07 dicembre 2020

Anteprima delle inchieste di Report -5 sfumature di nero (e il piano pandemico)

Le inchieste di Report si occuperanno di diversi argomenti: i nuovi acquisti del partito di Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia, ai finanziamenti che stanno dietro la ricchezza delle formazioni di estrema destra.

L'emergenza a Roma per la cremazione delle salme, problema noto che il covid ha accentuato.

Chi sono i baby youtuber e che interessi stanno dietro.

Infine due aggiornamenti di inchieste già andate in onda: il primo sul piano pandemico che l'Italia non ha aggiornato per anni e l'atteggiamento dell'OMS e il secondo capitolo del servizio sui vigili di Roma.

Il successo di Fratelli d'Italia e delle formazioni di destra

Il baricentro politico dell'Italia si sta spostando sempre più a destra: quello che era considerato centrodestra oggi è egemonizzato da due partiti di destra come Lega e FDI e quello che era il centro sinistra insegue le stesse politiche, perché “altrimenti Salvini prende i voti”. Oggi, sondaggi alla mano, è la Meloni che prenderebbe i voti.

Report in questa inchiesta racconterà cosa sta dietro il partito della Meloni e delle altre formazioni di estrema destra, che oggi a furia di sdoganare il fascismo, sono considerate formazioni politiche come tutte le altre.

Il successo imprenditoriale di Casapound

Da dove ha preso i soldi Casa pound per far partire le loro attività imprenditoriali che negli ultimi due anni hanno portato ad un fatturato di 5ml di euro?


C'è la casa editrice di Casa pound, Altaforte, dell'ex picchiatore Francesco Polacchi: due anni fa, molti esponenti della “brigata Voltaire” si batterono contro la sua esclusione dal Salone del libro di Torino usando la storiella del fascismo degli antifascisti.

Polacchi non è un imprenditore qualunque come i suoi libri non sono libri qualunque: è stato arrestato anni fa per tentato omicidio reato poi caduto in prescrizione, è stato condannano per lesioni e rinviato a giudizio per apologia di fascismo, dopo le frasi pronunciate durante una trasmissione radiofonica, La Zanzara, nel maggio del 2019 (“Mussolini è stato il miglior statista del secolo scorso”). Non rinnegano nulla i fascisti del terzo millennio, anche perché trovano terreno fertile in un certo giornalismo che considera il fascismo solo un'opinione come le altre.

Nemmeno Polacchi rinnega quello che ha detto: di fronte a Giorgio Mottola, non vuole più ripetere la parola fascista, ma si definisce sovranista (“sono fascista ma non fesso”).

E proprio perché non sono fessi, quelli di CP hanno iniziato a commercializzare la propria identità: pochi anni fa Polacchi ha fondato Pivert, un marchio di abbigliamento che produce abiti e scarpe per un pubblico sovranista, non a caso il primo testimonial è stato Matteo Salvini che per primo ha esibito in pubblico un giubbino di questo marchio.

E' bastato avere Salvini come testimonial per lanciare il marchio, il sito è andato in tilt, racconta lo stesso Polacchi che non nasconde il sogno di vestire tutto il mondo sovranista.

Altro testimonial è stato Bobo Vieri, fotografato accanto al capo ultras (fascista) dell'inter Nino Ceccarelli, arrestato l'anno scorso per violenza.

La pubblicità al marchio è stata affidata a Nina Moric, personaggio del mondo dello spettacolo che recentemente si è avvicinata a Casa Pound.

Questa attività imprenditoriale ha avuto come effetto quello di sdoganare l'immagine pubblica del movimento: “l'obiettivo soprattutto della mia attività editoriale, è quello di creare una influenza sull'opinione pubblica, sia tramite una linea editoriale dove si è riusciti a coinvolgere altri giornalisti o altri personaggi che condividono o sposano le nostre idee, lo reputo uno dei successi della mia attività”.

Influenzare ma anche incassare: negli ultimi due anni la holding di Polacchi ha registrato un fatturato di 2,5ml di euro, soldi che finanziano anche il movimento, perché i negozi della catena Pivert sono gestiti dai dirigenti.

Da dove sono arrivati i primi finanziamenti? Da cose che avevo messo da parte con parsimonia, risponde Polacchi.

Ma se non lavorava da dove li prendeva? Domanda ad un certo punto Mottola:

Dalle paghette de papà ..”

