Terza puntata speciale di Presadiretta sulla guerra in Ucraina: mentre le parti in campo non riescono a trovare una soluzione diplomatica alla guerra, dopo il fallimento degli incontri tra i ministri russi e ucraini in Turchia, la Cina e il suo presidente si è detta pronta a mediare. Sarà dunque Pechino, al momento il più solido alleato di Mosca a fermare il conflitto? E Washington è d’accordo con questa mediazione o teme che la Cina, che si è lanciata con la via della seta a dominare il mondo, possa diventare troppo forte e superare gli Stati Uniti ?
La via della pace passa per la Cina?
Oggi i rappresentanti di Russia e Ucraina si incontreranno in una conference call per nuove trattative, dove pare che la Russia si sia dimostrata più pragmatica. A Roma, invece, si incontreranno il consigliere per la sicurezza americano e il rappresentante cinese della commissione esteri in un bilaterale dove si parlerà dell’Ucraina (e forse anche degli aiuti militari ed economici che Putin ha chiesto alla Cina).
Ogni giorno che
passa significa nuove morti, nuove distruzioni (e alcuni missili sono
caduti vicino alla Polonia
col rischio che il conflitto si allarghi), nuovi profughi che
abbandoneranno l’Ucraina per cercare di arrivare in Polonia,
Moldavia o in Romania.
Ogni giorno che passa la discussione
sulla guerra si polarizza in un inutile scontro su pacifisti filo
russi e ucraini come nuovi partigiani da aiutare con le armi. Siamo
tutti d’accordo che Putin va fermato, escludendo qualsiasi
negoziato, qualsiasi trattativa perché Putin è un criminale, uno
con cui non si deve negoziare.
Fino a ieri davano onorificenze
agli oligarchi,
abbiamo fatto leggi per invogliare gli oligarchi a portar qui i soldi
facendogli pagare meno tasse e oggi, con un colpo di bacchetta,
abbiamo cancellato tutto il nostro imbarazzante passato. Perché fino
a ieri Putin non era pazzo, non erano pazzi nemmeno i politici che lo
consideravano un riferimento, non erano pazzi nemmeno gli
imprenditori che andavano a Mosca a trattare sul gas. Non erano pazzi
nemmeno i decisori politici che in questi anni hanno aumentato la
dipendenza energetica con la Russia.
Così, mentre
migliaia di italiani si stanno mobilitando per portare aiuti in
Ucraina, dall’altra parte si soffia sul fuoco della guerra.
“Dobbiamo passare ad una economia di guerra” raccontava con una
incredibile facilità la ministra Gelmini
in un convegno a Milano.
Ieri il Tg1 parlava di un piano per
aumentare i campi dove produrre il grano italiano, il grano
autarchico, per fronteggiare la carenza del grano ucraino (quello che
poi in Italia si trasforma in grano italiano al 100%).
Con
altrettanta superficialità si parla di abbassare la temperatura
nelle case per ridurre i consumi, “mettetevi un maglione in più”.
Ci accorgeremo troppo tardi dove porterà questa guerra, questo soffiare sul fuoco, questa criminalizzazione delle voci contrarie alla guerra (leggetevi quello che scriveva ieri Merlo su Repubblica), questa assenza della diplomazia, della politica.
La scheda del servizio “CINA LA VIA DELLA PACE?”
Lunedì 14 marzo alle 21.20 su Rai3 e su RaiPlay.
PresaDiretta torna a raccontare la guerra in Ucraina per capire come si stanno muovendo gli attori in campo nella complessa partita delle trattative per la pace. Sarà la Cina il protagonista dei prossimi negoziati per arrivare a un cessate il fuoco? E quali sono le conseguenze delle sanzioni internazionali contro la Russia sulla nostra economia?
Fallito in Turchia il primo round tra i Ministri degli Esteri russo e ucraino, il governo di Erdogan resta crocevia di trattative. Adesso potrebbe essere il turno di Xi Jinping che ha detto: la Cina è pronta a mediare. E Washington è d’accordo con questa mediazione? O teme che la Cina possa diventare troppo forte? Intanto il rublo è in caduta libera e l’impatto della guerra ha scatenato un effetto domino anche a casa nostra. L’economia italiana, che dopo la pandemia era ripartita è di nuovo in sofferenza.
Riccardo Iacona ne parlerà con i suoi ospiti in studio e in collegamento.
PresaDiretta prova a raccontare la guerra in Ucraina sullo scacchiere della geopolitica, tra interessi politici ed economici. Sullo sfondo della guerra fredda che da anni contrappone Usa e Cina c’è il faraonico progetto cinese che dovrebbe far rivivere l’antica “via della seta” collegando l’Asia, l’Europa e l’Africa con investimenti in ogni settore e che coinvolge 139 paesi, tra cui l’Italia.
L’attacco militare russo contro l’Ucraina e le sanzioni internazionali sono un ostacolo alla realizzazione di questo progetto e adesso Pechino, alleato della Russia, sembra pronta a mettere il suo peso nelle trattative per arrivare alla pace. Ma come reagiranno gli Stati Uniti? E l’Europa che con la Cina ha molte relazioni economiche, riuscirà a mantenere l’armonia con l’alleato americano?
E da noi, come è andata a finire con il Memorandum italiano sulla “via della seta”?
E poi la grande frenata dell’economia italiana a causa della guerra.
Il costo dell’energia alle stelle ha mandato in crisi intere filiere produttive; l’export dei settori che avevano la Russia come cliente privilegiato si è fermato; le categorie più colpite sono in agitazione; le scorte di grano sono a rischio, aumentano i costi al consumo per tutta la filiera alimentare. Quanto ci costerà la guerra in Ucraina?
E nelle aree del mondo già povere, quando arriverà il contraccolpo?
E poi le criptovalute, in che modo possono aiutare la Russia a sfuggire alla morsa delle sanzioni?
Infine le armi e le strategie militari, PresaDiretta è andata in Estonia il confine europeo dove le forze della Nato sono più vicine alla Russia, un Paese che si sente già in guerra.
Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.
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