane dell'esperienza con Etihad di Alitalia? Sprechi, divise non usate, privilegi ai sindacati.
Sponsor politico della gestione Alitalia – Etihad è stato Renzi, che oggi scarica sul governo Letta la scelta della partnership.
Oggi i vertici di Alitalia di quella gestione sono sotto indagine: gli italiani erano solo formalmente controllori, le scelte erano fatte dagli arabi.
Arabi che dovevano portare soldi e investimenti e che invece hanno preso degli asset importanti, come gli slot di Heathrow venduti ad Etihad (e che Alitalia poi ha dovuto prendere in affitto).
C'è poi Alitalia Loyalty, venduta in saldo ad un valore inferiore di quello reale, la questione di Piaggio Aerospace (progetto fallito col mistero di un drone caduto in mare) e infine l'aero che il governo di Renzi ha preso in leasing da Etihad.
Il mio governo è stato l'unico che non ha messo un euro in Alitalia -dice Renzi.
Ma poi, grazie alla gestione fallimentare degli arabi, i governi italiani hanno dovuto metter mano al portafoglio per non far fallire Alitalia.
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