26 settembre 2007

Pane politica e Ballarò

Dopo Iacona, anche a Ballarò si parla dei costi della politica.
La puntata di è inziata con le battute al povero ministro Mastella, da parte di Maurizio Crozza.
Dopo un pò anche le migliori battute non fanno più ridere, stancano; di certo non hanno fatto ridere il ministro, che aveva una faccia scura.

Non è Mastella il simbolo della Casta (nel libro di Stella e Rizzo viene citato solo 4 volte, e una è in relazione alla sua pensione da gionalista riscattata dopo un anno circa di professione).
Gli episodi che gli vengono contestati in questi giorni (gli appartamenti a Roma e il viaggio con l'aereo di stato) non sono reati (ci mancherebbe), e nemmeno relativi alla sola sua persona.
Altri politici usano l'aereo di stato in modo "disinvolto" e hanno acquistato appartamenti a Roma (Rutelli, Veltroni ..).
Tra l'altro anche Rutelli ha preso l'aereo per andare a Monza, ma non è stato mai tirato in causa.

Francamente le scuse accampate mi hanno dato quasi più fastidio che non gli episodi stessi:
"si consente che ci sia un blog che scrive Mastella ti odio"
"anche Di Pietro ha preso l'aereo di stato"
"se la gente mi ha votato, ha votato mia moglie, magari perchè è simpatica, sono cavoli di Stella?"


Il punto è un altro, come sosteneva anche Belpietro:
"lei omette di dire" a proposito dei 26 immobili acquistati "che molti appartamenti sono stati dati ad un politico a prezzo agevolato. Case di enti previdenziali".
Cosa che un normale cittadino non potrà mai fare.
Pure la morale da Beltrietro, si è presa. Che ovviamente non ha citato le porcherie commesse dal padrone: la legge sui decoder, la Gasparri, i condoni, i viaggi aerei, i lavori che Berlusconi fece fare alla sua residenza a Roma (sempre citati nel libro di Stella e Rizzo).

Fare la vittima, in questo momento di estrema irritazione, è controproducente: "io non sarò nè Craxi, ne Biagi".
E qui signor ministro, lei commette due errori: paragonarsi ad un latitante conddannato che sfuggì alla giustizia.
Una cosa che detta da un ministro della giustizia fa pensare.
E poi il riferimento al giuslavorista ucciso dalle Br: cosa vuole dire, che noi che dalla rete ci permettiamo di criticarla siamo dei terroristi?
Se io facessi parte della Casta, avrei già minacciato una querela.

L'errore che ha commesso Floris, è di non aver concentrato tutta l'attenzione su Mastella.
Di aver fatto del qualunquismo, mostrando le interviste alla gggente di strada che commentava "per me destra o sinistra, sono tutti uguali".
Di non aver allargato il discorso agli altri politici in studio ma anche a quelli assenti: se in questo momento si parla di Casta, di antipolitica, di sprechi e costi, è anche e soprattutto colpa dei precedenti governi.
Se non si riescono a ridurre i costi dei parlamentari, non è solo colpa di un ministro dell'attuale governo.
Floris non ha fatto domande, questa la sua vera colpa, dello stato di salute della giustizia: solo La Russa, quasi sottovoce, ammetteva di "aver perso le elezioni per come abbiamo gestito il tema della giustizia".
Una domandina sulle leggi vergogna, ad personam, andava fatta.
Ed anche una a riguardo dei costi della precedente legislatura. Dove i viaggi in aereo hanno inciso molto di più, che non in questa.

Palazzo Chigi ha speso 65.500.000 euro in voli nel 2005 (per 13671 ore di volo, con una media di 37 ore di volo al giorno).

Non è colpa di Mastella nè di Prodi. Un consiglio, ministro, se mi permette: accelleri l'iter per le nomine vacanti alle procure disagiate in Calabria.
Trovi i fondi per ammodernare, riparare, ricostruire le procure come quella di Locri.

In studio si è risvegliato il fantasma di tangentopoli, che Belpietro non ha perso tempo come evocare come periodo di mancanza di garanzia, di ghigliottina.
Si parla sempre di un azzeramento della classe politica, dimenticando che di questi politici, molti erano già in sella nel 92 (Mastella, Casini, D'Alema, Fini ...).
Molti ex DC, dopo la diaspora, si stanno riunendo al centro, a quando il grande ritorno dello cudo crociato?

Il magistrato Giovanni Salvi dava una sua interpretazione "dopo Tangentopoli si è instaurata l'idea di un primato della politica, inteso nell'intromissione della politica in ogni aspetto dell'amministrazione pubblica".E riguardo a Beppe Grillo (il grande assente dei dibattiti pubblici) "scavalca il circuito dell'informazione e se ne è costruito uno uo usando internet".
Perchè tutta questa critica, allora?
Ha cercato di rispondere Rosi Bindi "oggi c'è una domanda di buona politica, non è qualunquismo. Dobbiamo impegnarci a fare le riforme strutturali per rispondere alle richieste e alle aspettative degli elettori, che si sono stratificate nel corso degli anni".
"Dobbiamo diminuire i costi della politica, senza dimenticarci che la democrazia ha un prezzo. Altrimenti a fare politica rimangono solo quelli che hanno i soldi o i partiti che ricevono finanziamenti."

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ballarò è una trasmissione blanda. Hai detto bene, qualunquismo. Sempre le solite persone che chiaccherano e non si va mai al nocciolo del problema. Niente a che vedere con trasmissioni più incisive come Report.

alduccio ha detto...

E se ci pensi bene, sui giornali e in televisione si commenta solo Ballarò.
Dopo le puntate di Report, non ci sono in genere reazioni da parte dei politici.