24 marzo 2009

Il reato che non c'è: autoriciclaggio

Parliamo di lotta contro la criminalità organizzata (per internderci non i lavavetri nè i rom che chiedono l'elemosina) e della pretesa tolleranza zero, tanto sventolata.
Report, domenica scorsa, parlava della legge che non s'ha da fare: il reato contro l'autoriciclaggio.
Si intende questo:
In Italia il reato di autoriciclaggio non esiste. Chi vende droga e rimette in circolo il denaro, può essere punito per il traffico di stupefacenti ma non per aver riciclato i proventi illeciti. Il Fondo Monetario, il Governatore della Banca d’Italia e il Procuratore Nazionale Antimafia ne auspicano da anni l’introduzione, ma al momento il disegno di legge che lo prevede è sepolto in un cassetto.

Il senatore Li Gotti aveva provato ad aggiungerlo, come emendamento al decreto sicurezza, ma è stato stralciato.
Per intenderci con l'introduzione di questo reato potremmo colpire le mafie e la loro l'economia criminale, colpirle sul patrimonio. Come intendevano fare i Mandalà, complici della latitanza di Provenzano, che con i soldi della mafia intendevano costruire un centro commerciale a Villabate.
Forse, ha ragione Pietro Grasso, Procuratore nazionale antimafia:

Io dico questo, che non si possono fare i proclami e i manifesti che si vuole combattere l’economia criminale se poi al momento in cui si devono dare gli strumenti per farlo, questi strumenti vengono tolti.

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