10 settembre 2009

700000 persone, non cose

Nel bosco bruciato della crisi iniziano a spuntare "germogli di ripresa" che non risolvono tuttavia i nodi della crisi: l'Italia è dentro le conseguenze economiche della crisi. Così il direttore del CSC, Luca Paolazzi, illustra lo stato della crisi economica. "È come se ci fosse stato un enorme incendio che ha lasciato in piedi qualche albero da cui iniziano a spuntare i primi germogli", ha detto Paolazzi per descrivere la situazione, per la quale cita anche una frase di Paul Valery: "il problema dei nostri tempi è che il futuro non è più quello di una volta".

Che bella prosa, complimenti agli analisti del centro studi di Confindustria.
Peccato che dietro la suggestiva metafora del bosco in fiamme si nasconda una realtà dura: parliamo dei 700000 posti di lavoro persi tra il 2008 e il 2010.
700000 persone, non cose o oggetti inutili da buttare.
E non rende meno dura questa situazione la rassicurazione di Brunetta: entro il 2010 si uscirà dal tunnel.
E nel frattempo?
Consoliamoci di appartenere a quello "stock di occupazione stabile" (chissà se anche i politici si sono messi in questo stock) e che le tute gru (come vengono chiamati gli operai che protestano) sono solo "un fatto fisiologico".

Così come per il grande evento inutile del G8, mi chiedo a che servano i workshop, come quello di Cernobbio?

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