Alla fine gli italiani, la maggioranza relativa, si è fatta abbindolare un'altra volta.
No, niente miracolo italiano o rottamazione con lanciafiamme. E nemmeno un parlamento da aprire con l'apriscatole.
Meloni hanno fatto presa sugli elettori facendo presa sul patriottismo: è finita la pacchia Europa, ora difenderemo anche noi i nostri interessi.
Un argomento facile da usare, non costa niente, non comporta scostamenti di bilancio o nuovo debito. E alla fine, se le cose dovessero andar male, c'è sempre qualcuno con cui prendersela: l'Europa, la sinistra, i radical chic.
E la famosa agenda Draghi, quella che tutti ci invidiano e che solo noi abbiamo?
Faccio mie le parole di Alessandro Robecchi, uno scrittore che il paese lo conosce meglio di molti giornalisti italiani: l'altarino di Mario Draghi santo subito si è, nell'urna dissolto.
E vedremo ora se Meloni e FDI, che all'opposizione hanno guadagnato consensi, proseguiranno con le stesse politiche (di centro destra) del precedente governo o meno.
in ogni caso, poi, all’apparir del vero, tutti quelli che non sono stati a Princeton, né ad Harvard, né seduti ai desk di giornali e televisioni dove si decidono titoli e ospiti, hanno detto la loro, votando. E si è scoperto che quella narrazione era altamente farlocca, molto sovradimensionata, addirittura caricaturale. Da qualunque parte la si guardi, la capacità dei grandi media di descrivere il Paese, di sentirne il polso, di auscultarne battiti e pulsioni, ha fallito miseramente, in modo – visto oggi – che sfiora il ridicolo. Da una parte, un tecnico mandato dalla Provvidenza, incriticabile per definizione e dogma, dall’altra astruse forme di vita senza arte né parte, populisti quando va bene, “scappati di casa”, insulto di moda presso quelli che si credono “competenti”. E si è visto, porelli.
Insomma, delle due una: o si dà ragione a Calenda, e sono tutti populisti tranne lui e grandissima parte dell’informazione; oppure bisogna fare una riflessione sui media tutti, e dire che i sapienti osservatori della realtà hanno osservato un po’ a cazzo, con le loro lenti deformanti, che la realtà era diversa e non l’hanno vista: per cecità, o convenienza, o ordini dall’alto.
Insomma, avevamo detto basta coi populisti, viva il populismo delle elite, quello per cui il Parlamento è inutile, decide tutto l'uomo solo al comando che non sbaglia mai.
E ora siamo alle prese ancora col populismo che riassume assieme quel sapore antico, dei bei tempi in cui i treni arrivavano in orario e c'era qualcuno che faceva rispettare le regole, col sapore nuovo dell'atlantismo, del patriottismo, del padroni a casa nostra.
Basta solo convincere gli italiani che devono smettere lamentarsi e gridare viva 'o re
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