Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre2007, negli stabilimenti della Thyssen Krupp di Torino, morirono 7 persone: Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Giuseppe Demasi.
Morti perché l'azienda li ha sacrificati in nome del dio profitto: dovendo scegliere tra la salvaguardia dei propri operai e il risparmio della spesa per la messa in sicurezza, la Thyssen preferì risparmiare quei 800.000 euro che avrebbero probabilmente salvato le vite.
Quanto vale la vita di una persona?
Vale meno dello stipendio medio di
un manager?
Per questo omicidio, i vertici dell'aziendasono stati condannati. In una sentenza storica che pure è stata criticata da Confindustria (l'applauso della Marcegaglia a Harald Espenhahn, il top manager della Thyssen).
Per questo omicidio, i vertici dell'aziendasono stati condannati. In una sentenza storica che pure è stata criticata da Confindustria (l'applauso della Marcegaglia a Harald Espenhahn, il top manager della Thyssen).
Piacerebbe che oggi, passati 5 anni, la
politica si occupasse anche di queste tragedie per dire basta. Che il
colle si occupasse anche della salute delle persone al lavoro, non
solo dei pm di Palermo o di giornalisti condannati per diffamazione.
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