La prossima puntata di Report
tratterà di diversi problemi nel sistema Italia: la questione
energetica, i costi della politica, la privatizzazione dell'Alitalia
(come è andata a finire), la privatizzazione (di fatto) della
sanità.
Potrebbe essere un vadevecum di “come non vanno fatte le cose in un paese democratico”.
Un paese dove cioè, si gestisce la cosa pubblica per gli interessi di tutti e non di pochi: gli amici, i colleghi di partito, le caste che ingrassano, le lobby.
Dall'accordo con la Serbia per comprare da loro l'energia pulita: un affare che porterà, oltre le sponde dell'Adriatico 7 miliardi di euro (mica briciole). Nell'affare, voluto da Berlusconi e Scajola (prima che scoprisse che qualcuno gli aveva comprato casa a sua insaputa), anche A2A, società formata dalle municipalizzate di Milano e Brescia e Terna, con loro ci sono i privati, come Seci Energia Spa del gruppo Maccaferri: chi ci ha guadagnato?
Potrebbe essere un vadevecum di “come non vanno fatte le cose in un paese democratico”.
Un paese dove cioè, si gestisce la cosa pubblica per gli interessi di tutti e non di pochi: gli amici, i colleghi di partito, le caste che ingrassano, le lobby.
Dall'accordo con la Serbia per comprare da loro l'energia pulita: un affare che porterà, oltre le sponde dell'Adriatico 7 miliardi di euro (mica briciole). Nell'affare, voluto da Berlusconi e Scajola (prima che scoprisse che qualcuno gli aveva comprato casa a sua insaputa), anche A2A, società formata dalle municipalizzate di Milano e Brescia e Terna, con loro ci sono i privati, come Seci Energia Spa del gruppo Maccaferri: chi ci ha guadagnato?
"CORTO CIRCUITO"di Emanuele BellanoL'energia pulita sta diventando un business mondiale. Nel 2009, il Premier Silvio Berlusconi e il suo ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola lanciano un programma di investimenti in Serbia e Montenegro: centrali idroelettriche e un cavo sottomarino che collega le due sponde dell'Adriatico per lo scambio di energia ecologica. Arruolate per l'impresa avveniristica sono società miste come A2A, società formata dalle municipalizzate di Milano e Brescia e Terna, con loro ci sono i privati, come Seci Energia Spa del gruppo Maccaferri: come saranno andati gli affari per loro? A vedere i bilanci di A2A non sembra molto bene, e allora chi ci ha guadagnato dal denaro pubblico che abbiamo investito nella green energy in Montenegro?
Qui trovate l'anticipazione su Reportime:
Gli onorevoli esodati: mentre i comuni mortali devono sottostare alle forche caudine delle due riforme Fornero, scopriamo (?) un altro privilegio (che non dovrebbe essere più sostenibile con la crisi): si tratta “dell' assegno di fine mandato", una specie di tfr, esentasse.
Gli onorevoli esodati: mentre i comuni mortali devono sottostare alle forche caudine delle due riforme Fornero, scopriamo (?) un altro privilegio (che non dovrebbe essere più sostenibile con la crisi): si tratta “dell' assegno di fine mandato", una specie di tfr, esentasse.
"ONOREVOLI ESODATI"di Emilio CasaliniMetà di loro ha il doppio lavoro ma quando non vengono più rieletti, i parlamentari italiani ricevono un "assegno di reinserimento all'attività lavorativa", una specie di liquidazione/previdenziale che oggi si chiama "assegno di fine mandato". La prendono tutti, sembra costituzionalmente illegittima ma soprattutto, a differenza del tfr di tutti gli italiani, è esentasse.
Vi ricordate la privatizzazione
di Alitalia: quella voluta da Berlusconi, con l'aiuto di Banca
Intesa e dei capitani coraggiosi? Quella che ha accollato al privato
i debiti e garantito (con tanto di blocco della concorrenza) profitto
ai privati? Ecco, l'azienda ancora stenta a decollare. A differenza
degli stipendi dei manager “coraggiosi”.
Com'è andata a finire? "L'INTESA"di Giovanna BoursierTorniamo a parlare di Alitalia. I creditori attendono ancora di essere pagati: i commissari straordinari che nel 2011 hanno sostituito l'ex commissario Augusto Fantozzi, grazie a una norma ad hoc dell'ex governo Berlusconi, non hanno tuttora presentato il piano di riparto della ‘bad company' per saldare i 3 miliardi di debiti euro. La ‘good company' dei capitani coraggiosi invece sembra ancora non decollare. Al terzo trimestre conta circa 170 milioni di passivo. Bisogna stringere la cinghia e si risparmia anche sul carburante extra, ma "senza interferire in alcun modo con gli standard di sicurezza operativa", dice Alitalia.
Come si costruiscono ospedali pubblici
nell'Italia della seconda repubblica: non ci sono soldi, e allora
si ricorre al project financing. Che poi, a guardare bene, è
solo un maquillage: i costi alla fine e anche i conti, non
tornano.
"LA FINANZA E IL PROGETTO"di Antonino MonteleoneL'articolo 20 della legge 67/1988 stanziava 17 miliardi di euro per costruire nuovi ospedali e ristrutturare quelli che ne avevano bisogno. Venticinque anni dopo quei soldi sono finiti. I nuovi fondi stanziati coprono a malapena i costi di miglioramento delle strutture esistenti. Per costruire gli ospedali adesso si usa la tecnica del project financing. Se c'è bisogno di un ospedale il pubblico mette metà delle risorse, l'altra metà la mette il privato che in cambio gestisce una serie di servizi. In cambio si paga un canone per una durata che va da 15 a 30 anni.
Una delle iniziative più consistenti riguarda Venezia, l'ospedale dell'Angelo di Mestre. Per costruirlo servivano 250 milioni, metà li hanno messi i privati. I costi di quest'operazione, però, a conti fatti, saranno quattro volte maggiori.
Stiamo diventando una società di
persone anziane: colpa di una
spesa pubblica che investe poco e male in welfare, per la piena
occupazione delle donne (o fai i figli o la carriera), in istruzione.
Eppure, nonostante avremo bisogno sempre di più di una sanità
pubblica efficiente, il presidente del Consiglio Monti ci dice
che la sanità pubblica, così come la conosciamo, non è più
sostenibile. A meno che non si riesca ad invertire il trend
demografico nel nostro paese, serve trovare una occupazione ai
“giovani anziani”:
"RISORSE ATTIVE"di Luca ChiancaNel passato non c'è mai stata una società in cui il peso demografico della popolazione anziana sia stato così rilevante. Oggi in Italia i senior sono 12 milioni ed entro la metà del secolo diventeranno 20 milioni e questo ci porta a fare i conti con costi sanitari e pensionistici sempre più alti. Se non vogliamo risolvere il problema spostando ogni volta l'asticella della pensione sempre più in là, bisogna ripensare da subito ad una società che considera i "giovani anziani" come una risorsa, investendo sulla qualità del loro capitale umano.
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