Sarà vero?

L'inchiesta su Forza Nuova

Nella sede degli irriducibili della Lazio, dove si ipotizza che siano stati pianificati gli scontri a Roma del 27 ottobre, Giorgio Mottola incontra Franco Costantino, braccio destro di Diabolik, Fabrizio Piscitelli, il capo della curva (e narcotrafficante) ucciso in un agguato due anni fa.

Nella rete di estrema destra e ultras sono finiti molti minorenni: molti dei fermati dopo gli scontri di Roma e Milano hanno meno di 18 anni.

Nulla di sconvolgente per Roberto Fiore, capo di Forza Nuova: “noi siamo disposti anche a farci qualche giorno di galera, non è la fine del mondo”. In piazza c'erano sia Fiore che Castellino, altro capo di FN ma non sono stati fermati: Fiore ha iniziato a far politica a 16 anni, il fermo dei 16 minorenni per lui è un fatto positivo “vorrei vedere tantissimi giovani di 15-16 anni entrare in Forza Nuova ”.

Ma i giovanissimi che entrano in FN ci sono regole e gerarchie da rispettare: poco tempo fa, tre giovani esponenti tra i 18 e i 22 anni, accusati di comportamenti scorretti, sono stati portati di notte in un casale fuori Roma per essere sottoposti ad un rituale punitivo violento.

Lo racconta in una intercettazione proprio uno dei tre: messi in ginocchio al buio, sotto la pioggia, uno dei capi di FN alle spalle dopo aver scarrellato la pistola, ha esploso un colpo vicino alla tempia di uno dei ragazzi, che pensava di essere ucciso “te giuro ho pensato, mo questo m'ammazza”.

Tante volte a chi sta dietro ai rosari, ci sono i diavoli – il commento di Massimo Perrone, un invito ai genitori a vigilare sulle frequentazioni dei figli.

FDI – chi sale sul carro del vincitore

Il partito di Giorgia Meloni sta crescendo nei sondaggi (grazie anche alle continue ospitate nei programmi): ma tra i molti politici che sono saliti sul carro del vincitore ci sono anche degli impresentabili.



A cominciare dall'ex forzista Roberto Rosso, assessore alla legalità che voleva trasformare fratelli d'Italia nel partito amico dei cantieri delle imprese e del lavoro. Ma poche settimane prima delle elezioni veniva ritratto mentre pagava i voti comprati della ndrangheta. La presa di posizione del partito della legge e dell'ordine è nelle parole di Guido Crosetto, fondatore di FDI: “non mi è mai sembrato uno che possa intrattenere rapporti con la mafia”.

Giuseppe Caruso presidente del consiglio comunale di Piacenza , altro acquisto recente di FDI, è stato arrestato pochi mesi fa per voto di scambio (avrebbe aiutato le cosche ad accedere ai fondi europei).

Enzo Misiano, consigliere comunale di Ferno di FDI e responsabile locale del partito, curava gli interessi delle cosche in comune e faceva da autista al boss.

C'è un problema nella selezione della classe dirigente ha chiesto Mottola a Giorgia Meloni?

“Io ho cominciato a fare politica quando hanno ucciso Paolo Borsellino e l'ultima cosa che è possibile nella mia vita e nella mia attività politica è che qualcuno utilizzi i sacrifici che sto facendo per fare favori alla criminalità organizzata”.

Alla successiva domanda, perché certi politici con relazioni pericolose scelgono FDI, Meloni ha gettato la palla in corner tirando un ballo il servizio pubblico, vi pagano gli italiani ..

“Ci sono tre casi ..” ma la segretaria del partito si dimentica di Gianfranco Pittelli, ex parlamentare di FI, nel 2017 entrò in FDI, la Meloni lo definiva in un tweet “valore aggiunto per la Calabria e per tutta l'Italia”. Lo scorso dicembre è stato arrestato con l'accusa di essere l'elemento di cerniera tra la ndrangheta, la massoneria e le istituzioni.

Ai 4 arresti del 2019 si sono aggiunti gli arresti di quest'anno: Domenico Creazzo, consigliere regionale in Calabria, arrestato prima che potesse insediarsi in consiglio. In carcere è stato preceduto da un altro consigliere, Alessandro Nicolò arrestato con l'accusa di essere al servizio delle cosche.

