Il commissario Carlo De Vincenzi non amava i letti comodi. Neanche quelli rifatti con cura dal suo amico Giovanni Massaro, di professione materassaio. Dormire in quei letti poteva essere molto pericoloso per lui. Preferiva adagiarsi per un po’ sul divano scomodo del suo ufficio in piazza San Fedele. Prediligeva le lunghe veglie di lettura in compagnia di sant’Agostino e Platone.
Questo “Il mistero della Torre del Parco” è una raccolta di racconti con protagonista il commissario De Vincenzi, l’investigatore inventato dallo scrittore romano (ma trapiantato a Milano) Augusto De Angelis, che ha ambientato i suoi gialli nella Milano a fine anni ‘20, per dimostrare che si potevano scrivere romanzi gialli anche in Italia (anche sotto un regime, come in quegli anni), “L’essenziale per me è creare un clima. Far vivere al lettore il dramma. E questo si può ottenere anche facendo svolgere la vicenda di un romanzo in Italia, con le creature italiane”.
Il commissario De Vincenzi, chiamato anche il poeta del San Fedele per la sua vasta cultura (umanistica e filosofica), e per la profonda umanità con cui guarda e osserva queste “creature italiane”, ha visto nuovamente la luce letteraria grazie all’ottimo lavoro di Luca Crovi, che ha ridato vita a questo investigatore, reinventando nuove storie: questo infatti è il suo quarto romanzo dopo “L'ombra del campione”, “L'ultima canzone del Naviglio” e “Il Gigante e la Madonnina”.
Mescolando fatti e personaggi storici realmente vissuti in quegli anni a Milano, Luca Crovi ci riporta dentro quella Milano, una città già in espansione che aveva iniziato ad inglobare gli ex comuni limitrofi, come Lambrate. Una città che stava cambiando faccia per i nuovi lavori in corso, come la Torre Littoria in parco Sempione (al centro del racconto che da il titolo al libro) o come l’interramento del Naviglio (di cui Crovi ha raccontato ne L’ultima canzone..).
Questa città ci viene raccontata dagli occhi del “sciur cumisari” De Vincenzi: ad inizio romanzo, per quel mescolare ancor di più realtà e finzione, scopriamo che ha accettato la proposta dello scrittore Augusto De Angelis di far diventare storie letterarie alcune sue passate indagini. Sono le storie che il commissario ha raccolto in una cartellina azzurra e che, sbadatamente (o forse no) ha dimenticato sul tavolo della sciura Maria Ballerini e che noi troveremo raccolte qui.
Oltre ai racconti, dentro questa cartellina la sciura Ballerini (e noi con lei) trova anche delle foto: sono delle cartoline di quella Milano (e che potete trovare nel libro), “un vero e proprio dossier dedicato alla vita del commissario Carlo De Vincenzi, con tutto quello che era accaduto al poeta del crimine negli anni passati”.
Storie di cui De Vincenzi era stato osservatore prima e custode poi nella sua memoria: delitti e prevaricazioni, piccoli imbrogli e vendette per antichi torti, ladri gentiluomini e ladri con la divisa. I “malnatt” della “ligèra”, e anche altri malnatt in camicia nera, non meno pericolosi solo perché protetti dal regime. Storie che hanno lasciato dentro De Vincenzo segno, e il cui ricordo spesso doloroso torna a galla quando è più indifeso, come nel sonno. Come la terribile strage del 12 aprile 1928, in piazza Giulio Cesare, alla fiera Campionaria.
Quali sono i racconti dentro questa cartelletta, che la sciura Ballerini, la custode dello stabile di via Massena inizia a leggere vinta dalla curiosità? Si comincia con la storia del pescecane all’arena: è la storia di una donna morta all’Arena Civica di Milano dove, ogni tanto, si tenevano degli spettacoli sull’acqua
«È stato un pescecane!»
«Come hai detto, ragazzo?»
«È stato un pescecane, signor commissario, a mordere la mia mamma!»
O come anche quell’incredibile incontro con quel regista inglese, rimasto vittima di un furto a Como mentre stava girando un film: quel regista sarebbe un giorno diventato famoso col titolo di “maestro del brivido”, ovvero Alfred Hitchcock. Chissà se nel film The Pleasure Garden hanno veramente recitato dei veri “ligèra” de Milan.
