03 ottobre 2022

Anteprime Presadiretta – PNRR LAVORI IN CORSA

Governo problemi vecchi: questo nuovo, appena uscito dalle urne, dovrà occuparsi anche della gestione del PNRR, un’opportunità per ammodernare il paese grazie ai miliardi (anche in prestito) dall’Europa che sta diventando l’ennesimo treno perso per ammodernare il paese. E per potenziare la sanità pubblica, uno dei tanti temi spariti nel corso della campagna elettorale ma che riguarda la vita di tutti noi.

Negli anni passati (specie nei governi Berlusconi) i tagli nella pubblica amministrazione hanno privato la macchina dello stato di quel personale che ora servirebbe non solo per far funzionare meglio gli uffici, ma per gestire i progetti del PNRR. In tantissimi comuni – racconta Riccardo Iacona nell’anteprima, mancano le competenze per scrivere e partecipare ai bandi del Piano Nazionale di Resilienza. 

In una passata puntata di Presadiretta l’allora ministra alla pubblica amministrazione Bongiorno (governo Conte I) aveva assicurato che con quota 100 si sarebbe fatto il ricambio generazionale necessario dentro la funzione pubblica. Non è andata così.

Dall’articolo di Marco Palombi sul Fatto Quotidiano “Energia, Pnrr, debito e recessione. Le fregature di Draghi alla Meloni”

Pnrr. Partiamo dal Piano di ripresa e resilienza, il vero programma di governo di qui al 2026 con le sue spese e le sue riforme vincolanti, il presunto fiore all’occhiello di Draghi e soci. Al di là degli eventuali propositi di Meloni di modificarlo (ma serve l’accordo della Commissione Ue che di fatto ha già risposto no), c’è il problema che l’attuazione del Pnrr è in forte ritardo. Nessuna sorpresa, era consapevolezza diffusa che una tale massa di lavoro non potesse essere realizzata in tempi così brevi da una macchina ingolfata da decenni di sotto-finanziamento e desertificazione delle competenze. A peggiorare le cose è arrivata l’inflazione, che ha fatto rapidamente invecchiare le previsioni di costo di molte gare: solo un paio di settimane fa, però, il governo ha varato le norme attuative del decreto che provava a risolvere il problema. E così si arriva alla Nadef (la Nota di aggiornamento al Def pubblicata venerdì), dove il ministro dell’Economia Daniele Franco scrive che purtroppo nel 2022 non spenderemo tutti i soldi previsti: “Il più recente aggiornamento delle proiezioni riduce significativamente la stima relativa al 2022” (e aumenta quelle future). Ma di quanti soldi parliamo? “Le stime più recenti indicano che, dei 191,5 miliardi assegnati all’Italia, circa 21 miliardi saranno effettivamente spesi entro la fine di quest’anno”. E quanti dovevano essere? Secondo il Def di aprile quasi 30 miliardi, un rotondo 30 per cento in meno su una stima di neanche sei mesi fa. Ma com’è stato possibile questo ritardo? Be’, ci sono “gli effetti dell’impennata dei costi delle opere pubbliche” e poi “molti progetti altamente innovativi sono attuati tramite la predisposizione di bandi di concorso” e “lo svolgimento dei bandi richiede tempo”. Servono i bandi, chi l’avrebbe mai detto? 

I fondi per il PNRR potevano essere l’occasione giusta per risolvere l’eterna emergenza rifiuti: Presadiretta è andata a Bellolampo, la più grande discarica pubblica siciliana dove arrivano tutti i rifiuti indifferenziati di Palermo, più di mille tonnellate al giorno. Un volume altissimo tanto che si continuano a spendere soldi pubblici per ampliarla: una vera e propria emergenza che nasconde una scandalo, perché a Palermo non si ricicla nulla e la raccolta differenziata è ferma da anni.

Tommaso Castronuovo – presidente Legambiente Sicilia – racconta che da almeno dieci anni la differenziata nel capoluogo è ferma al 15%, come anche Catania e Messina, ben sotto l’obiettivo di legge che era stato fissato al 65%.
Per potenziare la raccolta differenziata il PNRR poteva essere un’occasione? Sono previsti oltre 1,5 miliardi per il potenziamento del riciclo e oltre 600ml per il miglioramento del sistema di raccolta differenziata: di questi oltre il 60% sono destinati alle regioni del sud: questa occasione purtroppo non è stata colta perché a Palermo il comune e la sua municipalizzata per i rifiuti si sono rimpallati la responsabilità per i progetti per ben sei mesi, fino al giorno di scadenza del bando quando, come scritto anche su un documento del comune, per un problema di caricamento dati si è dovuto dire addio a 30ml del pnrr con i quali il comune avrebbe potuto costruire 15 isole ecologiche, 9 centri di raccolta e un impianto di trattamento dei rifiuti.

Erano progetti che sono stati proposti e presentati da centinaia di comuni in tutta Italia, non erano progetti difficili – spiega il presidente di Legambiente: “fa rabbia perché è una occasione persa.”

Ma continua a mancare anche il personale dentro gli ospedali: medici, infermieri, OSS, ogni mese si perdono circa 100 medici, che vanno in pensione. E quando i piani del PNRR daranno vita alla medicina del territorio, chi ci andrà a lavorare?

