18 giugno 2014

La prova della maturità

Ma servono ancora gli esami della maturità? Ce lo chiedevamo questa mattina in ufficio discutendo delle tracce uscite per la prima prova.
Secondo me, ha ancora un senso, terminare gli studi con una prova, e non delegare tutto ad una serie di prove durante l'anno.
La maturità è il primo vero esame (se si esclude gli esami delle medie ) che uno studente si trova davanti, dove può trovarsi di fronte a tracce impegnative come quelle proposte quest'anno.
Sono convinto che molti politici (beh, il gioco è facile), molti manager da prima pagine, ma anche molti giornalisti, avrebbero difficoltà a confrontarsi con le tematiche presenti in queste tracce.
Il confronto con l'Europa del 1914: nel 2014 le guerre si fanno con altri mezzi e ancora sono vivi i nazionalismi che hanno portato alle milioni di vittime della seconda guerra mondiale.
La riflessione sul pensiero di Renzo Piano "Rammendo delle periferie" che riguarda lo stato delle periferie delle nostre città, dimenticate da sindaci e dalla politica nazionale: ci si ricorda della loro esistenza solo quando succede un fatto di cronaca. Manca una visione d'insieme della polis, una pianificazione dello sviluppo, dei traporti locali, dei servizi per le persone.
Oggi si fa il belletto a Milano, si costruiscono nuovi quartieri, bellissimi. Ma fuori dalla cerchia del centro?
E ancora il saggio  ambito storico-politico su "Violenza e non-violenza: due volti del Novecento". Il secolo passato che è stato quello delle guerre mondiali ma anche dell'Europa Unita. Delle guerre di liberazione da parte delle ex colonie. Libertà pagato al prezzo di guerre civili che hanno causato migliaia di vittime.
Il saggio sulla pervasività delle tecnologie: quanto mai attuale visto che molti degli studenti hanno Facebook, usano internet, hanno cellulari con una potenza di calcolo che una volta avevano dei personal computer.

Infine la poesia di Salvatore Quasimodo: Ride la gazza, nera sugli aranci dalla raccolta "Ed è subito sera".
Sapevate che per vivere, il poeta siciliano aveva dovuto trovare lavoro al Ministero dei Lavori Pubblici, come Geometra. Allora come oggi, con la cultura non si campava, se uno era un poeta. Allora come oggi, con i soldi della cultura ci si mangia sopra, ma questa è un'altra storia.

Ride la gazza, nera sugli aranci
Forse è un segno vero della vita:
intorno a me fanciulli con leggeri
moti del capo danzano in un gioco
di cadenze e di voci lungo il prato
della chiesa. Pietà della sera, ombre
riaccese sopra l’erba così verde,
bellissime nel fuoco della luna!
Memoria vi concede breve sonno:
ora, destatevi. Ecco, scroscia il pozzo
per la prima marea. Questa è l’ora:
non più mia, arsi, remoti simulacri.
E tu vento del sud forte di zàgare,
spingi la luna dove nudi dormono
fanciulli, forza il puledro sui campi
umidi d’orme di cavalle, apri
il mare, alza le nuvole dagli alberi:
già l’airone s’avanza verso l’acqua
e fiuta lento il fango tra le spine,
ride la gazza, nera sugli aranci.

Nessun commento: