Poteva lasciarsi scappare questa occasione ghiotta, il buon Vespa?
Racz in lacrime, dopo la scarcerazione, vale più o meno del plastico di Cogne o dello zoccolo insanguinato, o della bici di Garlasco?
Racz racconta la sua storia da bambino quando a cinque mesi fu lasciato dai genitori in un orfanotrofio: «Non ho mai conosciuto i miei genitori, ho sette fratelli ma solo io sono stato affidato all'istituto per uscirne solo al compimento dei 18 anni. Poi ho cominciato a lavorare come panettiere e pasticciere presso un convento. A volte venivo pagato, ma in genere lavoravo per vitto e alloggio. Il mio sogno da bambino era quello di diventare monaco ortodosso».
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