Come anche incredibile l’incontro con Antonio Gramsci, giornalista e politico, tra i fondatori del Partito Comunista Italiano, in carcere a Milano perché il regime fascista non poteva accettare che la sua mente rimanesse libera, libera di esprimere il suo dissenso, il suo fastidio nei confronti di un governo che opprimeva la libertà delle persone.
Nonostante i rischi, De Vincenzi aiuterà Gramsci a fare un regalo al proprio figlio Delio.
.. il Cerruti fu pronto a sostenere la sua richiesta. «So chi può aiutarla, Antonio.» «Chi?» «Il commissario Carlo De Vincenzi.» «Perché proprio lui?» «Perché è uno che guarda nel cuore delle persone».
Guardare nel cuore delle persone, anche i ladri, che a Milano certo non mancavano, esperti in vari rami della “criminologia”
C’erano i balordisti, esperti nello spacciare monete false, i bidonisti, specializzati in truffe, i balaustristi, capaci di entrare dalle finestre, i droganti, che chiedevano la carità ..
Non tutti erano ladri gentiluomini, come quell’Arsenio Lupin, ma ce n’erano alcuni che almeno si fermavano di fronte a furti considerati sacrilegio. Come quelli che stavano per rubare le reliquie in Sant’Eustorgio, dove sono conservati i resti dei Re Magi.
[le reliquie] erano rimaste nella basilica per secoli, fino all’arrivo delle truppe di Federico Barbarossa. Il principe tedesco le aveva trafugate nel 1162, durante il saccheggio di Milano, trasportandole a Colonia,..
Ci sono anche ladri come “Il mottola”, un ladro gentiluomo, come appunto Arsenio Lupin, personaggio ispitaro ad un celebre ladro anarchico, un certo Alexandre Marius Jacob,
Avete mai visto un ricco farsi rapinatore? Non ne ho mai conosciuti. Io, che non sono né ricco né proprietario, non avevo che queste braccia e un cervello
Sarà proprio Il Mottola a fare un bel regalo al commissario, proprio la notte di Natale: chi lo ha detto che deve essere babbo Natale a portare i regali? Anche “i malnatt della ligéra avevano un cuore”.
Ispirato a fatti storici, che l’autore ha solo un poco romanzato, è anche il racconto dove si parla di strani furti sui carri merci che portavano il pesce a Milano dall’Adriatico, nelle zone dove venivano mandati i bambini milanesi, per la cura di mare e iodio.
Alla Trattoria della Pesa, in una zona a metà tra piazza Garibaldi e Porta Tenaglia, dove una volta venivano “pesate” le merci in transito, De Vincenzi incontro niente di meno che il giovane Ho Chi Mihn, che effettivamente è soggiornato in Italia dove ha lavorato come cuoco, ospite della comunità cinese che viveva in via Canonica. Anche un cuoco, se ha studiato, può conoscere le massime di Sant’Agostino:
«Hai ragione. Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli stati se non delle grandi bande di ladri?»
Dopo un’indagine su un barcaiolo morto (un Ranee, uno che vendeva le rane, da cucinare fritte o nel risotto), ucciso non dalla Borda ma da un’altra strega, si arriva al racconto “La Torre del Parco”: nel giorno dell’inaugurazione della Torre in parco Sempione, il 9 agosto del 1933, viene ritrovato un cadavere nell’ascensore che porta in cima. Dietro, una strage avvenuta nel corso della prima guerra mondiale e la vendetta di un uomo. Che alla fine aveva deciso di non sottrarsi alla giustizia, come Socrate
Su un tavolo davanti a lui era deposta una larga ciotola, e l’uomo stava leggendo un libro, Marcia su Roma e dintorni di Emilio Lussu. «Dovrebbe evitare certe letture.»
L’ultima parte del romanzo è dedicata a Riccardo Bauer, politico tra i fondatori del partito d’Azione, anche lui fini in carcere negli anni del regime dove fu perfino accusato di essere tra i responsabili della bomba in piazza Giulio Cesare: le cartoline presenti nel libro provengono dalla sua raccolta, sono quelle che gli amici gli anno inviato sia in carcere che nel confino.
Come piccoli cameo, qua e la nelle pagine incontriamo altri amici di Luca Crovi, come Raffaele Kohler e Lucia Tilde Ingrosso.
Se vi piace scoprire i lati poco noti di Milano, se siete appassionati alla sua storia, non potete non leggere questo romanzo (e recuperare gli altri di Crovi con De Vincenzi se non li avete letti).
Buona lettura!
La scheda del libro sul sito dell'editore SEM
L’intervista dell’autore su Radio Popolare
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