Presa diretta ha girato diversi ospedali italiani tra cui il San Martino a Genova: anche questa struttura soffre di carenza di personale tanto è vero, come riporta il quotidiano locale Il Secolo XIX, a partire da settembre 2022, sono stati sospesi tutti gli interventi chirurgici non gravi di oncologia.

I medici del reparto non hanno smesso di operare, anzi, ma stanno destinando le loro forze a chi ne ha più bisogno – racconta Salvatore Giuffrida DG del Policlinico: è una spia d’allarme su quanto sta succedendo nell’ospedale, dove mancano 180 infermieri e 100 OSS, di cui hanno già fatto richiesta e che dovrebbero essere inseriti a partire da ottobre.
La situazione del Policlinico è comune ad altri ospedali in Liguria: questa è stata la regione che ha subito maggiori tagli in tema di sanità – spiega Ferruccio Sansa a Presadiretta: c’erano 21mila persone tra medici, infermieri e oss, che lavoravano qui nel 2010 ora siamo a 15mila, seimila persone in meno.

Che fine han fatto queste “persone in meno” dentro la sanità? Riccardo Iacona ha incontrato Cozeta e Pasquale: vivevano in Puglia poi, 13 anni fa sono venuti in Liguria per uscire dal lavoro a nero e qui hanno trovato il contratto, lui come operaio lei come operatrice socio sanitaria, contratto a tempo determinato in una cooperativa ed impiegata nell’ospedale di Sarzana. Qui ha lavorato ininterrottamente per dieci anni, fino al licenziamento. Quando è stata intervistata da Iacona non aveva ancora ricevuto la cassa integrazione: “cerchiamo di andare avanti con molti sacrifici, per risparmiare e per capire che il mese dopo devo pagare il mutuo perché per questa casa ho fatto molti sacrifici per farla .. e alle banche non do la soddisfazione di prendermela. Ma il signor Toti deve trovarmi il mio lavoro, pagato dignitosamente come OSS. Io sono andata nella regione e neanche mi ha ricevuto, eravamo più di 40 fuori, al freddo, ad aspettare la nostra pagnotta. E io voglio, pretendo il mio posto: a 50 anni devo cambiare mestiere? Io ce l’ho una professione. Abbiamo fatto mille proteste e ci hanno chiuso le porte in faccia. E ci hanno chiamato eroe: io due anni ho lavorato come eroe, l’ho fatto con passione. Tutti quanti i miei vicini avevano parenti ricoverati [per il covid]. Non riusciva a venire nessuno in ospedale e io che andavo in casa e li prendevo .. ”
Cozeta si è anche ammalata di covid durante la prima ondata a dicembre 2020: la cooperativa non aveva dato loro i dispositivi di protezione, le mascherine, le tutine. Poi le mascherine sono arrivate, una al giorno per turni di 14 ore, e la tuta, pesante, come quella dei vigili del fuoco, che doveva essere lavata a metà giornata prima di riprendere il lavoro, perché Cozeta lavorava anche nelle terapie intensive.

Ha lavorato col covid fino al 31 maggio. Dopo di cui non è stata più una eroe, ma solo una disoccupata.

La scheda del servizio:

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sotto la lente di ingrandimento della nuova puntata di "PresaDiretta", in onda lunedì 3 ottobre alle 21.25 su Rai 3.
Il Pnrr è la grande occasione dell’Italia, riusciremo a mettere in piedi i progetti e rispettare tutti i tempi richiesti dall’Europa e spendere i soldi che ci sono stati prestati per cambiare la faccia del nostro Paese? Il Pnrr ha fin qui rispettato la tabella di marcia europea, pur tra mille difficoltà e il viaggio attraverso l’Italia di "PresaDiretta" le ha raccontate.
Sanità pubblica: il Pnrr la vorrebbe rivoluzionare e cambiare la faccia anche della medicina del territorio. Più di 8 miliardi per la digitalizzazione, per rinnovare le infrastrutture sanitarie e il parco tecnologico degli ospedali. E 7 miliardi per la medicina del territorio, per creare le Case della Comunità e portare la medicina pubblica più vicino alla gente. Ma in Italia mancano all’appello migliaia di medici di base e solo quest’anno ne vanno in pensione quasi 4000, come faranno allora a funzionare le nuove strutture territoriali?
I Comuni e la grande sfida del Pnrr: 66 miliardi da spendere tra mille problemi. Il personale tecnico e amministrativo negli anni si è assottigliato e oggi alle amministrazioni locali mancano ingegneri, contabili, geometri per scrivere i progetti e partecipare ai bandi. E poi la tabella di marcia europea, che impone un ritmo sempre più serrato. Se falliscono le amministrazioni locali, fallisce l’Italia. "PresaDiretta" è andata in Sicilia, in Calabria, in Abruzzo, in Molise, ha attraversato il Paese per raccontare gli ostacoli sulla strada di questa importante sfida. Ha ascoltato i sindaci, i cittadini, gli esperti, ha raccolto esperienze positive e occasioni mancate.
In studio Riccardo Iacona ne parlerà in diretta con i suoi ospiti, tra i quali l’economista Gustavo Piga, fondatore dell’Osservatorio sul Recovery Plan e Matteo Ricci sindaco di Pesaro.
“Pnrr lavori in corsa” è un racconto di Riccardo Iacona con Sabrina Carreras, Daniela Cipolloni, Marianna De Marzi, Giuseppe Laganà, Fabio Colazzo, Massimiliano Torchia.

Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.

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