Palermo ricorda la morte del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso in via Carini 25 anni fa.
Qualcuno scrisse dopo la strage "qui è morta la speranza dei palermitani onesti".
Il generale arrivò a Palermo con la speranza di ottenere maggiori poteri per affrontare la mafia: una battaglia che intendeva affrontare anche dal punto di vista politico.
Come ebbe modo di dire ad Andreotti nel suo incontro a Roma: nessun riguardo per gli andreottiani di Sicilia, dai fratelli Salvo a Salvo Lima.
Per questo si parla di generale scomodo, e il can can dei giornali che precedette la sua nomina non fece altro che esporlo maggiormente al mirino di Cosa Nostra.
Cosa Nostra che in quegli anni era in piena guerra: erano gli anni del golpe dei corleonesi, della Mattanza.
In quell'estate furono furono circa un centinaio i mafiosi ammazzati dai regolamenti di conti interni alla mafia.
Dopo la sua morte, fu emanata la legge per la confisca dei beni ai mafiosi, la Rognoni-La Torre. Così come si dovette aspettare la morte di Falcone e Borsellino per la legge sul pentitismo e sul carcere duro.
Serve sempre un martire, un eroe, dopo. Un eroe scomodo da vivo, e festeggiato da morto.
E scomodo lo era davvero, Dalla Chiesa: per i suoi segreti sul rapimento e sul carcere di Aldo Moro, sul ritrovamento dei diari in via Montenevoso .. quanto questi influirono sulla sua morte?
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