Ma secondo lei io c'ho una sfera di cristallo? Mi dica lei come si fa a sapere se uno ha dei problemi quando non c'è un'indagine, comunque se anche chiedi non te lo dicono.. secondo lei dovevo conoscere tutte le migliaia di candidati nelle liste di FDI che ci sono in Italia? ..”

Chissà se per scegliere Pasquale Maietta, ex tesoriere alla Camera del suo partito, ha scelto la sfera o si è basata su altro. L'ex presidente del Latina Calcio è stato indagato per rapporti col capo del clan Di Silvio, imparentato coi Casamonica. Sul Fatto Quotidiano Lucio Musolino scrive oggi della sua rete di riciclaggio, che porta fino in Svizzera:

Considerato vicino ad ambienti della criminalità locale di origine sinti, è accusato di aver messo in piedi una rete di evasione e riciclaggio da oltre 200 milioni di euro. La “rete” del riciclaggio arrivava fino in Svizzera e, per la Procura di Latina, sarebbe stata gestita da Max Spiess, figlio dell’avvocato di Licio Gelli.

La scheda del servizio: Cinque sfumature di nero di Giorgio Mottola con la consulenza di Andrea Palladino e la collaborazione di Norma Ferrara

Fratelli d'Italia non è primo solo nei sondaggi che riguardano il suo leader Giorgia Meloni, ma nell'ultimo anno e mezzo è il primo partito in Parlamento anche per numero di arrestati per 'ndrangheta. Quello dei rapporti con la criminalità organizzata è un problema che non riguarda solo i nuovi arrivati: coinvolge anche alcuni dirigenti storici del partito. Come l'ex parlamentare Pasquale Maietta, oggi autosospeso dal partito, definito da Giorgia Meloni "uno dei migliori dirigenti nazionali di Fratelli d'Italia". Mentre era deputato e tesoriere del partito alla Camera, intratteneva stretti rapporti con uno dei capi del clan Di Silvio, la famiglia mafiosa di origine sinti imparentata con i Casamonica. Pasquale Maietta è accusato di aver messo in piedi un sistema di riciclaggio e di evasione da oltre 200 milioni di euro, che avrebbe attuato anche mentre era tesoriere del gruppo di Fratelli d'Italia alla Camera e presidente del Latina Calcio. Report ha scoperto che alcune delle società che compaiono nelle carte dell'inchiesta, che vede Maietta sotto processo, avrebbero finanziato la campagna elettorale per la Camera dei deputati. La sua rete di riciclaggio arrivava fino in Svizzera e, secondo la Procura di Latina, sarebbe stata gestita dal figlio dell'avvocato di Licio Gelli. Negli ultimi tempi sembrano inoltre essere diventati più stretti i rapporti tra Fratelli d'Italia e Casapound, l'organizzazione neofascista che attraverso i suoi leader è riuscita a mettere in piedi un piccolo impero imprenditoriale che vale circa 2 milioni di euro all'anno. Durante la seconda ondata dell'epidemia, Casapound si è resa protagonista di alcuni scontri di piazza. Proprio come Forza Nuova, l'altro movimento neofascista che in questi mesi ha costruito una coalizione che comprende antivaccinisti, oppositori del 5G, negazionisti del Covid e le frange più violente del mondo ultras.

I morti nella capitale

A Roma ci sono 1500 bare dentro un deposito degli automezzi: sono bare di persone morte, anche per Covid, senza distinzione. Su una c'è scritto sconosciuto, nemmeno si conosce il nome.

Perché nella capitale italiana non ci sono più posti per seppellire le persone, i crematori sono saturi : lasciare le bare così, coi cadaveri in decomposizione però è causa di altri problemi, per i gas e i liquidi che i corpi emanano, ma sono anche pericolosi per la salute pubblica.

Nel 2017 la giunta Raggi aveva fatto una memoria in cui metteva tra i punti di intervento proprio la realizzazione di nuovi impianti di forni crematori.

“Siamo a conoscenza di questa carenza del servizio” ha risposto la sindaca “abbiamo chiesto ad Ama di potenziare, la società ci ha confermato che lo sta già facendo ma abbiamo chiesto dei report per avere contezza”.

Ma cosa è stato fatto dal 2017? La giunta sapeva che si sarebbe potuto arrivare a questa situazione, con le bare tenute in locali che aspettano anche 20 giorni prima della cremazione.

