50000 ettari di terreno ogni anno sono consumati ogni anno per costruire palazzi spesso inutili. Perchè?
Iacona e Domenico Iannacone hanno cercato di dare una risposta a questa domanda.
Partendo da Milano: dall'ecomomostro di Pontelambro, un cibo di cemento che doveva essere un hotel pronto per i mondiali di Italia 90, quelli organizzati da Montezemolo e che hanno lasciato cadaveri di cemento inutili nel paese.
Succede questo quando per i grandi eventi si va inderoga ai piani regolatori, per costruire opere costose e inutili, anche fuori tempo massimo (l'albergo di Pontelambro non fu pronto per i mondiali).
Perchè? Perchè cemento significa soldi.
E tanti soldi sono in ballo sempre a Milano per l'expo del 2015.
L'esposizione universale a tema "nutrire il pianeta" ma che potrebbe solamente nutrire gli appettiti dei costruttori: sono previsti 20 miliardi di infrastrutture, e migliaia di ettari di terreni oggi agricoli verranno sacrificati per costruirci capannoni.
Come a Rho, in una delle ultime aree agricole: qui, terminato l'expo ai costruttori verrà data la possibilità di edificare per 2 milioni di metri cubi.
Eppure a fianco, in via Stephenson, sorgono le torri costruite dal gruppo Ligresti, per lo più vuote.
Come a dire che non serve affatto tutta questa colata di cemento per costruire nuovi uffici, quartieri residenziali.
Conta solo costruire per movimentare cemento: lo ha spiegato Luca Martinelli nel libro "Le conseguenze del cemento".
Quei palazzoni, quelli che si stanno costruendo a Porta Nuova sempre a Milano, le torri vuote di via Stevenson (dove oggi parcheggiano i camionisti turchi), non servono come costruzioni in se. L'importante per i costruttori è tirare su il palazzo, che poi viene sopravvalutato e messo a bilancio, come polizza per costruire altri palazzi (grazie alla complicità degli amministratori del comune) e prendere prestiti dalle banche.
Non importa che così si cambia il volto della città e che il fabbisogno di nuove abitazioni fino al 2018 sia pari a 0 (esistono a Milano 30000 case sfitte).
E il cemento genera un altro giro vizioso: il fabbisogno di ghiaia e sabbia che viene sottratta al territorio.
Il mercato delle cave è regolamentato da una legge del 1927, non esiste legge nazionale e ogni regione fa da sè (ne aveva parlato Report nell'inchiesta "La banda del buco").
In Lombardia il business delle cave ha portato anche a cave illegali, abusive, spacciate da laghetti artificiali per pesca o bonifiche agricole.
In realtà dei buchi che sono come cicatrici nell'orizzonte: Iannacone ha raccontato delle cave nel comune di Torre Pallavicina (Bergamo), dove uno di questi laghetti è stato autorizzato dall'ex sindaco, all'epoca vice.
Non solo non esiste una regolamentazione delle cave, ma non esiste nemmeno una legge sul consumo del territorio: oggi viene monitorato (per sole 4 regioni, tra cui la Lombardia) da uno studio del prof. Oliva del politecnico di Milano, con pochissimi fondi.
Abbiamo consumato un territorio pari a 7 volte la città di Brescia dal 1999 al 2007, qui in Lombardia: le mappe mostrano una continuità urbana tra città e città, in Pianura Padana.
Questo perchè i comuni vivono anche grazie agli oneri di urbanizzazione, ma soprattutto perchè ancora non viene recepito il concetto che il suolo è come l'acqua,un bene comune da preservare.
Non solo per prevenire disastri come a Genova, ma perchè il territorio, l'ambiente è quanto consegneremo alle prossime generazioni.
Che dei palazzoni vuoti, frutto della mente delle archistar, non saprebbero che farsene.
Ma c'è anche un altro aspetto da tenere a mente, quando si parla di cemento e costruzioni: dietro il cemento si nasconde anche la criminalità organizzata che col cemento ricicla il suo denaro. Sempre con le amministrazioni locali che fanno finta di non vedere.
Cemento, affari, denaro, spreco suolo e abusivismo.
Iannacone è andato ad Ischia: qui una legge del 1954 costringerebbe il comune ad avere un piano regolatore dove non si potrebbe costruire nulla.
Eppure, è tutto regolarmente abusivo.
Abusive le costruzioni vicino al mare, come quelle sulla spiaggia dei Maronti.
Abusive le case costruite dagli abitanti per le loro famiglie, ma anche quelle dei vip che qui vengono a villeggiare.
Tutto abusivo, tirato su in fretta e furia con la complicità di vigili e sindaci, nella speranza (anzi, nella certezza) del solito condono edilizio.
Come quelli del 1984, del 1995 e del 2003.
Eppure, nonostante i condoni, ci sono pure case fantasma, che non pagano ici, invisibili al catasto.
Abusiva la sede della Forestale a Casamicciola (in una pineta). Abusiva la sede dei carabinieri a Forio.
E tutto questo far west, porta pure a contenziosi civili e penali, per cui il lavoro per i 400 avvocati dell'isola.
Abuso dopo abuso, casa dopo casa, la situazione dell'illegalità sull'isola è diventata così sistematica per cui oggi abbattere le case è diventata impresa impossibili.
Ci ha provato nel gennaio 2010 la procura di Napoli, suscitando una sollevazione popolare, una rivolta con scontri con le forze dell'ordine.
Non è un caso se delle 800 sentenze di abbattimento passate in giudicato, solo una decina sono state eseguite.
Anche perchè gli abusivi sono persone che votano, e possono fare pressioni sui sindaci: c'è un interesse trasversale dei partiti a non demolire, per non perdere consenso.
Specie se tra le case da condonare c'è anche quella di qualche parente, come sarebbe successo nel comune di Forio.
E così, le cose continuano ad andare avanti alla stessa maniera.
Si costruisce, si mette in insicurezza il territorio, che viene deturpato da queste costruzioni abusive (rendendo anche meno attraente l'isola ..).
Fino a quando?
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