Poco interessante?
Fuori dal mondo?
Si è partiti dalle proteste del sottosegretario Martone sull'intervento di Travaglio della passata settimana.
Per passare alle proteste degli agricoltori dell'Agro Pontino (dopo i forconi, dopo i pastori sardi, dopo i pescatori..) anche loro bloccati dalla crisi e dai rincari.
Dagli agricoltori ai manager di Wall Street: durante la puntata sono stati trasmessi alcuni spezzoni del documentario "Inside Job", forse la parte più interessante della puntata che aveva come protagonista quel comunista di Tremonti.
Quello che io l'avevo detto, al partito comunista cinese, alle riunioni internazionali (ma nessuno mi stava a sentire), io che avevo previsto il crollo delle piramidi di Wall Street (roba che nemmeno Bin Laden) ...
Aspettando che l'esuberante Martone accetti l'invito di Santoro (" Lui che è così giovane, così sbarazzino, così senza peli sulla lingua, perché non viene qui in trasmissione?"), ieri sera ci siano dovuto sorbire l'ennesima lezioncina dell'ex ministro.
Niente di personale, ma da una persona che ha governato per anni, e sappiamo cosa ha fatto, non possiamo accettare le solite scuse "io l'avevo detto".
Cosa ha fatto l'Italia per fermare i derivati, comprati dai comuni grazie alle banche compiacenti? I primi a parlarne sono stati quelli di Report, con cui mi sembra che Tremonti non abbia un buon rapporto.
Cosa ha fatto per fermare il mercato? Gli stipendi dei supermanager?
Quando è cominciata questa dittatura dei mercati e della finanza? Con gli anni 90, come continua a ripetere l'ex ministro? Colpa dei cinesi, del WTO, di Prodi, della globalizzazione, di Clinton che ha abolito il Glass-Steagall Act sulla separazione delle banche commerciali e banche di investimento ?
O forse tutto è cominciato prima, come gli ha ricordato Ferragina, il ricercatore italiano che lavora in Inghilterra: negli anni 80 di Reagan e della Tatcher?
Quando si iniziò a smontare pezzo per pezzo il welfare e ad attaccare i sindacati.
Di fronte a Tremonti, i giornalisti Mieli e Mentana.
Mentana: La politica quando perde lo scettro, ha la possibilità di vedere con
sguardo diverso quello che accade. L’apice di questo processo
degerativo: l’abolizione della regola rooselveltiana, di separazione
tra le banche. Quello che contesto a Tremonti è che questa situazione
già si mostra negli anni 2000. Lì era già tutto abbastanza evidente, la
questione si è acuita negli anni. Non c’è dubbio che noi viviamo un
commissariamento della politica. Il rischio è una messa in moto
prolungata, altro che ritorno della politica.
Mieli, sul complotto presunto di Tremonti:
“6 mesi prima Tremonti era guardato a vista come se fosse Monti, secondo me è stato saggio e comunque leale e proprio perché fu leale allora è strano che il Quirinale ha parlato di tradimento per dare il Governo in mano a Monti. In realtà il Governo Monti era pronto già prima…La crisi della Prima Repubblica è la crisi della politica che non è mai rinata…La sinistra intanto sta discutendo su quale banchiere può essere il loro leader…”
Ora servirebbe mettere quelle regole di cui anche Tremonti parla nel libro: dividere nuovamente le banche, creare regole di comporamento comuni per il mondo finanziario, fare nuovi investimenti pubblici (un nuovo new deal)...
Peccato che fuori ci sia un mondo in rivolta.
Che non può aspettare molto.
Che non può aspettare molto.
Mentre nel palazzo i partiti si mettono d'accordo sulla responsabilità civile dei magistrati, sulla legge elettorale per far fuori le ali estreme, nel mondo di fuori, ai greci sono chiesti nuovi sacrifici in cambio dell'aiuto economico dell'Europa, aumentano i casi di aziende (che magari prima vivevano grazie agli incentivi) che chiudono, succedono casi come quello di Pomigliano dove su 1400 assunti, nessuno è della Fiom. Gli italiani fanno sempre più fatica a chiedere mutui e ai giovani vien detto di dimenticarsi il posto fisso.
Riscirà il governo tecnico ha salvare l'Italia e l'Europa?
A mettere quelle regole al mercato e alla finanza?
Nessun commento:
Posta un commento