La sindaca ha risposto” è la non risposta che la giornalista di Report riesce ad ottenere. E così oggi i cittadini romani devono pagare una tassa per cremare le proprie salme fuori dal comune.

La scheda del servizio: Fuochi fatui di Chiara De Luca

A Roma le cremazioni sono in tilt. Più di mille salme sono in attesa, nei cimiteri, di essere cremate. Ama S.p.A., che ha in gestione i servizi cimiteriali, non sa più dove metterle: per questo vengono accatastate in luoghi non consoni come i depositi per gli automezzi del cimitero di Prima Porta. Eppure nel 2017 in una memoria, approvata dalla Giunta Raggi, era stato previsto tutto.

I baby youtuber

Dopo il servizio su Tik Tok, il social cinese che ha scatenato una guerra tra America e Cina, Giuliano Marrucci si occuperà stasera di Youtube, il canale video di Google.

In particolare, dei video dove protagonisti sono dei bambini diventati ricchi (non loro, ma chi sta dietro) aprendo dei pacchi.

Sembra incredibile, ma questa è la nuova economia, non più l'industria, la manodopera, l'ingegno, la fatica anche.

La scheda del servizio: Baby youtuber di Giuliano Marrucci con la collaborazione di Eleonora Zocca

Youtube è invaso da video dove i protagonisti si limitano ad aprire qualche pacco e a mostrarne il contenuto. Si chiama “Unboxing”, e si stima che i video siano circa 70 milioni. Al centro dei video ci sono quasi sempre bambini, che spesso raggiungono numeri di visualizzazioni da capogiro. Ecco perché dei tre youtuber più ricchi del 2019, due sono bambini. È la versione digitale delle baby star. E come spesso accade con le baby star, non mancano i retroscena inquietanti.

Aggiornamento: l'Oms e il piano pandemico italiano

Il 5 dicembre è uscito un articolo sul Financial Times che parlava del dossier, a cui aveva lavorato un team italiano dell'OMS, in cui si analizzava la risposta che era stata data dall'Italia alla pandemia: è il famoso dossier che l'Oms stessa ha ritirato, per non mettere in imbarazzo il governo italiano.

Nella scorsa puntata Giulio Valesini aveva chiesto conto al direttore aggiunto dell'Oms Guerra e all'organizzazione stessa del contenuto di alcune mail di cui Report era venuta in possesso, dove l'Oms diceva di essere stata la consapevole foglia di fico del governo italiano, nel corso della prima ondata del covid.

Questa sera i giornalisti di Report torneranno su questo tema (il piano non aggiornato, il rapporto tra Oms e governo italiano, il rapporto critico dei ricercatori di Venezia ritirato ).

Sul Fatto Quotidiano di ieri si da una anticipazione di queste mail:

Zambon il 27 maggio scriveva a Kluge: “Caro Hans, ho ricevuto il tuo messaggio ieri e compreso che Guerra sta ‘negoziando’ con le controparti italiane riguardo al rapporto sull’Italia”. Cosa c’era da negoziare? La mail accenna a un “incidente con il ministro (della Salute, Roberto Speranza, ndr) e il presidente dell’Iss (Silvio Brusaferro, ndr)”, ma l’incidente, secondo Zambon, sarebbe stato “creato” proprio da Guerra, delegato ai rapporti con le autorità italiane: “È stato costantemente informato e si supponeva – scriveva il ricercatore a Kluge – che avesse informato il ministro”. Certamente Brusaferro e Speranza non hanno gradito non essere informati. Chissà poi se erano preoccupati come Guerra del piano pandemico linkato e rilinkato fino al 2020 sul sito del ministero ma sempre senza firme, luogo e data di approvazione, con un riferimento al 2006 con il verbo al futuro. Non è nemmeno vero che il rapporto fosse così distruttivo con l’Italia, certo metteva in luce “l’iniziale reazione caotica, improvvisata e creativa degli ospedali” e i problemi della nostra sanità regionale, unica al mondo.

I ricercatori, scriveva Zambon, tenevano alla pubblicazione per “essere sicuri che ciò che è avvenuto in Italia non sia ripetuto nei Paesi che sono indietro nel tempo nella curva epidemica”. L’ha scritto il 28 maggio anche a Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale Oms: si è “impedito che le lezioni chiave apprese dalla risposta italiana al Covid raggiungessero i Paesi che ne avevano bisogno, per salvare vite umane”. Al numero uno segnalava anche “il rischio di danni catastrofici per l’indipendenza e la trasparenza” dell’Oms.

