Paola Sironi, Franca Villa, Andrea Fazioli e Luca Crovi |
La Passione per il delitto 2022 Franca Villa presenta Luca Crovi, Andrea Fazioli e Paola Sironi
- Luca Crovi, Il mistero della torre del parco e altre storie, Sem (mia recensione qui)
- Andrea Fazioli, Le strade oscure, Guanda
- Paola Sironi, I giorni dell’illusione, Todaro
Paola Sironi
Il libro comincia con una visita clandestina in una cripta milanese, in via Francesco Sforza, l’ex ospedale dei poveri degli Sforza: nei chiusini della cripta erano sepolti i morti dell’ospedale. I due visitatori si accorgono di uno scheletro meno antico degli altri, con indosso un orologio e da qui inizia l’indagine sullo scheletro: chi era il morto e chi l’ha lasciato lì?
C’è una
protagonista, una ispettrice di polizia, Annalisa Consolati, con una
sua vita privata, ma fa parte di una squadra della Questura di
Milano, squadra “problem solving” di cui fa parte assieme ad
altri due ispettori e un commissario. Uno degli ispettori della
squadra ha la passione della velocità e dei profiler americani,
quelli che si vedono in TV. Il commissario è invece una persona
meticolosa, con un senso morale fortissimo senza essere troppo legato
alle procedure.
La storia avviene a Milano nei mesi della
pandemia ed è raccontata come una città multietnica, con zone
differenti tra di loro, una Milano composita che viene descritta
nelle sue varietà, da un lato metropoli (dove si accettano
l’omosessualità delle persone, le differenze culturali), da un
lato provinciale.
L’ambientazione è nel giugno del 2020, i mesi della “grande illusione” in cui Milano inizia a riprendersi dallo choc iniziale, quando le nostre vite avevano subito una limitazione forte e inaspettata. Tutte le cose che davamo per scontato si erano perse e queste sono cose su cui riflettere.
Quel giugno è stato un periodo di illusione in cui si pensava che si sarebbe tornati alla libertà di prima: questa illusione è anche quella del colpevole. Un qualcuno che ha paura di perdere quello che ha.
Andrea Fazioli
Il protagonista del romanzo è un frontaliere che ogni giorno va a lavorare in Svizzera: una sera viene sfiorato di compiere un crimine terribile, uno di quelli per vieni additato per sempre come criminale. Questa persona si spaventa dall’essere sfiorata dall’idea del male, ma un anno dopo legge sul giornale che qualcuno ha compiuto quel crimine, in quella stazione, quella sera.
Chi è stato? Si rivolge allora ad un investigatore privato, Elia Contini.
Elia Contini ha fatto molti lavori e ora si è arrabattato a fare l’investigatore, vive nei boschi del Canton Ticino, ama fotografare gli animali. Lavora però a Lugano dove ha l’ufficio: una doppia anima dunque, di città e di montagna. Dalla montagna, da lontano, si vedono le cose in modo più chiaro a volte.
Il personaggio
inventa storie con animali immaginari: nascono dalle prose breve che
l’autore aveva scritto negli anni e che ha voluto qui unire alla
storia. Sono animali che, inseriti in un certo momento della storia,
danno un sapore in più al racconto.
Bellinzona è una città
con forti legami con Milano, si parla un dialetto che suona come il
milanese: è una città di frontiera coi suoi traffici, anche
criminali, con le sue montagne e i suoi paesaggi diversi.
Luca Crovi
Ho preso a prestito da Augusto De Angelis il commissario De Vincenzi: una mattina lascia per caso una cartellina azzurra, nella stanza della portinaia. Questa portinaia si trova davanti alle storie di venti casi capitati al commissario: sono casi collegati anche tra di loro dove ci sono degli ospiti particolari, da Hitchcock, Ho Chi Mihn, Riccardo Bauer, Antonio Gramsci in carcere a San Vittore.
Storie che il commissario racconta, correlandole a delle immagini della Milano di anni 30.
Alla storia
originale di De Vincenzi ho regalato una portinaia e i ricordi della
mia bisnonna – racconta Luca Crovi: il commissario è un
investigatore che non usa la pistola perché parla direttamente coi
ladri della Ligera milanese, come El Pinza, un personaggio
leggendario veramente esistito.
De Vincenzi è stato militare
nella prima guerra mondiale: i suoi ricordi sono quelli del nonno di
Luca Crovi. Ha un senso della giustizia diverso da quello dell’epoca
fascista, passava le notti leggendo Platone, un uomo che ascolta
tanto e parla poco.
I suoi amici sono un bersagliere e un
materassaio: questi personaggi mi hanno permesso di dargli un’anima
particolare, come emerge in parte dagli sceneggiati Rai.
Nei libri di De
Angelis non poteva raccontare tutta l’anima di De Vincenzi per la
censura fascista: lui stesso morì per le percosse ricevute da una
squadraccia.
Nelle sue indagini incontra il commissario
Camilleri, il nonno dello scrittore Andrea Camilleri, testimone della
strage alla fiera.
Il personaggio della portinaia, la sciura Matilde, si basa sui ricordi della bisnonna di Luca Crovi: sono ricordi della cultura contadina di quella Milano.
Una signora che ha avuto una storia sfortunata, sopravvissuta alla morte, che vedeva la città con altri occhi: di lavoro faceva la portinaia, come il personaggio del libro.
Come era quella Milano tra gli anni 1922 e 1932? Erano gli anni delle bombe messe dai fascisti e fatte attribuire ad anarchici e comunisti perché era una città dove si trovavano anche gli antifascisti.
Milano è una città con una sua storia, che aiuta anche a comprendere la Milano di oggi.
Il racconto al centro del romanzo è uscito a puntate su il giornale nei giorni della pandemia, come romanzo “d’evasione” dai morti e dal lockdown.
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