Scalfari e la marsigliese.
Nell'anteprima Santoro ha risposto agli editoriali di Scalfari su Reppubblica in cui sostiene la necessità di dover rinunciare ad eccessive rigidità da parte dei lavoratori per il bene del paese.
E il PD? Dopo lo scandalo Lusi (e il voto di ieri sulla responsabilità civile dei magistrati) ha poco da cantare. Quei 13 milioni di soldi pubblici che il tesoriere ha sottratto ad un partito morto (a sua insaputa) come rimborsi elettorali, soldi trasferiti all'estero e poi scudati.
Tutto normale, dice Bersani.
Un partito serio non accetterebbe questo: un partito dove un singolo può decidere come destinare quei fondi (provenienti dai rimborsi elettorali) per appoggiare quel candidato, quella corrente.
Tutto questo in un paese normale non sarebbe accettato: noi non possiamo cantare la marsigliese e fare il tifo per i tecnici. Almeno aspettiamo che lo spread arrivi a 200.
Perchè per farlo scendere a quota 400 ci vuole poco: come han fatto in Grecia dove han tagliato tutto e ancora sono in piena crisi a dover chiedere soldi in prestito alle banche.
E in Italia? Santoro ha indicato gli aumenti (benzina, gasolio, bollette, prezzi): siamo in recessione al 3%. Questo vuol dire lacrime e sangue, e si dice che per questo non bisogna fare domande al conducente?
La monotonia ci sta invadendo: nessun giornale ha commentato alcune osservazioni contenute nell'ultimo libro di Tremonti "per conservare i suoi interessi la finanza si mette a governare in presa diretta con i tecnici .. " arrivando ad un fascismo finanziario.
Infine l'invito a Monti
«Presidente Monti, lei che non ama la vita monotona», domanda Michele Santoro «non trova un po’ stucchevole lasciarsi interrogare da trasmissioni così garantite? Non le andrebbe di provare lungo la schiena un brivido da Servizio Pubblico?».
Italia e Grecia.
Se la settimana scorsa era il turno dei pastori, ieri le telecamere di Servizio pubblico han mostrato la protesta dei pescatori, a S. Benedetto del Tronto.
E poi è finita in Grecia, a raccontare la crisi che nessuno mostra. Ex operai dei cantieri come Thassos, che vivono grazie all'aiuto di enti caritatevoli e della chiesa.
Gente senza nessun domani davanti, nonostante le cure dei tecnocrati: anche in Grecia provenienti dalla Goldman Sachs.
Il faccia a faccia su lavoro e l'articolo 18.
A commentare sulla riforma del mercato del lavoro e sull'uscita di Monti Susanna Camusso (segretaria della Cgil) e il professor Stefano Tiraboschi.
La polemica sul posto fisso è stantia, la raccontano da tanto tempo e nasconde l'idea che bisogna togliere le tutele ai lavoratori.
E' un'idea sgradevole, con la disoccupazione dei giovani al 30%: qualunque giovane si sarà sentito preso in giro.
C'è questa idea per cui le persone possono fare tante cose continuando a cambiare lavoro:
“Se uno fa l’insegnate, l’architetto non puoi dirgli da domani fai il chirurgo. E’ una questione di professionalità!”.
“La precarietà è una delle cause della crisi non è la soluzione della crisi!”
E poi, sulla polemica tra garantiti e non garantiti: non è vero che i non garantiti ci sono per colpa delle tutele, ma questi sono il frutto della giungla di contratti creati dal governo.
Il professor Tiraboschi ha dato una sua opinione molto interessante:
“La riforma del lavoro e delle pensioni si farà sulla testa delle persone con la scusa di dare lavoro ai giovani e alle donne. pe rquesto non mi piace affatto questa riforma”.
La riforma è dunque un obiettivo politico: mettere all'angolo il sindacato e tagliare fuori le ale estreme degli schieramenti politici.