Quel piano, se non fosse stato fatto sparire dall'Oms stessa, forse avrebbe potuto salvare molte persone: anche per questo la procura di Bergamo è interessata a scoprire tutti i risvolti oscuri della vicenda.

Report, oltre alle mail, è venuta in possesso anche di un documento, uscito nel 2017 a firma di Ranieri Guerra dove si confermava la mancanza di un piano pandemico aggiornato:

L’influenza pandemica non è una minaccia teorica(...) È necessario predisporre un nuovo piano nazionale”

La scheda del servizio: La consapevole foglia di fico 2 di Cataldo Ciccolella, Giulio Valesini con la collaborazione di Norma Ferrara, Eva Georganopoulou e Alessia Pelagaggi

Report tornerà a raccontare con nuovi documenti esclusivi la vicenda del rapporto ritirato dall'Oms sulla gestione della pandemia in Italia che ha messo in imbarazzo i funzionari ai vertici dell'organizzazione mondiale della Sanità. Report ha pubblicato le email che provano le pressioni esercitate del direttore aggiunto dell'Oms Ranieri Guerra sui ricercatori di Venezia per far correggere prima della pubblicazione il rapporto indipendente e che hanno svelato come l'Organizzazione mondiale della sanità sarebbe diventata la "consapevole foglia di fico" per le decisioni criticate e impopolari del ministero della Salute. Il rapporto, ritirato poche ore dopo la pubblicazione, denunciava il mancato aggiornamento del piano pandemico in Italia, fermo al 2006, come aveva scoperto Report.

Aggiornamento: Roma e il potere dei vigili

Si ritorna a parlare del potere dei vigili a Roma, partendo da una storia di abusivismo: nel comprensorio a Roma est, costruito da Di Bonaventura, aveva preso casa l'ex comandante della polizia locale, Stefano Napoli e il suo predecessore Antonio di Maggio.

Stefano Napoli è stato l'agente che ha consegnato le chiavi delle case ai proprietari: tra il 2002 e il 2010 l'ex comandante svolgeva delle funzioni nel gruppo incaricato di svolgere funzioni di controllo del territorio, alle dipendenze di Di Maggio. Le case non erano regolari: i due ex comandanti lo sapevano?

Di certo lo sapeva la sindaca Raggi, a cui i residenti di questo complesso hanno portato tutte le carte dove si desumeva questa situazione.

La scheda del servizio I vicini di casa di Daniele Autieri in collaborazione di Federico Marconi

Dopo l’inchiesta “Potere capitale”, seguita dalle dimissioni di Stefano Napoli dalla carica di comandante generale ad interim dei vigili urbani di Roma, e dalla decisione della sindaca Virginia Raggi di imporre la rotazione di tutti gli agenti impegnati nel centro storico della Capitale, Report torna a raccontare le anomalie presenti all’interno di uno dei corpi di polizia cittadina più grandi d’Europa. Lo fa ricostruendo per la prima volta, con documenti e testimonianze inedite, una vicenda di abusivismo che coinvolge direttamente gli ultimi due comandanti generali, Stefano Napoli e il suo predecessore Antonio Di Maggio. L’inchiesta riguarda due case acquistate da Napoli e Di Maggio nel 2007 e rimaste abusive fino ad oggi. Due appartamenti che sorgono non troppo distanti dalle Vele di Calatrava, l’incompiuta di Roma immersa in un’area segnata dall’abusivismo urbanistico. Attraverso documenti catastali e contratti d’acquisto, l’inchiesta ricostruisce la genesi di quelle operazioni immobiliari: il valore d’acquisto degli immobili, il conflitto di interesse dei protagonisti, lo scontro acceso con lo stesso Comune di Roma. Uno scontro che arriva fino alle aule del Tar, il tribunale amministrativo regionale, chiamato a esprimersi sulla possibilità di abbattere le case dei comandanti, proprio come accaduto ai villini dei Casamonica, distrutti dalle ruspe nel novembre del 2018 al termine di una maxi operazione condotta dagli stessi Di Maggio e Napoli e vantata con orgoglio dalla sindaca Virginia Raggi.


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