27 aprile 2014

Via Tadino, Milano (la guerra senza quartiere)

Via Tadino è lunga e stretta, come sono lunghe e strette le vie che la trapassano ad angolo retto. Casati, Castaldi, San Gregorio. Era il Lazzaretto, una volta, dove i monatti portavano i cadaveri degli appestati del seicento [..] e oggi vi si svolge una guerra senza quartiere.
L'infighettamento di via Tadino e dintorni parte come un'onda da piazza Oberdan, vicini ai giardini dove luccica Montanelli, il sesto Rockets. E combatte la sua battaglia contro una Resistenza agguerrita, indomita, invincibile. Per ogni piccola boutique che apre, abbastanza snob da farsi chiamare atelier, tiene dignitosamente la posizione un barbiere maghrebino. Per un gelataio artigianale dove un cono monogusto costa come un grammo di cocaina – ma pesa meno – punta i piedi un take away cinese.Una battaglia metro per metro.
C’è la galleria d’arte moderna e il discount per poveri. La cucina fusion e la pizza al trancio. Siete al Village a fare shopping, e poi a Mumbai in cerca di cibo, e dopo due metri dall'antiquario viennese, e poi da un rigattiere alla periferia di Shangai.Ci sono tanti di quei pugliesi che sembra di stare a Milano.
E i turchi per il Kebab. I cinesi travestiti da giapponesi per il sushi. Portinaie calabresi implacabili, milanesi abbienti che hanno comprato lì perché «è così caratteristico», o che stanno lì da sempre, forse da prima, sanno gli angoli, i trucchi, i passaggi, i misteri dei cortili.E poi uffici, alberghi a una, due, tre, quattro stelle, monolocali per le puttane degli annunci – novità brasiliana completissima, preliminari da urlo -, famiglie, scuole elementari, artigiani del legno, del ferro, della plastica, del giunco, del lapislazulo, del prosciutto e dei telefonini.Nei portoni l'effluvio delle signore milanesi – Mitsouko? Chanel? Balenciaga? - che trottano verso la Smart parcheggiata di taglio si avvita alla potenza del curry, all'idrocarburo dalla miscela troppo grassa dei motorini, al fritto stantìo. Ci sono modelle coi book sottobraccio, muratori albanesi che ristrutturano, zoppi, pensioati che vanno al bar-dopolavoro della Cisl e librerie tendenza.Al numero 27, secondo piano, c'è la Snap Srl.
(Questa non è una canzone d'amore Alessandro Robecchi, Sellerio)
Al numero 27, secondo piano, c’è la Snap Srl. E questa società avrà un ruolo importante nella storia del libro di Alessandro Robecchi.

La scheda del libro sul sito di Sellerio.

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