Togliere l'articolo 18 non crea posti di lavoro (come insegna il caso americano).
E poi Tiraboschi ha voluto anche spiegare quelli che erano gli obiettivi della legge Biagi: creare un percorso per far emergere quei lavoratori che prima erano a nero, inquadrarli almeno in un contratto per poi stabilizzarli.
Percorso che si è fermato (per l'interesse di qualcuno, aggiungo io) alla fase iniziale.
Gli studenti precari (e un pò sfigati) di Bologna.
Ovvero, coloro che si sono permessi di criticare Napolitano per la sua laurea (nei giorni in cui si dice di voler toglierne il valore legale).
Le storie di Monica, Ada: precarie e stagiste, con doppia laurea. Una vita di rinunce e amarezze davanti. Tutt'altro che monotona. Ma queste cose le sa il professor Monti?
Travaglio e il signor Martone.
Un quadretto tutt'altro che onorevole, quello del viceministro (a sua insaputa anche lui, che avrebbe mandato il cv a Catricalà per diventare sottosegretario) Michel Martone.
Raccomandato di ferro, senza che lui lo sapesse.
Si ride alle battute di Marco .. riso amaro, però.
La vita nei centri commerciali, in un’inchiesta di Giulia Bosetti.
E qui di ridere passa proprio la voglia.
Mobbing contro iscritti a certi sindacati.
Buste paga con sopra cifre false.
Contanti in nero.
Molestie sessuali.
Anche qui, nei centri commerciali della capitale, una vita tutt'altro che monotona.
E anche, molte incongruenze delle riforme del governo: diminuiscono i consumi e si tengono aperti i negozi più a lungo. A chi serve?
Tornando in studio, il commento di Emanuele Ferragina, giovane ricercatore dell’università di Oxford “Vorrei che si parlasse di più di uguaglianza in questo paese. Le disuguaglianze sono aumentate perchè è stato tassato solo e soltanto il lavoratore e non i grandi patrimoni”.
Dunque il tema della patrimoniale, che il sindacato non avrebbe messo sulla bilancia con molta forza, secondo Ferragina.
Secondo cui la ricetta del puro rigore finanziario ci porterà alla recessione.
Serve una maggiore coesione tra lavoro e le scuole, creare un percorso formativo vicino alle esigenze del mondo del lavoro, che non lasci soli i giovani che oggi non studiano nè fanno formazione.
Era una delle proposte di Tito Boeri nel libro "Riforme a costo zero".
Sempre che queste riforme si vogliano fare sul serio.
Nel resto della puntata si è tornato a parlare dei lavoratori cai-alitalia:
“L’Alitalia si può permettere tutto, ora c’è il lavoratore
sostituito: un lavoratore che ha il lavoro viene sostituito da un
precario e quello va a casa con i soldi dei contribuenti”. “E’ già duro
sentirsi prendere i soldi dalle tasce ma figuriamoci sentirsi presi in
giro quando ci dicono andate a lavorare fino a 70 anni per far lavorare
tuo figlio!”
Si è parlato della Fiat a Pomigliano (dove si produce la nuova Panda) e della stessa Fiat che sta perdendo quote di mercato, non per colpa della Fiom:
“La FIAT per il secondo e il terzo anno consecutivo ha venduto meno
macchine e perso quote di mercato. Questo non è colpa della FIOM, è
colpa della FIAT non ha saputo investire.”
E infine l'appello per i lavoratori sulla torre alla stazione centrale di Milano:
“Ministro Passera ci dia uno schiaffo morale, uno a me e uno a
Travaglio. Vada a parlare con questi ferrovieri sulla torre della
stazione di Milano!”
1 commento:
Fino a pochi minuti fa ero completamente all´oscuro di questo sito. Vi ringrazio infinitamente per avermelo fatto scoprire. Informazione di qualità e non mi tocca nemmeno accendere la tv (che del resto non ho). Perfetto.
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