Un cancelliere della procura di Milano ai domiciliari con l'accusa di aver rivelato informazioni coperte da segreto ad un commercialista, su inchieste che gli interessavano per conto dei suoi clienti.
Non un magistrato, non un giudice, dunque.
Figlia di uno stimato cancelliere del Palazzo di giustizia di Milano, deve ora rispondere di corruzione, rivelazione di segreto d'ufficio, accesso abusivo a sistema infomatico e favoreggiamento.
Chissà cosa ne pensa il ministro Brunetta, tanto feroce coi fannulloni.
E tutti quelli pronti ad indignarsi ad ogni intercettazione, quelli che parlano di circuito mediatico-giudiziario.
Nessun commento:
Posta un commento