L'articolo di Paolo Biondani su l'Espresso, con l'intervista al procuratore Francesco Greco "Ieri le tangenti oggi le cricche"
«Vent'anni dopo Mani Pulite, il sistema di corruzione si è solo
raffinato: non più mazzette, ma reti di relazioni fra imprenditori e
politici che siedono allo stesso tavolo, per spartirsi denaro e potere».
Parla Francesco Greco, l'unico pm del famoso pool che lavora ancora al
quarto piano del Palazzo di Giustizia di Milano
Com'è cambiata la corruzione in questi vent'anni? Cosa c'è
di nuovo nei sistemi di saccheggio delle risorse
pubbliche?
"Le inchieste di Mani Pulite avevano fotografato una realtà abbastanza chiara: un sistema organizzato e centralizzato di corruzione, con ruoli precisi, dove le imprese pagavano i partiti per vincere appalti senza concorrenza. La grande scoperta fu questo scambio sistematico tra affari e politica. Fino a vent'anni fa, però, imprese e partiti rappresentavano realtà distinte. Stringevano accordi partendo da posizioni diverse, di tendenziale conflitto. Anche l'azienda più grande doveva pagare, comprare un politico, per ottenere quel favore o aggiudicarsi quel contratto. Oggi non mi occupo più di corruzione, se non incidentalmente, ma dalle indagini dei colleghi di Firenze, Napoli, Roma e qui a Milano del procuratore aggiunto Alfredo Robledo, ciò che sembra emergere, con varie applicazioni, è un nuovo schema: i soldi girano ancora soprattutto per l'arricchimento personale, ma al centro c'è una rete di relazioni, favori, amicizie e protezioni reciproche. Le cricche di oggi ricordano il modello delle lobby. Imprenditori e politici sono seduti allo stesso tavolo. E insieme gestiscono gli affari".
"Le inchieste di Mani Pulite avevano fotografato una realtà abbastanza chiara: un sistema organizzato e centralizzato di corruzione, con ruoli precisi, dove le imprese pagavano i partiti per vincere appalti senza concorrenza. La grande scoperta fu questo scambio sistematico tra affari e politica. Fino a vent'anni fa, però, imprese e partiti rappresentavano realtà distinte. Stringevano accordi partendo da posizioni diverse, di tendenziale conflitto. Anche l'azienda più grande doveva pagare, comprare un politico, per ottenere quel favore o aggiudicarsi quel contratto. Oggi non mi occupo più di corruzione, se non incidentalmente, ma dalle indagini dei colleghi di Firenze, Napoli, Roma e qui a Milano del procuratore aggiunto Alfredo Robledo, ciò che sembra emergere, con varie applicazioni, è un nuovo schema: i soldi girano ancora soprattutto per l'arricchimento personale, ma al centro c'è una rete di relazioni, favori, amicizie e protezioni reciproche. Le cricche di oggi ricordano il modello delle lobby. Imprenditori e politici sono seduti allo stesso tavolo. E insieme gestiscono gli affari".
E, sempre sull'Espresso "Che cosa fu Mani pulite" la cronistoria dell'inchiesta Mani pulite, da quel 17 febbraio 1992 quando fu arrestato Mario Chiesa (il mariuolo) fino al settembre 1995, con le condanne Enimont e la sezione disciplinare del Csm dispone il non luogo a procedere nei confronti dei magistrati del pool di Mani pulite di Milano.
A quando una nuova legge sul finanziamento dei partiti? Contro la corruzione (col reato di autoriciclaggio)? Una legge seria sugli appalti? L'informatizzazione del processo penale? Via i condannati dal parlamento?
Quante Tangentopoli dobbiamo ancora aspettare?
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